Ristorazione collettiva. I prezzi alimentari cresciuti del 25% dal 2020

Beni alimentari +25% in cinque anni, materie prime +19%, personale +12%: i numeri della crisi della ristorazione collettiva.

10 Dic 2025 - 12:23
Ristorazione collettiva. I prezzi alimentari cresciuti del 25% dal 2020

ENTI E CONSORZI - I prezzi dei beni alimentari in Italia sono aumentati del 25% negli ultimi cinque anni, quasi otto punti percentuali oltre l'inflazione generale, secondo i dati ISTAT. Il comparto della ristorazione collettiva registra un aumento del 19% per le materie prime e del 12% per il costo del personale, mentre i contratti pubblici rimangono ancorati a basi d'asta non aggiornate. Il settore vale oltre 4,5 miliardi di euro, serve annualmente 780 milioni di pasti e impiega 100.000 lavoratori, per l'80% donne.

Secondo le analisi Nomisma, il 50% del fatturato della ristorazione collettiva deriva da appalti pubblici, che comprendono mense scolastiche, sanitarie, aziendali e sociali. Parallelamente cresce la domanda sociale di accesso al cibo pubblico, mentre il costo di ogni singolo ingrediente, dell'energia e del lavoro aumenta mensilmente, creando un progressivo svuotamento della sostenibilità economica di un servizio essenziale per la coesione nazionale.

Il Rapporto Caritas Roma 2025 registra un incremento costante delle persone in difficoltà economica e alimentare, con un numero crescente di nuclei familiari che non riescono più a sostenere i costi della vita quotidiana. Gli studi di Save the Children e dell'Osservatorio Conti Pubblici Italiani confermano che un bambino su venti vive in povertà alimentare, e che la mensa scolastica rappresenta spesso l'unico pasto sano ed equilibrato della giornata.

ANIR Confindustria rinnova l'appello al Governo e al Parlamento per una riforma urgente dei meccanismi di revisione dei prezzi nei contratti pubblici. "I costi continuano a salire, ma i contratti pubblici restano bloccati da anni", spiega Massimo Piacenti, presidente di ANIR Confindustria. "Oggi ci troviamo nella condizione paradossale di dover garantire ogni giorno milioni di pasti a prezzi fermi al passato, mentre il costo di ogni singolo ingrediente, dell'energia e del lavoro cresce mese dopo mese. E nonostante questo, la domanda di accesso al cibo, soprattutto pubblico, aumenta: per molte famiglie il pasto servito nelle mense scolastiche o sociali è ormai l'unico pasto equilibrato della giornata. Siamo di fronte a una vera e propria istanza sociale, che il nostro settore affronta da solo".

"Il concetto di cibo pubblico", aggiunge Paolo Valente, direttore generale di ANIR Confindustria, "sintetizza il nostro ruolo: garantire, in modo industriale ma con finalità pubblica, un bene primario, un diritto universale. Non si tratta solo di alimentare, ma di educare, includere e costruire coesione. Per questo chiediamo che il valore sociale del pasto e delle imprese che lo rendono possibile venga riconosciuto e sostenuto dalle istituzioni con strumenti adeguati e strutturali".

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