A giugno l'inflazione rallenta anche nella ristorazione. Lo studio Fipe sui dati Istat
Si avvertono gli effetti del raffreddamento dei prezzi dell’energia e degli alimentari, i prezzi scendono a giugno, anche nella ristorazione. A renderlo noto è il Centro Studi di FIPE-Confcommercio, a partire dai dati Istat.
La corsa dei prezzi rallenta. I dati definitivi sull'inflazione diffusi dall’Istat indicano una flessione dal +7,6% di maggio al +6,4% di giugno. La ristorazione segue il profilo decrescente dell’andamento dell’inflazione generale, passando dal +6,5% di maggio al +6,3% di giugno. Si avvertono gli effetti del raffreddamento dei prezzi dell’energia e degli alimentari, che hanno condizionato favorevolmente l’intero tessuto economico. Restano, tuttavia, particolarmente alte le variazioni dei prezzi di altri importanti servizi turistici, primi tra tutti il trasporto aereo che, rispetto a un anno fa, segna un + 23,5%. A renderlo noto è il Centro Studi di FIPE-Confcommercio, la Federazione italiana Pubblici Esercizi, che, partendo dai dati diffusi dall’Istat, ha elaborato le informazioni per Bar, Ristoranti e Mense.
Entrando nel dettaglio, l’aumento dei prezzi nel canale bar è stato dello 0,3% su base congiunturale, mentre rispetto a un anno fa l’aumento è stato del +4,8%, ben al di sotto dell’inflazione generale. Nello specifico, gli incrementi sopra la media per questo canale riguardano i prodotti di pasticceria e gelateria (+6,2%) e gli snack (+5,4%). Se guardiamo ai ristoranti, in quelli tradizionali e nelle pizzerie a giugno gli aumenti sono decelerati rispetto a quanto rilevato il mese precedente, registrando rispettivamente +0,3% e +0,1%. Le variazioni rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso si attestano a +5,5% per i ristoranti e +6,5% per le pizzerie. Da segnalare l’aumento tendenziale dei prezzi nel delivery (+11,3%). Profilo molto diverso della ristorazione collettiva, dove l’aumento tendenziale dei prezzi per la quota a carico delle famiglie è stato dello 0,5%. Un caso particolare è quello delle mense scolastiche, in cui è stata registrata una variazione tendenziale negativa (-0,3%) che ha frenato la crescita dei prezzi relativa all’intero comparto.