Dal 1° maggio il Green Pass va in pensione: ecco i prossimi passi verso la normalità
È stato firmato il decreto che stabilisce i prossimi allentamenti delle restrizioni, attraverso un aprile di transizione per giungere alla messa a riposo del Green Pass ad aprile. Ecco tutte le norme in vigore dal 1° aprile.
Dal 1° aprile nessun Green Pass per consumare un pasto o prendere un caffè ai tavoli all'aperto
La prima data da segnare sul calendario è il 1° aprile. A partire da questa data, infatti, non verrà richiesto alcun tipo di Green Pass, né quello base né quello rafforzato, per sedersi ad un tavolo di pizzeria, ristorante o bar all'aperto, né per effettuare attività sportive all'aperto. Lo stesso varrà per accedere ad attività commerciali, uffici pubblici, poste, banche, musei e per usare i trasporti pubblici. Su questi ultimi però sarà ancora in vigore l'obbligo di indossare mascherine ffp2. Anche gli hotel tirano un sospiro di sollievo, perché per soggiornarvi non verrà più richiesto alcun tipo di Green Pass; gli ospiti potranno inoltre usufruire del ristorante dell'hotel anche senza Green Pass.Green Pass Base ad Aprile
Il Green Pass Base, che si ottiene con il vaccino, la guarigione dal Covid-19 o un tampone negativo, resterà in vigore per usufruire dei trasporti a lunga percorrenza e per la partecipazione come pubblico a spettacoli ed eventi all'aperto (come ad esempio negli stadi). Sarà inoltre necessario per accedere alle mense.Green Pass Rafforzato ad Aprile
Il "super" Green Pass sarà ancora in vigore nel mese di aprile nei luoghi al chiuso. L'obbligo vale anche per ristoranti, sale gioco, discoteche, cinema, teatri, sale concerto, piscine, palestre, congressi e convegni, oltre che per tutte le "feste comunque denominate", per intenderci quelle che fanno seguito a matrimoni, battesimi, feste di laurea, eccetera.Dal 1° maggio il Green Pass va in pensione
Il Green Pass sarà abolito ovunque dal 1° maggio, ma resterà in vigore fino al 31 dicembre nella sua versione Rafforzata per le visite nelle RSA e nei reparti di degenza degli ospedali.Cosa cambia per i lavoratori
A tutti i lavoratori, compresi gli over 50, sarà richiesto dal 1° aprile il semplice Green Pass Base. Se privi di certificazione verde non si potrà accedere ai luoghi di lavoro ma non si verrà più considerati assenti ingiustificati; basterebbe dunque corrispondere la sanzione pecuniaria dai 600 ai 1.500 euro. Fino al 15 giugno resta però l'obbligo vaccinale per i lavoratori over 50, insegnanti e forze dell'ordine. Mentre l'obbligo per il presonale sanitario, strutture ospedaliere e Rsa si estende fino al 31 dicembre 2022.Cosa cambia per le quarantene
Dal 1° aprile non ci saranno più distinzioni per le quarantene tra chi è vaccinato e chi no. In caso di contatto con un caso positivo di Covid si applica il regime di autosorveglianza per 10 giorni con mascherina ffp2. L'isolamento varrà solo per chi ha contratto il virus. Il tampone si effettua solo in caso di sintomi.Mascherine al chiuso
Viene prorogato fino al 30 aprile l'obbligo di mascherine al chiuso e, se non ci saranno peggioramenti della situazione epidemiologica, abolito a partire dal 1° maggio. In tutti i luoghi al chiuso come mezzi pubblici, cinema, teatri, sale da concerto, stadi, palazzetti dello sport, discoteche sarà ancora obbligatoria dunque, per il mese di aprile, la mascherina ffp2.Il malcontento di Fipe per una misura che proroga di 30 giorni l'obbligo di Green Pass per ristoranti e bar
A seguito della firma del decreto, Fipe - Confcommercio, la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, ha divulgato una nota in cui esprime il malcontento per una misura che di fatto grava ancora su ristoranti e bar in un mese cruciale per la ripartenza del fuori casa, e con Pasqua alle porte. Ecco la dichiarazione: "L’eliminazione del green pass con la fine dello stato di emergenza non può escludere la ristorazione.Oltre il 40% dei turisti alloggia in strutture ricettive extra alberghiere e bar e ristoranti sono servizi essenziali del soggiorno. In più il controllo del certificato verde a carico degli esercenti per l'accesso ai pubblici esercizi era ed è una misura emergenziale e come tale deve essere superata nel momento in cui si conclude lo stato d’emergenza. Imporre questo impegno per altri 30 giorni ai gestori dei locali, in una stagione determinante per le attività turistiche quale è l’avvio della primavera e con la Pasqua alle porte, non ha più alcuna giustificazione. Ogni giorno l’obbligo impone di dedicare almeno una persona a questo compito a fronte di un numero minoritario di 'no vax' che ha già deciso, a prescindere, di non vaccinarsi. In altri termini un costo inutile in un periodo fortemente critico. Siamo stati in prima linea, da subito, nel sostenere, senza se e senza ma, la campagna vaccinale e le varie misure introdotte, Green Pass incluso, ma oggi resta la spiacevole sensazione che non si comprenda pienamente lo stato in cui versa il settore e la sua importanza come seconda voce di spesa dei turisti. Lo stop dal primo aprile al green pass per gli stranieri è un primissimo segnale, ma bisognava avere maggior coraggio dando un po’ di respiro alle nostre imprese, piegate da due anni di pandemia, da un aumento esorbitante dei costi dell’energia e delle materie prime alimentari e dall’assenza di flussi turistici. Bene ha fatto il Ministro Garavaglia, cui va il nostro ringraziamento, a rimarcare l’importanza della ristorazione e come a provvedimenti di restrizione debbano seguire compensazioni economiche. Servono provvedimenti urgenti e servono subitoanche a costo di un ennesimo scostamento di bilancio”.Filiera Italia su Green Pass: "No alla proroga per la ristorazione"
Anche Filiera Italia sostiene il pensiero di Fipe. Nella nota stampa divulgata dall'associazione e firmata dal consigliere delegato Luigi Scordamaglia, si legge:“Assurdo, anche in un periodo come questo la burocrazia continua a distruggere l’economia del nostro Paese. Parliamo di misure restrittive e penalizzanti per tutto il settore della ristorazione, usate solo qui da noi e in nessun altro Paese europeo, misure che rischiano di far sfumare l’occasione di rilancio rappresentata dalle feste pasquali. La ristorazione non si è mai tirata indietro quando è stato il momento di fare sacrifici e di far applicare le misure, come settore per primo ha investito in misure di sicurezza e ha sostenuto la campagna vaccinale, ma oggi dice basta. Senza contare il cavillo burocratico che prolungherebbe il Green pass per gli italiani, mentre revocherebbe la misura per i turisti stranieri: si presuppone forse che prima dell’ingresso in un bar o in un ristorante debbano essere richiesti i documenti di identità? Attenzione: senza ristorazione soffre l’intera filiera agroalimentare del paese, settore che nel complesso, dall’agricoltura alla ristorazione vale oltre il 25% dell’intero Pil nazionale. Si fa ancora in tempo a rimediare subito revoca del Green pass per i ristoranti, per tutti senza distinzione di nazionalità”.