È partito nella serata di mercoledì 26 giugno il vertice tra la
Commissione Europea e i ministri
degli esteri di Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay (area
Mercosur) finalizzato a superare gli ostacoli esistenti da decenni e trovare un
accordo di libero scambio commerciale tra i paesi del blocco sud Americano e l'Europa.
Un accordo ricercato dall'Europa, secondo i commentatori, per
prevenire e contrastare la continua minaccia dei dazi imposti dall'America e assicurarsi uno sbocco nel continente sia per l'industria delle auto che per quella alimentare, dove la partita si gioca soprattutto sul campo di vini e formaggi. Invece, per quanto riguarda l
'importazione di prodotti dai paesi Mercosur, preoccupano la maggiore facilità con cui
zuccherro, carni bovine e pollame potranno entrare in Europa sfavoreggiando produttori nostrani.
L'Unione Europea sta lavorando in queste ore al tavolo con i rappresentanti del blocco sud americano soprattutto per garantire una
maggiore tutela per i suoi prodotti Dop e Igp (si tenga conto che in Brasile il Prosecco è considerato una varietà di uva) e soprattutto
ottenere maggiori aperture per vini e formaggi.
Moltissime le perplessità di questo accordo UE-Mercosur arrivano dall'Italia e riguardano soprattutto i
vini italiani; il
presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha dichiarato "Non ci sono le condizioni per chiudere l'accordo. La Commissione ha già fatto concessioni rischiose per la stabilità di alcune produzioni zootecniche (carni bovine e pollame), per lo zucchero ed il riso. Inoltre sembra non sia prevista per i vini italiani ed europei la completa liberalizzazione in tempi brevi del mercato Mercosur. Non sembra neppure scontato il riconoscimento e la tutela della Denominazione d'origine protetta (DOP) Prosecco".
A chiarire la situazione della liberalizzazione dei vini sul mercato sud Americano è poi intervenuto
Paolo Castelletti,
Segretario generale di Unione Italiana Vini, che in una nota stampa specifica:
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Paolo Castelletti, Presidente Unione Italiana Vini[/caption]
“Abbiamo appreso che le proposte di concessioni in materia tariffaria per il settore del vino sarebbero estremamente insoddisfacenti, in quanto il Mercosur propone un’eliminazione delle barriere tariffarie dopo 15 anni dall’entrata in vigore dell’accordo. Tale proposta è inaccettabile. In questo modo, il vino italiano non trarrebbe alcun beneficio a breve e medio termine dalla conclusione dell’accordo e i vini argentini e cileni continuerebbero a rafforzare le loro quote di mercato in Brasile.
Per questo Unione Italiana Vini ritiene indispensabile che, mediante l’approvazione dell’accordo, in via prioritaria,
l’Unione Europea ottenga un’eliminazione completa dei dazi sul vino fin dall’entrata in vigore del trattato. Il vino non può mancare questa opportunità. Nel Mercosur – aggiunge Castelletti – siamo in competizione con Paesi che non hanno le stesse restrizioni. Il Brasile, tra i mercati emergenti, è uno dei più dinamici e promettenti in chiave di potenziale aumento dei consumi pro capite di vino. Tuttavia, le barriere tariffarie e non tariffarie presenti in questo Paese impediscono o rallentano lo sviluppo del business delle imprese vitivinicole. L’accordo dovrà garantire, mediante uno specifico ‘capitolo vino’, il superamento di queste barriere che oggi impediscono un corretto e trasparente accesso al mercato”.
Secondo l’osservatorio del vino, infatti, nel 2018 l’export vinicolo italiano in Brasile è stato di circa 35 milioni di euro, con una preoccupante flessione del 9,2% in valore e del 21% in volume rispetto al 2017. Tale dato è sinonimo delle difficoltà riscontrate dagli operatori italiani in questo mercato, nonostante gli importanti investimenti in promozione e internazionalizzazione.
“Una seconda questione cruciale per le imprese vinicole dell'UE – conclude Castelletti – è la protezione delle indicazioni geografiche (IG). Nel corso dei negoziati, abbiamo sempre sottolineato, in particolare, l’urgenza di ottenere la protezione della DOP Prosecco, utilizzata nei Paesi Mercosur come nome di varietà. Chiediamo, quindi, il massimo impegno anche in tal senso e che ogni strategia sia messa in campo per trovare una soluzione che assicuri la protezione del nome Prosecco, al fine di evitare una escalation di azioni volte ad usurpare e utilizzare questa DOP in Brasile e Argentina, che causerebbe un ingente danno economico e di immagine ai produttori italiani in quei Paesi e in altri mercati internazionali”.
Le prossime ore saranno decisive per la conclusione degli accordi e per il destino del prodotto made in Italy per eccellenz