Nuove regole europee sugli imballaggi: per l'Italia non vanno bene, ecco perché
Il regolamento sugli imballaggi approvato dal Parlamento Europeo contiene norme che mettono a rischio la filiera alimentare e l'Horeca. Ecco i dettagli.
Meno imballaggi in plastica, per ridurre l’inquinamento e la dipendenza dai combustibili fossili; divieto di “sostanze chimiche per sempre” negli imballaggi alimentari; i consumatori potranno portare con sé il proprio contenitore per cibi e bevande da asporto. Questi i punti forti delle nuove regole UE per ridurre, riutilizzare e riciclare gli imballaggi e i rifiuti non necessari.
Martedì gli eurodeputati della commissione per l'ambiente hanno adottato la loro posizione su una proposta di regolamento che stabilisce i requisiti per l'intero ciclo di vita dell'imballaggio, dalle materie prime allo smaltimento finale.
Ma dall'Italia si sollevano dubbi e perplessità su regolamenti che andrebbero a impattare anche in maniera negativa sulle imprese, con grande risonanza sulle attività dell'Horeca.
Confcommercio: a rischio il made in Italy.
"Il regolamento sugli imballaggi approvato dalla Commissione Ambiente del Parlamento Europeo contiene norme profondamente inadeguate rispetto al contesto economico e sociale del nostro Paese che rischiano, in assenza di modifiche significative, di travolgere interi settori del made in Italy. - Ha dichiarato Confcommercio in una nota stampa. - A subire i danni peggiori sarebbero tutti gli utilizzatori di imballaggi ed, in particolare, le imprese della filiera alimentare, la piccola, la media e la grande distribuzione organizzata, gli operatori della ristorazione, del vending, dell'intrattenimento e del turismo, e molti altri comparti fra essi strettamente interconnessi".
Fortemente critica la posizione di Confcommercio anche in relazione alla prevista introduzione di un sistema obbligatorio di cauzionamento. “L'introduzione di questo sistema per il riciclo in Italia è poco utile, perché esiste già un circuito efficace di raccolta differenziata e di valorizzazione degli imballaggi; è economicamente dannoso, perché determinerebbe una duplicazione di costi economici e ambientali, in quanto si andrebbe ad affiancare, senza sostituirsi, alle raccolte differenziate tradizionali; è difficilmente realizzabile, perché verrebbero introdotti gravi problemi di carattere logistico ed organizzativo per le imprese non strutturate al fine di gestire tutti gli adempimenti che il sistema necessariamente richiede”.
Confcommercio auspica che il Parlamento europeo, nel voto di fine novembre, possa tener conto anche delle ragioni delle imprese.
Confagricoltura: il voto della Commissione Ambiente penalizza l'ortofrutta.
La Commissione Ambiente dell'Europarlamento ha approvato il rapporto sulla riduzione dei rifiuti da imballaggio che prevede il divieto di utilizzo di confezioni monouso per frutta e verdura sotto 1 kg. La proposta non ha accolto le richieste del mondo agricolo, dell’Horeca e di tutti gli altri settori economici, recepite invece in Commissione Agricoltura.
"Gli imballaggi alimentari in generale, inclusi quelli monouso - si legge nella nota stampa di Confagricoltura - fra i più direttamente colpiti da questo approccio, sono decisivi per la protezione e la conservazione degli alimenti, l’informazione al consumatore, la tracciabilità e l’igiene dei prodotti, riducono gli sprechi alimentari e favoriscono l’accesso al cibo, anche nelle aree più a rischio. In particolare, le imprese della IV gamma dovrebbero ora fare fronte all'impossibilità di reperire sul mercato confezioni alternative in grado di offrire le stesse garanzie per il consumatore rispetto alla sua salute, alla perfetta conservazione e alla non contaminazione batterica degli alimenti".
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