Le imprese balneari chiedono una riforma organica del settore

30 Agosto 2018 - 04:46
Le imprese balneari chiedono una riforma organica del settore
Il S.I.B. Sindacato Italiano Balneari aderente alla FIPE/Confcommercio, che associa 10.000 imprese balneari, ha dato vita lo scorso 26 agosto ad una giornata di mobilitazione nazionale degli stabilimenti balneari per chiarire meglio ed illustrare ai bagnanti e all’opinione pubblica la drammatica situazione in cui versa la balneazione attrezzata italiana. “Le imprese che operano in questo settore da troppo tempo vivono una pericolosissima situazione di grande incertezza e precarietà a seguito del recepimento, nel nostro Paese, della Direttiva Bolkestein – afferma Antonio Capacchione, presidente del Sindacato -Dopo nove anni in cui lo Stato italiano avrebbe dovuto riformare la materia, e nonostante diverse scadenze, (indicate anche per legge), tutte inutilmente decorse, nulla è stato fatto tranne una proroga delle concessioni attualmente vigenti che scadranno il 31 dicembre 2020”.
In questa legislatura, pertanto, si potrebbe determinare un esito disastroso per il turismo balneare italiano avendo eliminato, nelle due precedenti, tutte le norme che garantivano la durata continuativa delle imprese, senza aver introdotto, nel frattempo, alcuna forma di tutela per quelle attualmente operanti. “È ineludibile e urgente, quindi, un’iniziativa legislativa da parte del Governo - continua Capacchione - che recepisca le ragioni delle imprese che rappresentiamo al fine di salvaguardare il turismo che, come è noto, costituisce un settore determinante per l’economia del nostro Paese, oltre agli attuali livelli occupazionali”. Le stime del Piano strategico per il turismo 2017 – 2022, infatti, indicano un peso attuale del settore dell’11% circa sul PIL e del 12,5% sull’occupazione. Dalle ultime rilevazioni dell’Istituto Piepoli, per conto di Confturismo, anche questa estate il mare e la spiaggia, ancora una volta, risultano essere determinanti per il turismo italiano: il 68% dei vacanzieri preferisce le destinazioni balneari e oltre l’80% sceglie proprio le nostre coste, dove i servizi di spiaggia sono sempre più volti alla soddisfazione dei clienti italiani e stranieri. Dall’ultima indagine, “Gli italiani, il mare e gli stabilimenti balneari”, è stato riscontrato l’alto gradimento (94,8%) che i servizi di spiaggia riscontrano presso la clientela, la quale, in particolar modo, valuta positivamente la supplenza nei confronti dello Stato per quelli di carattere generale (72,1%), come il salvataggio, la pulizia o la sicurezza. “Intendiamo sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importante ruolo sociale ed economico che ricoprono gli stabilimenti balneari e sui problemi del settore - conclude Capacchione - fiduciosi che, grazie al nuovo Governo e a tutte le Forze politiche presenti nel Parlamento, si arrivi presto a una indispensabile legge organica di riforma che metta al centro la necessità di tutelare concretamente queste imprese e, con loro, salvaguardare la peculiarità del turismo balneare italiano, la sua tradizione nata oltre un secolo fa e, soprattutto, quella specificità e quei servizi che attirano ogni anno milioni di turisti stranieri nel nostro Paese”. Presso gli stabilimenti balneari aderenti, oltre alla diffusione di materiale informativo, si sono svolte una serie di iniziative volte alla promozione della nostra tradizione enogastronomica perché la balneazione attrezzata italiana costituisce una parte importante di quel ‘Made in Italy’ che è un modo di vivere, vestire, mangiare e fare vacanza, apprezzato e, spesso, invidiato e imitato in tutto il mondo.

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