Vigneti eroici e storici tutelati come bene comune. Nuove opportunità per le aree del Soave
Da oggi i vigneti storici ed eroici saranno tutelati come bene comune e diventano oggetto di maggiori tutele in chiave di conservazione paesaggistica.
Un patrimonio produttivo ed ambientale da tutelare, valorizzare, sostenere.
È quello dei vigneti eroici e dei vigneti storici cui è interamente dedicato, in base all'articolo 7 comma 3 del Testo Unico del Vino dove la vite e i territori viticoli vengono considerati patrimonio culturale, il Decreto firmato dalla Ministra Teresa Bellanova di concerto con i Ministri Franceschini e Costa.
E che rende finalmente concreto il percorso atteso da tempo perché i soggetti interessati possano presentare alle Regioni di competenza le domande per il riconoscimento dei vigneti storici o eroici.
Come indica il Decreto, si definiscono eroici i vigneti che "ricadono in aree soggette a rischio idrogeologico, o situati in aree dove le condizioni orografiche creano impedimenti alla meccanizzazione, in zone di particolare pregio paesaggistico e ambientale, nonché i vigneti situati nelle piccole isole".
Sono considerati viceversa storici "quei vigneti la cui presenza, segnalata in una determinata superficie/particella, è antecedente il 1960". Vigneti la cui coltivazione è caratterizzata dall'impiego di pratiche e tecniche tradizionali "legate agli ambienti fisici e climatici locali, che mostrano forti legami con i sistemi sociali ed economici".
In poche parole, da oggi i vigneti storici ed eroici saranno tutelati come bene comune e diventano oggetto di maggiori tutele in chiave di conservazione paesaggistica.
Le Colline Vitate del Soave sono state il primo Paesaggio a essere riconosciuto nel 2015 in questo registro, un territorio dove, come riportato nella motivazione del riconoscimento, vi è un’area che presenta un alto grado di integrità in termini di conservazione della destinazione agricola delle colline. Un presidio storico vitivinicolo che gioca quindi un ruolo fondamentale non solo per l’attualità ma anche per il futuro.
L’impegno del Consorzio dal 2015 non si è fermato, prima con il riconoscimento nel 2018 a Patrimonio Agricolo di Rilevanza Mondiale da parte della FAO, poi con l’implementazione di progetti innovativi dalla prevenzione dell’erosione del suolo, alle Unità Geografiche Aggiuntive.
"Questo decreto sancisce il lavoro che portiamo avanti ogni giorno di tutela della viticoltura tradizionale nelle Colline del Soave mozzafiato – dice Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio – Da sempre infatti la tutela delle vigne storiche e della viticoltura tradizionale sono i valori per i quali il Consorzio si è sempre battuto e che sono stati il motore di una parte dell’azione consortile. Vogliamo che Soave non sia solo sinonimo di un vino bianco eccezionale, ma anche di un territorio di bellezza questo decreto è una pietra miliare poiché riconosce e tutela quella viticoltura che ha fatto la storia e il pregio del vino italiano".
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