Aumenti sulle materie prime: bar e ristoranti rivedono i listini

L'inflazione inizia a pesare fortemente sui pubblici esercizi, che saranno costretti con il nuovo anno ad alzare i prezzi.

23 Dic 2021 - 09:45
Aumenti sulle materie prime: bar e ristoranti rivedono i listini
[mp3j track="https://horecanews.it/wp-content/uploads/2021/12/Aumenti-sulle-materie-prime-bar-e-ristoranti-rivedono-i-listini.mp3" Title="Ascolta la notizia in formato audio"] L’inflazione in costante crescita non risparmia nemmeno la ristorazione e i prezzi delle materie prime schizzano alle stelle. A svelarlo è un’indagine condotta dall’Ufficio studi di Fipe-Confcommercio che ha interrogato su questo punto i gestori dei Pubblici esercizi italiani: oltre 9 imprenditori su dieci lamentano un incremento dei prezzi delle materie prime, in particolare su prodotti ittici, frutta, carni e ortaggi. L’aumento medio dei soli prodotti alimentari è del 10% ma il 36,4% degli intervistati registra incrementi persino superiori.  La spinta inflazionistica degli ultimi mesi è senza dubbio causata da molteplici fattori – sottolinea l’Ufficio Studi -. L’andamento anomalo delle condizioni meteo che ha colpito le produzioni ortofrutticole, le restrizioni imposte nei vari Paesi a causa della pandemia, fenomeni geopolitici che hanno impattato in modo significativo sui costi dell’energia, hanno provocato un generalizzato aumento dei prezzi. Non mancano, tuttavia, neppure alcuni fenomeni speculativi pronti a sfruttare gli squilibri tra domanda e offerta generati dalla ripresa dell’economia mondiale. Fino ad ora i ristoratori hanno assorbito questi aumenti senza scaricarli sui consumatori, ma non potrà essere ancora così a lungo.”.  Sul probabile aumento dei listini che potrebbe verificarsi già nei primi mesi del 2022 incide, oltre all’inflazione acquisita dalla filiera e l’impennata dei costi dell’energia, anche il fatto che il 43% delle imprese non ritocca i prezzi da oltre di un anno. Il 76% dichiara che li aggiornerà tra la fine dell’anno e la prima parte del 2022 ma non manca chi, il 24% del totale, continuerà a tenerli bloccati per almeno un altro anno.
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