L'Europa punta il dito contro il vino. Le associazioni del settore contro le demonizzazioni
La Commissione BECA del Parlamento europeo punta il dito contro il vino. Le associazioni del settore temono manovre troppo dure, poco scientifiche e che possono demonizzare un prodotto simbolo del made in Italy.
La posizione delle principali associazioni del comparto
Federvini, giudicando positivamente l’impegno delle istituzioni UE sulla lotta contro il cancro, unitamente alla predisposizione di un piano d’azione europeo al riguardo, ribadisce l'importanza che in tale ambito tutte le politiche siano basate su evidenze scientifiche, evitando scorciatoie e semplificazioni ideologiche di stampo proibizionistico. La federazione ricorda che la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, nel suo documento strategico di lotta all’alcol, riconsiderando le proprie posizioni iniziali, ha fatto una chiara distinzione tra consumo moderato e consumo dannoso di bevande alcoliche. Si va concretizzando il rischio, già paventato da Federvini insieme alle sue associazioni di riferimento europee, che posizioni ideologiche radicali si traducano in decisioni che, lungi dal contrastare efficacemente l’abuso, colpiscono una fondamentale filiera produttiva agroalimentare italiana. “Nel documento - ha dichiarato Luca Rigotti, Coordinatore del settore Vitivinicolo di Alleanza Cooperative Agroalimentari - non viene citata la sostanziale differenza tra consumo dannoso di bevande alcoliche e consumo moderato di vino, differenza che sembra non essere assolutamente considerata dalla Commissione speciale BECA". Rigotti sostiene che gli elementi richiamati dal report, fra cui l'etichettatura e la tassazione, introducano un grave pregiudizio per il settore vitivinicolo, demonizzando un prodotto che è parte integrante della cultura e della tradizione made in Italy, nonché di grande valore economico e sociale. Unione Italiana Vini mette in guardia sulla competitività del vino europeo, se il report dovesse essere confermato in sessione plenaria. "Il voto emerso conferma i timori della vigilia e pone in serio pericolo un’economia, una cultura e uno stile di vita fondamentali per l’Italia. Se il documento dovesse essere confermato anche nella sessione plenaria prevista tra un paio di mesi, l’indirizzo politico dato dal Parlamento si rivelerebbe disastroso per la competitività del vino europeo, con forti tagli in materia di promozione e marketing, oltre a un aumento della tassazione". Ora non resta che aspettare i prossimi passi dei vertici europei, augurandoci che ci si rimetta a studi di fondamento scientifico, non dimenticando il fattore umano che c'è alle spalle di un settore vivissimo e ricco di cultura.