Speculazione. Rincari sulla pasta al +18% mentre il grano va giù del 30%
La Coldiretti denuncia gli effetti delle speculazioni sugli agricoltori, con una netta discrepanza tra gli aumenti della pasta e il crollo del prezzo del grano.
Lo denuncia la Coldiretti in occasione della diffusione dei dati Istat sull’inflazione a marzo, aumenta del 18% il prezzo della pasta nell’ultimo anno mentre il grano duro per produrla viene pagato agli agricoltori il 30% in meno nello stesso periodo.
La pasta – sottolinea la Coldiretti – è ottenuta direttamente dalla lavorazione del grano con l’aggiunta della sola acqua, non c'è dunque alcuna giustificazione per le divergenze registrate nelle quotazioni, con la forbice dei prezzi che si allarga e mette a rischio i bilanci dei consumatori e quelli degli agricoltori.
Una distorsione che appare chiara anche dall’andamento dei prezzi medi al consumo, riportati da Coldiretti e basati sull'Osservatorio del Ministero del Made in Italy, che variano per la pasta da 2,3 euro al chilo di Milano ai 2,2 euro al chilo di Roma, dai 1,85 di Napoli ai 1,49 euro al chilo di Palermo mentre le quotazioni del grano sono pressoché uniformi lungo tutta la Penisola a 38 centesimi di euro al chilo.
Una anomalia di mercato sulla quale – sostiene la Coldiretti – occorre indagare anche sulla base della nuova normativa sulle pratiche sleali a tutela delle 200mila imprese agricole che coltivano grano.
"In Italia - denuncia Coldiretti - siamo di fronte a manovre speculative con un deciso aumento delle importazioni di grano duro dal Canada dove il grano viene coltivato secondo standard non consentiti in Europa per uso del glifosate nella fase di preraccolta. Occorre invece ridurre la dipendenza dall’estero e lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali".
La produzione nazionale di pasta è di 3,6 milioni di tonnellate, pari a circa 1/4 di tutta quella mondiale – conclude Coldiretti –, con 200mila aziende agricole italiane impegnate a fornire grano duro di altissima qualità a una filiera che conta 360 imprese e circa 7500 addetti, per un valore complessivo di circa 5 miliardi di euro.
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