Tutti i temi della convention di primavera delle Città del Vino
Convention di primavera per le 430 Città del Vino italiane che sono tornate a riunirsi a Noto, in provincia di Siracusa, per affrontare le problematiche e le potenzialità dei territori a vocazione vitivinicola, dell'enoturismo, dei piani regolatori, dei rapporti con le istituzioni, dei vitigni autoctoni e della salvaguardia dell'ambiente.
L'associazione è nata a Siena nel 1987 per iniziativa di 39 sindaci e da allora ha compiuto molti passi avanti, ma attualmente, si sente la necessità di alcune svolte necessarie; si attende ancora, infatti, una intesa di Governo per portare a compimento il percorso del Testo Unico del Vino, di cui si aspettano i decreti attuativi. In stand-by anche le norme sull’enoturismo, approvate con un emendamento alla legge di bilancio durante la precedente legislatura.
Centrali nell’appuntamento di Noto sono stati tue temi: il primo luogo la necessità del varo di una regia unica per le 430 città, nonché la volontà di creare ulteriori aggregazioni di territori attorno a una vocazione specifica: le Città del vino, le Città dell'olio, le Città del tartufo, del pane, dei muri dipinti, con il riconoscimento dello status di "Città d'identità".
Questo permette la collaborazione fra territori più estesi al fine di creare sinergie mirate soprattutto alla promozione turistica.
L'auspicio è che il Governo possa prendere a cuore queste iniziative per dare lo sviluppo necessario e meritevole a queste aggregazioni.
Centrale anche la questione del enoturismo: Città del Vino e Università di Salerno hanno calcolato che in Italia oltre 14 milioni di turisti viaggiano seguendo percorsi legati al vino, con un giro d'affari dal 2-3 miliardi di euro l'anno: "La scelta arriva in un momento in cui il settore enoturistico mostra segni di maggior maturità e crescita che potrebbero fare molto bene all’economia nazionale e alla difesa dei nostri territori – commenta il presidente di Città del Vino, Floriano Zambon -. Tuttavia la situazione politica attuale crea incertezza e instabilità. Auspichiamo un solido accordo di governo per rilanciare anche il nostro settore e dare concretezza alle recenti conquiste normative e all’enoturismo in particolare”
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