Energia pulita dagli scarti della vite: un progetto di sostenibilità ambientale
Ridurre i costi di trattamento dei rifiuti e produrre energia elettrica pulita dalla valorizzazione degli scarti della filiera vitivinicola utilizzandoli in cantina. È il progetto BIOVALE - BIOraffineria: VALore aggiunto dei sottoprodotti Enologici - promosso dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie Chimiche dell'Università di Roma Tor Vergata, in collaborazione con l'Associazione Donne della Vite e finanziato dalla Fondazione AGER - Agricoltura e Ricerca. Due incontri a Soave nel veronese e a Poggibonsi, nel senese, mettono in contatto il mondo della ricerca, dell'industria e dell'enologia. La filiera vitivinicola, che produce sottoprodotti e scarti come i raspi, le vinacce, le fecce e le acque di lavaggio della cantina, può essere ripensata in una nuova ottica di economia circolare, con l’introduzione del concetto di bioraffineria per ottenere energia o nuove molecole bioattive per l’industria farmaceutica o cosmetica e per la produzione di biopolimeri.
Oggetto degli incontri la presentazione del progetto BIOVALE e le possibilità di sfruttamento a fini energetici delle biomasse, provenienti dalle fecce e dalle acque di lavaggio dei locali e degli impianti enologici offerte dalla tecnologia innovativa dei sistemi bioelettrochimici (BES).
A presentare la nuova tecnologia, le sue potenzialità e i risultati ottenuti Barbara Mecheri e Alessandra D’Epifanio, del gruppo MaDE@UTV (Materials and Devices for Energy at University of Rome Tor Vergata) del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Chimiche dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”.
Nel processo di innovazione, la ricerca rappresenta il primo fondamentale passaggio e deve essere seguita, per essere messa a disposizione dei produttori, dall’incontro con l’industria e con tutti gli attori della filiera. Per questo motivo le ricercatrici di Roma, in collaborazione con l’Associazione Donne della Vite, sensibile alla necessità di far dialogare nel trasferimento tecnologico il mondo della scienza e quello dell’industria e della produzione enologica, hanno scelto per gli incontri una modalità proattiva, che favorisca il dialogo e lo scambio tra le relatrici e i partecipanti.
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