The Whynery Journal: siamo pronti a ripartire?

Per la rubrica a cura di The Whynery Journal, Andrea Pilotti parla di ripartenza nel settore turistico Horeca nel post pandemia

29 Apr 2021 - 22:36
The Whynery Journal: siamo pronti a ripartire?
Ritorna per i nostri lettori la rubrica a cura di The Whynery Journal. Andrea Pilotti, AD di 5-hats, in accordo con il periodo che stiamo vivendo ci parla di ripartenze "giuste" nel post pandemia per il settore turistico e Horeca
Non è solo in questi ultimi mesi di emergenza pandemica mondiale che la complessità del comparto turistico moderno richiede un grande sforzo imprenditoriale il quale, molto spesso, risulta pesare come un macigno sulle strutture sparse nel nostro Paese. Una delle più grandi difficoltà è sempre stata quello di fare rete, e per rete intendo relazioni professionali ed istituzionali efficaci in grado di supportare l’imprenditore per fare “sistema” nel proprio territorio e nel Paese, affinché possa svolgere il proprio lavoro con profitto e sostenibilità. Per non parlare poi del personale qualificato da ricercare, formare e gestire, della ricerca delle giuste agenzie di supporto alla creazione di business o di consulenti efficaci. A volte la spiegazione è semplicemente che manca un “metodo" per fare impresa e cosi molto spesso si corre freneticamente e non si raggiunge mai l’obiettivo perché non si segue un modello chiaro di Business. Con The Whynery Journal in questa rubrica andremo ad affrontare questi temi, proponendo dei tutorial in pillole

Siamo pronti a ripartire?

Che domanda banale, ma certo che siamo pronti! Apparentemente questa domanda sembra scontata per tutto il mondo della filiera turistica, ristorativa, produttiva ed enogastronomica: in realtà nasconde una profonda verità. Se per “pronti” ci riferiamo al fatto che abbiamo tantissima voglia e necessità di ripartire, allora ovviamente lo siamo.. ma la domanda intende scavare nel profondo. Dal marzo 2020 sono passati 13/14 mesi o sono passati anni? Dipende da come abbiamo vissuto questo periodo, se lo abbiamo passato aspettando che lo stato si prendesse cura di noi, che il virus smettesse di farci paura, che le condizioni tornino alla normalità e che ci facciano tornare alla vita di prima.. allora si: sono passati anni. Cerco di spiegarmi: ci sono state due reazioni a questa situazione, ovvero chi ha deciso di aspettare e chi ha agito per sfruttare il tempo a disposizione per evolvere il proprio business. Se guardiamo oltre l’orizzonte della nostra azienda o i dei nostri confini nazionali ci rendiamo perfettamente conto che altri si sono evoluti enormemente per essere davvero pronti nel “nuovo mondo“ che si affaccia con le riaperture del turismo. Intere nazioni hanno dato un’accelerata pazzesca alle riforme del proprio turismo, ci sono situazioni in cui il processo di digitalizzazione è talmente evoluto che noi sembriamo il 4° mondo sottosviluppato. Per non parlare delle aziende che hanno investito energie, risorse e strategie per scalare quote di mercato anche a bocce ferme, sotto il nostro naso. Queste attività dormienti che sono state gestite da imprenditori illuminati o da amministrazioni sapienti hanno fatto si che loro, alla riapertura del mercato mondiale, si ritrovassero in posizioni altamente strategiche. Ecco perché la domanda è necessaria: siamo davvero pronti a ripartire? Come abbiamo agito in questo periodo di stallo? Se abbiamo aspettato siamo assolutamente balzati all’indietro di anni nella competitività e abbiamo perso già così le quote di mercato che avevamo conquistato in anni con fatica. Se invece abbiamo utilizzato il tempo per studiare ed applicare strategie innovative allora partiremo davanti, vicino al nastro di partenza e non in ultima fila. Questo sembra un pensiero semplice e banale nel suo essere. “Perché mai dovrei essere stato ad aspettare? Certo che mi sono mosso in modo positivo!” Questo è quello che potrebbe rispondere ognuno di noi. Sarà, ma io vedo troppo “vecchio” intorno a noi: troppe cose scontate, troppe analisi non fatte, troppo mondo pre-covid. Se siamo onesti, il primo player ad essere rimasto vecchio è quello pubblico: le nostre amministrazioni sono ferme al palo ed il nostro Paese è regredito nelle gerarchie del turismo. Se stiamo aspettando da loro la ripartenza siamo davvero in crisi e non ripartiremo più. Ecco perché aspettare gli altri sarebbe stata la strategia peggiore che avremmo potuto applicare un questi mesi. Diversamente, ho incontrato anche alcuni imprenditori di settore che non si sono fermati un solo secondo dall’inizio della pandemia e che hanno visto questo stop and go come un momento favorevole per occupare gli spazi migliori che il mondo nuovo avrebbe offerto. Ancora non li vediamo perché stanno ultimando le loro strategie, ma una volta tagliato il nastro di ripartenza ci renderemo conto di quanto hanno lavorato per essere pronti davvero. Quali sono i campi in cui hanno lavorato? Di sicuro digitalizzazione, aggregazione strategica, modelli di business e innovazione. In una Nazione in cui il settore pubblico è carente, lo sforzo del privato deve essere doppio di quello dei nostri competitor in altre nazioni; ora non è troppo tardi per cambiare rotta, ma dobbiamo mettere in conto che, se abbiamo perso tempo in questi mesi saremo in difficoltà per i prossimi anni nel recuperare posizioni. Quello che occorre oggi è il coraggio di essere pronti per davvero, senza aspettarsi nulla da nessuno perché la gara sarà più dura di quello che pensavamo, in un mondo in cui tutto il mondo business è stato prima stravolto dal virus e poi riscritto da chi ha cambiato le regole del gioco. Buona riapertura a tutti e che vinca il migliore! ANDREA PILOTTI [contact-form-7 id="1103" title="Form Articoli"]
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