Le performance delle Dop e Igp italiane per categoria. Un focus dal rapporto Ismea-Qualivita
Come sono andate le dop e igp italiane? Il rapporto Ismea Qualivita ci permette di fare un viaggio attraverso le regioni italiane e le tipicità locali, scoprendo le performance di ogni categoria.
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Abbiamo visto come, nell'anno 2020 caratterizzato dall'arrivo della pandemia, la Dop economy abbia saputo confermare il ruolo esercitato dai territori, attestando il valore alla produzione sui 16,6 miliardi di euro e rappresentando il 19% del fatturato complessivo del settore agroalimentare nazionale.
I dati ci sono restituiti dalla fotografia scattata dal XIX Rapporto Ismea-Qualivita sul settore italiano dei prodotti Dop e IGP, grazie al quale possiamo vedere più da vicino le performance delle singole categorie di prodotti agroalimentari italiani.
Formaggi: cresce la produzione, ma cala il valore
La categoria dei formaggi conta 56 denominazioni e 25.830 operatori che generano un valore di 4,18 miliardi di euro alla produzione (-7,8%) pari al 57% del comparto Cibo DOP IGP. Cresce la quantità certificata, ma cala il valore per alcuni formaggi DOP per le difficoltà di assorbimento del mercato interno, soprattutto per la chiusura dell’Horeca. Le esportazioni raggiungono 2,06 miliardi di euro grazie alla crescita nei Paesi UE. In Lombardia (1,32 miliardi €) e Emilia-Romagna (1,31 miliardi €) si concentrano quasi i due terzi del valore della categoria; al terzo posto si trova la Campania (414 milioni €). Le prime cinque filiere per valore alla produzione sono Grana Padano DOP, Parmigiano Reggiano DOP, Mozzarella di Bufala Campana DOP, Gorgonzola DOP e Pecorino Romano DOP che complessivamente valgono 3,7 miliardi di euro.Prodotti a base di carne: in calo l'export dopo la crescita del 2019
I prodotti a base di carne contano 43 denominazioni e 3.877 operatori che generano un valore di 1,87 miliardi di euro alla produzione (-2,0%) pari al 26% del comparto Cibo DOP IGP. Tengono i dati della categoria, mediamente in calo del -2% sia in termini di quantità certificata che di valore, con alcune eccezioni di denominazioni che hanno mantenuto il valore sul mercato. Le esportazioni raggiungono 555 milioni di euro (-6,3%) con gli effetti della pandemia legati ai prodotti che hanno i Paesi Extra-UE fra i maggiori mercati di destinazione. In Emilia-Romagna si concentra oltre la metà del valore della categoria con più di 1 miliardo di euro; seguono Friuli-Venezia Giulia (311 milioni €) e Lombardia (307 milioni €). Le prime cinque filiere per valore alla produzione sono Prosciutto di Parma DOP, Prosciutto di San Daniele DOP, Mortadella Bologna IGP, Bresaola della Valtellina IGP, Speck Alto Adige IGP che complessivamente valgono 1,6 miliardi di euro.Aceti balsamici: la produzione torna a 91 milioni di litri e l'export vale il 22% del food Dop e Igp
Il settore degli aceti balsamici conta 3 denominazioni e 672 operatori che generano un valore di 368 milioni di euro alla produzione (-5,5%) pari al 5% del comparto Cibo DOP IGP. Cala la quantità certificata della categoria che, dopo la crescita del 2019, torna sui livelli dell’anno precedente e la stessa dinamica si riflette sul valore, grazie alla stabilità del prezzo medio riconosciuto. L’export vale 843 milioni di euro, interessa il 92% della produzione certificata e rappresenta il 22% delle esportazioni di Cibo DOP IGP. Il comparto è territorialmente limitato alle province di Modena e Reggio nell’Emilia ed è guidato dall’Aceto Balsamico di Modena IGP cui seguono l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP e Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia DOP.Ortofrutta: valori in forte crescita. Trainano: mele, frutta a guscio, agrumi e frutta estiva
Gli ortofrutticoli DOP IGP contano 118 denominazioni e 20.717 operatori che generano un valore di 404 milioni di euro alla produzione (+26,9%) pari al 6% del comparto Cibo DOP IGP. I dati sono complessivamente in crescita, grazie soprattutto all’incremento produttivo e di valore delle principali categorie del comparto che sono: mele (214 milioni €, +44%), frutta a guscio (44 milioni €, +31%), agrumi (39 milioni €, +25%) e frutta estiva (30 milioni €, +17%). Le esportazioni interessano il 27% della produzione certificata a valgono 178 milioni di euro, con una crescita del +32,8%. In Trentino-Alto Adige si generano circa 207 milioni di euro, seguono Sicilia e Piemonte con 53 milioni di euro e 44 milioni di euro: le tre regioni rappresentano circa i tre quarti del valore economico della categoria degli ortofrutticoli DOP IGP.Olio di oliva: ancora marginale il peso delle IG nel settore
La categoria degli oli di oliva conta 49 denominazioni e 23.160 operatori che generano un valore di 71 milioni di euro alla produzione (-14,0%) pari all’1% del comparto Cibo DOP IGP. Il calo della quantità certificata per il secondo anno di fila è condizionato dal crollo del Terra di Bari DOP, mentre si registrano risultati alterni per le altre denominazioni. Risulta comunque marginale il peso del comparto DOP IGP sul settore dell’olio nazionale, anche se sembra crescere il ruolo delle IGP regionali registrate negli ultimi anni. L’export vale 52 milioni di euro e interessa il 38% della produzione certificata DOP IGP. In Toscana (25 milioni €), Sicilia (15 milioni €) e Puglia (9 milioni €) si concentra circa il 70% del valore totale della categoria degli oli certificati. Le prime cinque filiere per valore sono Toscano IGP, Terra di Bari DOP, Sicilia IGP, Val di Mazara DOP e Riviera Ligure DOP che in totale valgono 47 milioni di euro.Carni fresche: risultati stabili per la categoria, con 92 milioni di valore alla produzione
Le carni fresche DOP IGP contano 6 denominazioni e 10.293 operatori che generano un valore di 92 milioni di euro alla produzione (-0,5%) pari all’1% del comparto Cibo DOP IGP. L’export raggiunge 10 milioni di euro (+1,0%) e coinvolge il 9% della produzione certificata. In Sardegna (33 milioni €) e Toscana (18 milioni €) si concentra oltre la metà del valore totale della categoria. In crescita le prime tre denominazioni per ordine di valore generato Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP, Agnello di Sardegna IGP, Agnello del Centro Italia IGP, mentre mostrano valori in calo le produzioni di Abbacchio Romano IGP e Cinta Senese DOP.Altre categorie. Pasta Igp prosegue la crescita, bene pasticceria, panetteria e cioccolato
Le Paste alimentari si affermano come 5° categoria in assoluto per valore alla produzione con 240 milioni di euro, grazie alla Pasta di Gragnano IGP, 9° prodotto del comparto Cibo IG. Bene la categoria Panetteria e pasticceria con 82 milioni di euro trainata da Piadina Romagnola IGP (50 milioni €) e Cantuccini Toscani IGP (24 milioni €) a cui si aggiungono segnali positivi dai pani DOP. Fra le altre categorie (9 milioni €) bene soprattutto Cioccolato e Pesci e molluschi.
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