Una nuova narrazione per il turismo lento: il progetto pilota del Cammino di San Francesco Caracciolo
Nuovo modello di storytelling sul Cammino di San Francesco Caracciolo: QR code, voci degli abitanti e alberi diventano punti di ascolto e racconto
OSPITALITÀ E TURISMO - Negli ultimi anni il turismo lento ha conquistato l’attenzione di un numero crescente di viaggiatori che guardano ai cammini come ad una alternativa più attrattiva per la scoperta dei territori. A piedi e in bici si torna ad esplorare i luoghi in una dimensione temporale rinnovata, dilatata, cercando relazione e senso.
In questo scenario il Cammino di San Francesco Caracciolo - circa 550 km da Loreto a Napoli, sulle tracce del Santo patrono dei cuochi - è stato scelto come banco di prova di una nuova idea per amplificare il potenziale di questo segmento del mondo dei viaggi e dell’ospitalità: far parlare i luoghi con le voci di chi li abita in una prospettiva fino ad oggi distante dalla nostra cultura e di imprinting più anglosassone.
“Vogliamo che chi cammina trovi luoghi e persone pronte a raccontarli attraverso modalità inedite” afferma il duca Nicola Caracciolo, coordinatore del Cammino. «I due assi sono nuove narrazioni e riconnessione con la natura. Fontane, portoni, ma in particolare gli alberi, punti in cui ci si ferma, si ascolta, si condivide. Ai loro piedi installeremo QR code con storie esperienziali e multilingue che entreranno nella vita dei borghi. La novità vera, oltre ai supporti, è nel fatto che protagoniste saranno le voci degli abitanti dei luoghi interessati dall’esperimento».

L’impianto sarà tradotto operativamente con Story Points multimediali e con una formazione breve rivolta agli operatori locali. The Story Behind, realtà che aiuta musei, siti archeologici, centri storici e territori a raccontarsi in modo accessibile e coinvolgente, curerà questi dispositivi con approccio partecipativo.
La road map è definita: progetto pilota chiuso entro il 2025, avvio operativo dal 2026. Intorno, nell’Alto Casertano, più itinerari finanziati (tra cui quello della Via Francigena) si intrecciano, e la partnership con il tour operator Destination Italia creerà attenzione sui mercati internazionali oltre a quello nostrano, offrendo ai viaggiatori un’alternativa ai circuiti tradizionali saturi e a rischio overtourism.
Il nuovo impianto narrativo è stato testato, seppur non ancora implementato con i QR code, da un gruppo di giornalisti in un press tour che ha toccato cinque punti del territorio. L’itinerario ha unito soste brevi e momenti di ascolto sotto alberi “significativi” con il coinvolgimento dei rappresentanti delle istituzioni locali a fare da guida nella sperimentazione ma anche nella condivisione di evidenze storiche rilevanti.
A Rocca d’Evandro la salita alla fortezza sul Monte Camino e la sosta tra santuario ed eremo dell’Eterno Padre hanno mostrato come l’albero possa diventare soglia tra chi arriva e chi resta.


Presenzano ha offerto il set del Borgo dei Briganti come cornice viva per narrazioni di memoria e mestiere.

A Mignano Montelungo (comune capofila nel progetto) il Castello di Ettore Fieramosca, il Palio e i falconieri hanno dialogato con la memoria del 1943, indicando una storia civile accessibile a tutti.


Teano ha parlato due volte, prima alla tenuta I Cacciagalli, tra vigne e anfore in cantina, poi nel centro storico, dove sono stati ricordati i luoghi in cui soggiornò Vittorio Emanuele II.




A Pugliano di Teano la Cooperativa La Strada ha fatto da prova di realtà: ventisette ettari confiscati alla camorra che oggi sono agricoltura sociale, trasformazioni di nocciole e olive e laboratorio di inclusione.


Il risultato è ordinato e misurabile, luoghi che si offrono come Story Points abitati, comunità coinvolte nella produzione dei contenuti, un calendario di azioni che porta dall’ascolto sul campo alla messa in opera. «Non una moda, ma un patto tra chi viaggia e chi abita», conclude Caracciolo. «Un cammino che invita a fermarsi, ascoltare, restituire».
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