Vending: consumi giù del 4,6% nei primi sette mesi dell'anno
Il Vending italiano frena dopo la ripresa post-Covid. CONFIDA presenta i dati del settore e illustra alcune proposte per supportare il settore
INDAGINI E RICERCHE - Il mercato della distribuzione automatica italiana sta vivendo un momento difficile. Nei primi sette mesi dell'anno le consumazioni sono calate del 4,6%, interrompendo bruscamente la fase di recupero avviata dopo la pandemia.
Dal 2021 al 2023 il settore aveva infatti mostrato segni di ripresa: prima con un rimbalzo del 10,48%, poi con una crescita del 5,07% nel 2022 e infine con un incremento più contenuto dello 0,74% nel 2023. I dati sono stati presentati da CONFIDA, l'Associazione Italiana Distribuzione Automatica, durante gli Stati Generali del Vending organizzati nella sede romana di Confcommercio-Imprese per l'Italia, con la partecipazione di circa 200 operatori del settore e numerosi esponenti istituzionali.
Le ragioni del declino: industria, inflazione e smart working
Diversi fattori hanno contribuito a questo andamento. Il settore risente fortemente del rallentamento della produzione industriale e del conseguente incremento della cassa integrazione, dal momento che il 37% delle consumazioni attraverso distributori automatici avviene proprio nel comparto manifatturiero.
L'inflazione ha inoltre causato una contrazione dei consumi alimentari fuori casa: nell'ultimo anno oltre un terzo degli italiani ha registrato un peggioramento della propria condizione economica. Si aggiunge poi la diffusione dello smart working, adottato stabilmente dal 31% della popolazione, che ha modificato radicalmente le abitudini lavorative.
Nel frattempo i comportamenti di consumo si sono trasformati, orientandosi verso proposte sempre più su misura e determinando una crescente diversificazione delle preferenze alimentari. Nonostante questo quadro critico, una ricerca IPSOS commissionata da CONFIDA mostra che il 79% degli italiani continua a vedere nei distributori automatici una soluzione pratica e rapida per bevande e snack. La stessa percentuale li considera strumenti di utilizzo semplice e immediato, mentre il 74% li percepisce come un momento di pausa dalla routine e il 64% riconosce al settore una natura innovativa.
Produzione in caduta libera e appello sul Piano Transizione 5.0
La contrazione dei consumi ha avuto ripercussioni dirette sulla produzione di macchinari. Nel primo semestre del 2025 le vendite di vending machine nuove sono precipitate del 28%, colpendo un segmento di eccellenza del Made in Italy. Il comparto si trova inoltre a fronteggiare la crescente competizione di produttori asiatici, i cui distributori automatici talvolta non rispettano gli standard normativi europei o provengono da contesti produttivi caratterizzati da manodopera con retribuzioni e tutele inadeguate. "Per questo - spiega Massimo Trapletti, Presidente di CONFIDA - il Piano Transizione 5.0 era un provvedimento molto atteso dalle aziende del settore, che tuttavia non si è potuto utilizzare per le difficoltà applicative. Auspichiamo pertanto che la revisione contenuta nella Legge di Bilancio renda più agevole l'accesso al beneficio per le nostre imprese."

Verso un contratto dedicato e l'allarme sul regolamento europeo imballaggi
Parallelamente, gli operatori chiedono di definire un protocollo integrativo specifico al contratto collettivo del commercio, a cui fanno riferimento i dipendenti del vending, per riconoscere meglio le caratteristiche peculiari delle professionalità impiegate nella distribuzione automatica.
Sul tema è intervenuto Carlo Sangalli, Presidente di Confcommercio: "Il settore della distribuzione automatica include circa 30.000 addetti, per un totale di 3.000 imprese. Un numero decisamente sufficiente per prendere in considerazione di elaborare un protocollo dedicato al mondo del vending che integri il nostro principale contratto collettivo nazionale al prossimo rinnovo, dando al settore le specifiche necessarie a valorizzare le proprie qualità."
Un'altra criticità riguarda il Regolamento Europeo sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio, noto come PPWR, che diventerà operativo dal prossimo anno. In particolare, gli obiettivi di riutilizzo previsti e l'introduzione di sistemi di deposito e cauzione rischiano di compromettere gli sforzi compiuti negli anni sul fronte del riciclo. Il progetto di economia circolare "RiVending" è ormai consolidato su tutto il territorio nazionale, con oltre 16.000 contenitori per la raccolta della plastica installati presso 2.500 aziende. Per questo motivo il settore sollecita le istituzioni italiane ad applicare il regolamento PPWR prevedendo esenzioni per quelle disposizioni incompatibili con le caratteristiche strutturali della distribuzione automatica.
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