La svolta green di Tonitto: dall'R-Pet all'energia sostenibile ed emissioni ridotte
L’attenzione di Tonitto 1939 rivolta al tema della sostenibilità non si ferma al packaging dei prodotti, ma riguarda anche lo stabilimento.
Tonitto 1939, leader sul mercato per il sorbetto n° 1 in Italia, diventa sempre più sostenibile dimostrando il suo impegno rivolto verso l'ambiente. L'azienda genovese, produttrice di gelati e proprietaria della famiglia Dovo da tre generazioni, rinnova il proprio packaging della linea Il Sorbetto con una svolta ancora più green. I vasetti che contengono il prodotto naturale, infatti sono sia riciclabili, sia realizzati con plastica riciclata (R-Pet).
L'azienda, infatti, è da sempre impegnata concretamente e quotidianamente in favore dell'ambiente, utilizza energia rinnovabile e riduce gli imballaggi, convertendo il 75% delle confezioni di plastica in plastica riciclata R-Pet o in cartoncino.
"Non esiste innovazione se non c’è sostenibilità - sottolinea Luca Dovo, amministratore delegato di Tonitto -. Sviluppare soluzioni sostenibili, a basso contenuto di materiali plastici e a ridotto impatto ambientale, sono azioni ormai irrinunciabili e doverose per un'azienda come la nostra. Quello che abbiamo fatto è rivalutare tutti i nostri packaging, passando ad avere in larga parte in polipropilene e in plastica, a trasformarli in cartoncino riciclabile. Ciò che è rimasto in plastica è stato convertito in R-Pet, che arriva dunque da materiale riciclato, quindi non vergine, ma viene riutilizzato consentendo un notevole risparmio in termini energetici per la produzione di tali imballaggi e impegnando decisamente meno risorse naturali".
L’attenzione di Tonitto 1939 rivolta al tema della sostenibilità non è però presente solamente in via esclusiva nel packaging dei prodotti, che quotidianamente vengono realizzati rispettando i massimi protocolli di sicurezza, ma coinvolge direttamente lo storico stabilimento di Campi, a Genova.
I fratelli Dovo, Luca e Massimiliano terza generazione dopo il padre Alfredo e il nonno Antonio, sono infatti attivi nelle buone pratiche di comportamento ecologico. Si parte dal riutilizzo dei materiali all’interno degli uffici, ad interventi sulle linee produttive per ridurre i consumi, fino all’installazione di pannelli fotovoltaici in grado di abbassare le emissioni di anidride carbonica di 150 tonnellate ogni anno; e inoltre sono stati ridotti del 50% i consumi di acqua utilizzata per il lavaggio degli impianti, attraverso interventi sia sul processo, quindi sulle procedure interne e sulla formazione degli addetti e degli operatori, sia sui macchinari.
In più per promuovere la sensibilità ambientale sono state realizzate anche numerose campagne social a favore del riciclo creativo, in cui si suggeriscono svariati modi per riutilizzare i barattoli di “Tonitto”, una volta consumato il gelato.
"L’ambiente e le persone sono al centro del nostro progetto aziendale - spiega Luca Dovo, amministratore delegato di Tonitto 1939 - È un po' il sogno di qualunque imprenditore: costruire intorno a sé un’azienda a propria immagine e somiglianza che rispecchi a pieno la sua filosofia di vita e di lavoro. Ci poniamo l’obiettivo di produrre, secondo la nostra tradizione, un gelato di qualità, buono e salutare, ma anche generare valore inteso come responsabilità sociale, cultura e benessere non solo economico ma a 360 gradi che rispetti il più possibile l'ambiente. La nostra azienda - continua - si ispira da ormai qualche anno agli obiettivi di sviluppo sostenibile o Agenda 2030, dell’ONU. Dei 17 capitoli presenti, abbiamo cercato di svilupparne al meglio cinque, ovvero zero fame, zero povertà, buona salute e benessere per le persone e appunto energia pulita e accessibile e consumo e produzione responsabile. È un impegno importante che stiamo cercando di rispettare e che abbiamo inserito all’interno del nostro piano strategico quinquennale fino al 2025".
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