A Bolgheri la Convention 2024 delle Donne del Vino toscane

Per la convention delle Donne del Vino toscane in programma due super experience e la presentazione del volume "Generazioni in campo" aperta anche al pubblico

24 Maggio 2024 - 10:46
A Bolgheri la Convention 2024 delle Donne del Vino toscane

Si terrà a Bolgheri il 28 maggio la Convention 2024 delle Donne del Vino toscane.
La giornata prevede un programma stellare che si aprirà con una visita alla Tenuta San Guido, ospiti di Priscilla Incisa della Rocchetta che racconterà la storia della tenuta e del vino Sassicaia facendo degustare il “Guidalberto” IGT Toscana rosso 2021 e “Sassicaia” Doc Bolgheri-Sassicaia 2020. Sarà un’esperienza unica, accompagnata dai tanti miti che raccontano questo luogo straordinario: i cipressi cantati dal Premio Nobel Giosuè Carducci, il cavallo più premiato e la razza Dormello-Olgiata, il Rifugio Faunistico Padule di Bolgheri e, naturalmente, quel vino che, per primo, riuscì ad affermarsi nel panorama vinicolo internazionale usando il Cabernet Sauvignon. Era il 1978 e il vino era appunto il Sassicaia.

Dopo il pranzo conviviale all’Osteria La Magona, la seconda visita nel Bolgherese, alla Tenuta Argentiera. Accolte dalla Donna del Vino Cristina Tecce e dal direttore Leonardo Raspini, il racconto della storia della tenuta che si estende per 153 ettari  - il cui nome deriverebbe dalle miniere di argento del popolo etrusco che qui aveva sviluppato un centro di produzione e commercio usando il vicino golfo di Baratti - introdurrà la visita tra i filari e le mille barriques nelle spettacolari cantine, prima dell’assaggio di tre vini: Vermentino “Eco di Mare” IGT 2023, Bolgheri Rosso Doc “Villa Donoratico” 2021, Bolgheri Superiore Doc Argentiera.

La giornata delle Donne del Vino andrà avanti con la parte del programma aperta al pubblico, durante la quale si svolgerà la presentazione del libro “GenerAzioni in campo Radici e percorsi del vino al femminile (Casa Editrice All Around) da parte degli autori Eva Panitteri e Maurizio Saggion.
A dispetto dell’apparenza sottile, il libro ha un contenuto ricchissimo e capace di ispirare chi legge guardando il vino al femminile da diversi punti di vista: storico, normativo, sociologico e persino linguistico. Viene evidenziato come la coniugazione al femminile passi anche dall’uso degli articoli e non sia ininfluente nella considerazione di sé delle donne. Anche i dati statistici non aiutano a far emergere l’apporto femminile: “accade che i così detti valori specifici riferibili alle donne del vino, si mimetizzino entro computi molto più generici”, in altre parole nel quadro d’insieme mancano dati disaggregati. Tuttavia, balza agli occhi la distanza fra il 28% della forza lavoro e delle imprese a direzione femminile e gli organi direttivi del mondo del vino, dove le donne sono delle rarità. Eppure, nella storia del vino, le poche donne in posizione apicale hanno lasciato tracce forti come Maria Teresa d’Austria che nel 1787 istituisce il catasto dei vigneti e la classificazione dei vini di Gorizia e Gradisca oppure Giulia Vittoria Colbert moglie del marchese Falletti di Barolo che cambia, da dolce a secco, il gusto del vino ottenuto dal Nebbiolo.
Tra le donne testimonial del cambiamento nel ruolo delle Donne del Vino, c’è anche Donatella Cinelli Colombini, dal 2016 al 2022 Presidente Nazionale delle Donne del Vino e dal 2023 Presidente delle Donne del Vino della Toscana. E, insieme a lei, anche Daniela Scrobogna – considerata una delle massime esperte di vino in Italia – e Ruenza Santandrea che ha rivestito un ruolo apicale nel Consorzio Vini Romagna, in Terre Cevico e in Alleanza Cooperative. Tutte e tre protagoniste di altrettante interviste che – insieme ad altre 11 incentrate sul passaggio generazionale e sulle coppie – vanno a comporre i profili che Eva Panitteri e Maurizio Saggion hanno tratteggiato nel loro libro riconoscendo l’importanza di modelli di riferimento positivi. Profili in certi casi consapevoli del proprio ruolo in quanto donne e in altri casi “in linea con la tendenza più generale, che non ritengono che la nota di genere apporti differenze sostanziali ai vini che realizzano, alle aziende che gestiscono o alle proprie realtà professionali”.

Nelle conclusioni, Eva Panitteri scrive che “le donne stanno smettendo di considerarsi seconde, nonostante nella società resistano ancora diverse problematiche” e, più sotto “questi racconti e voci servono a confrontarsi, a conoscersi, a ricordare quanto è stato fatto e quanto è ancora possibile fare per un mondo e un sistema migliori di quelli che abbiamo”.   

Donne del Vino della Toscana

Le Donne del Vino toscane sono 107, circa il 10% dell’intera associazione e si distinguono per il loro eccezionale attivismo: dall’inizio dell’anno hanno fatto corsi sul vino in due Istituti Turistici e Alberghieri, hanno finanziato il Centro Antiviolenza “Insieme Valdelsa” con Amorim Cork Italia attraverso la racconta tappi di sughero usati e hanno visitato il Museo Ferragamo, ascoltando la storia di Wanda Ferragamo, la mitica “magic Wanda” capace di ispirare coraggio e talento creativo. L’elenco si allunga con il webinar dell’Avvocatessa Claudia Del Re sulle nuove norme dell’etichettatura e la degustazione dei vini di 9 socie all’AIS Milano. Fra le socie della delegazione toscana delle Donne del Vino, compaiono molte nuove professioniste del vino come la grafica che disegna etichette e packaging, l’immobiliarista specializzata nella compravendita di cantine con vigneto, l’avvocatessa esperta in diritto vitivinicolo, chi si occupa di comunicazione digitale o di winehospitality. Accanto a loro produttrici, sommelier, ristoratrici, enotecarie, enologhe, esperte, giornaliste e addette ai settori commerciale e marketing del vino.

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