Vino, salumi e formaggi di qualità in pegno per ottenere prestiti
Pubblicato il decreto che dà il via libera al "pegno rotativo": vini, formaggi e salumi di qualità - Dop e Igp - potranno essere dati in pegno dalle aziende in cambio di prestiti
Pubblicato il decreto del Ministero delle Politiche Agricole che dà il via libera della misura del “pegno rotativo” sui prodotti agricoli e alimentari a denominazione d'origine protetta o a indicazione geografica protetta (Dop/Igp) recentemente introdotta dal decreto “Cura Italia”.
Si stabilisce così che vini, formaggi e salumi di qualità potranno essere dati in pegno dalle aziende in cambio di prestiti: una soluzione sicuramente efficace per superare la crisi generate dall'emergenza sanitaria che ha messo in difficoltà molte aziende del settore che ora, dopo mesi di chiusura del canale Horeca, si ritrovano con i magazzini colmi di merci, decisamente da considerare come di valore.
Si tratta infatti - sottolineano da Coldiretti - di un tesoro diffuso lungo tutta la Penisola particolarmente apprezzato a livello internazionale che fa gola anche alle banche interessate ad investire nella qualità e nel valore del Made in Italy.
Le specialità alimentari - spiega la Coldiretti - possono essere date in pegno, a decorrere dal giorno in cui sono collocate nei locali di produzione e/o stagionatura e/o immagazzinamento in cambio di prestiti che vengono incassati mantenendo la proprietà del prodotto, che può essere sostituito senza ulteriori stipulazioni.
Una forma di finanziamento innovativa particolarmente adatta – precisa la Coldiretti - per alimenti che chiedono tempo per completare il ciclo produttivo come ad esempio l’invecchiamento dei vini, la stagionatura dei formaggi o l’affinamento dei salumi.
Si tratta di specialità Made in Italy di alta gamma particolarmente colpiti dal crollo del canale della ristorazione che non viene compensato in Italia dal leggero aumento della spesa domestica che trovano nella ristorazione un importante mercato di sbocco.
Nel 2020 la Coldiretti stima in Italia una riduzione di ben 24 miliardi della spesa a tavola ma anche una diffusa difficoltà nelle esportazioni agroalimentari che hanno determinato spesso un aumento delle scorte di magazzino che ora possono essere date in garanzia per consentire il superamento della crisi.
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