Si ferma la corsa del caffè espresso italiano alla candidatura Unesco
Il Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco ha bocciato la candidatura del caffè espresso italiano.
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Il verdetto del Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco tanto atteso dall'Italia del caffè non ha soddisfatto le aspettative. Era stato presentato il 23 marzo il dossier di candidatura de “Il caffè espresso italiano tra cultura, rito, socialità e letteratura nelle comunità emblematiche da Venezia a Napoli” a patrimonio immateriale dell’Umanità dell’Unesco. Per giungere a una candidatura unitaria che valorizzasse le tradizioni italiane del caffè, erano stati uniti i due dossier "Il rito e l'Arte del Caffè Espresso Italiano" promosso dal Consorzio di tutela del caffè espresso italiano tradizionale e "La Cultura del Caffè Napoletano tra Rito e Socialità", proposto dalla Comunità emblematica napoletana con il supporto della Regione Campania.
Ma ciò non è bastato per far proseguire la corsa verso la candidatura internazionale. È stata data ieri notizia dal Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco che, riunitasi in modalità telematica, ha approvato come candidatura italiana da presentare all'esame del Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale per il ciclo 2023 "The Art of the Italian Opera Singing".
Quest’anno l’Italia partecipa anche ad una candidatura transnazionale, “Traditional Irrigation in Europe: knowledge, technique and organization”, che ha come capofila l’Austria e vede la partecipazione anche di Belgio, Germania, Lussemburgo, Olanda e Svizzera. Inoltre l’Italia partecipa all’estensione della candidatura “Transhumance, the seasonal droving of livestock”, ad Albania, Andorra, Croazia, Francia, Lussemburgo, Romania e Spagna. La Transumanza è stata iscritta nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO nel 2019 come elemento transnazionale di Austria, Grecia e Italia.
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