Più ombre che luci sul mercato dei fine wines

Il mercato secondario dei vini di pregio registra una significativa frenata ad aprile, in particolare in flessione gli indici di Borgogna e Champagne

12 Maggio 2023 - 10:22
Più ombre che luci sul mercato dei fine wines

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Tira brutta aria sul mercato dei vini di pregio. In un contesto macro economico complicato il mese di aprile ha registrato una significativa battuta d’arresto per le relative quotazioni, in particolare per Borgogna e Champagne, contingenza in qualche modo anticipata dagli analisti ma che si sperava si potesse ulteriormente rinviare. L’incertezza finisce così con l’attraversare anche il mondo dei passion asset che porge inevitabilmente il fianco nonostante sia ormai considerato tre le più valide opzioni di investimento alternative rispetto agli strumenti finanziari tradizionali. Meno suscettibili ai cambiamenti repentini e all’instabilità degli scenari, capaci di performare anche in presenza di fenomeni inflazionistici facendo leva sul valore intrinseco dei beni da collezione cui si correla una dinamica di domanda e offerta tipicamente più stabile, i fine wines hanno tenuto botta anche rispetto ai più recenti eventi straordinari del mondo finanziario come l’inaspettato crollo della Silicon Valley Bank. Gli indici si sono mantenuti incredibilmente saldi dando conferma della capacità di assorbire i colpi anche più bassi del mercato e dal primo trimestre si è usciti quasi indenni, anche grazie alla rinnovata fiducia nel sistema bancario statunitense da parte della Federal Reserve prima e della BCE poi. Ma la resistenza non poteva andare avanti ad oltranza e così hanno iniziato ad addensarsi le nubi attese e temute. L’attività di trading nel mese di aprile è diminuita del 19,4%, con uno stallo determinato probabilmente dalla difficoltà ad incontrarsi sul prezzo di compratori e venditori, con questi ultimi costretti a cedere per uscire dall’impasse. Un ruolo nell’attuale scenario lo avrebbe giocato Bordeaux 2022 En Primeur, la campagna di valutazione dei vini prima dell'imbottigliamento, con le aspettative di una domanda più forte rispetto agli anni precedenti grazie ad un’annata di alta qualità e di un maggior valore relativo che potrebbe aver spinto gli acquirenti ad assumere una posizione di stand-by sugli scambi incidendo su una contrazione delle movimentazioni che potrebbe però essere solo temporanea, in attesa delle nuove uscite previste proprio per questa settimana. La frenata resta un dato acquisito e si può a questo punto definire strutturale se il Liv-Ex 100, cioè l’indice che rappresenta il movimento dei prezzi dei 100 vini più ricercati sul mercato secondario,  è costretto ad incassare un - 0,5% ad aprile e  - 1,3% dall’inizio dell’anno, e il Liv-Ex 1000, cioè l’indice che monitora l’andamento dei 1000 vini più venduti al mondo, un -1% ad aprile e un - 2,5% da inizio anno, il tutto mentre gli indici del mercato azionario (FTDE e S&P) e l’oro si mantengono in territorio positivo. width= Anche Borgogna e Champagne, dominatrici indiscusse nella classifica dei top brand del modo del vino di alta gamma, sono al momento penalizzate, probabilmente perché hanno raggiunto livelli di prezzo insostenibili, entrambe anche in virtù della mancanza di scorte, specie sull’annata 2021. Gli acquirenti nel 2023 sono diventati sempre più sensibili alle forti oscillazioni al rialzo per questo gli analisti si aspettavano una correzione già nel primo trimestre, principalmente sui marchi più speculativi, correzione che potrebbe essere in parte arrivata. E così si spiegherebbe l’andamento del Burgundy 150 Index mappa dell'evoluzione dei valori dei vini della Borgogna, che dopo aver guadagnato l’83,5% negli ultimi 5 anni registra un -1,5 ad aprile e un -3% dall’inizio dell’anno.  

 A fare da eco lo Champagne 50 Index, fotografia dell'andamento dei prezzi delle annate più recenti dei 13 champagne più attivamente scambiati, che nonostante il +83,2% guadagnato nell’ultimo quinquennio, registra un -1,4 ad aprile e addirittura un -7,1% dall’inizio dell’anno,  e quello dell’Italy 100 Index (fig 4), che monitora l’andamento dei prezzi delle dieci annate più recenti di cinque "Super Tuscan" e di altri cinque importanti produttori italiani, che lascia sul terreno lo 0,9% ad aprile e l’1,5% dall’inizio dell’anno.

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Niente che al momento desti particolari preoccupazioni per investitori e collezionisti, consapevoli che la frenata possa essere effetto di dinamiche da mettere in conto e soprattutto non particolarmente destabilizzanti per investimenti destinati a durare nel tempo. Intanto, a consolarli, arrivano notizie che continuano a far sognare come quella della bottiglia di Masseto del 2010, una Nabucodonosor da 15 litri, venduta da Sotheby’s per 56.250 euro nella prima asta di annate storiche provenienti direttamente dal “caveau” della tenuta toscana, un colpo che, triplicando la stima iniziale, stabilisce un nuovo record dell’iconica etichetta in asta. 

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