Mancano i dati sulla tracciabilità alimentare: maxi sequestro di olio a Penne
A seguito di indagini che stanno interessando tutto il settore agricolo, concentrate soprattutto sul controllo delle produzioni bio e le denominazioni di origine, il nucleo dei carabinieri forestali di Atessa, e quello di Collecorvino (CH) hanno predisposto al sequestro di circa 2.300 chili di olio di produzione di un’azienda agricola di Penne (PE). La motivazione riguarda l’assenza dei dati sulla tracciabilità alimentare – resi obbligatori da una legge europea del 2002 – che il titolare dell’azienda non ha fornito nemmeno durante l’ispezione alle forze dell’ordine al momento dell’ispezione. All’interno dell’oleificio sono stati rinvenute moltissime anomalie: l’olio, venduto sfuso, in bottiglie da 0,75l e latte da 5l, non riportava alcuna informazione sulla sua provenienza. Inoltre, non sono stati ritrovati circa 4mila kili di olio extra vergine di oliva che invece, stando al registro telematico dell’azienda presente sul sito web del sistema informativo agricolo nazionale (Sian), dovevano essere presenti nello stabilimento. Oltre a violare il regolamento europeo, l’assenza dell’indicazione di provenienza infrange anche due decreti legislativi nazionali, che tutelano la salute e gli acquisti dei cittadini nonché il valore del Made in Italy. Dopo il sequestro si provvederà all’analisi dell’olio, poiché non essendo nota la provenienza si dovrà cercare di capire qualcosa in più, anche sulla sua composizione. Il sospetto maggiore è che l’azienda abbia truffato i consumatori convinti di acquistare olio extra vergine made in Italy ma sul quale, ora, non vi sono più certezze.
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