Carnevale 2024: fra turismo e dolci tipici un giro d'affari di 1 miliardo e 700 milioni

Due indagini rivelano come il Carnevale sia rilevante per l'economia: tra dolci tipici e piccole vacanze per turismo e pasticceria cresce il giro d'affari

14 Febbraio 2024 - 14:00
Carnevale 2024: fra turismo e dolci tipici un giro d'affari di 1 miliardo e 700 milioni

L'aria di allegria e tradizione avvolge le strade delle città, mentre il profumo invitante di dolci prelibati si diffonde nell'atmosfera: questo è nelle grandi città e nei borghi l'atmosfera del Carnevale, una festività amata in tutto il mondo. Ma il Carnevale non è solo maschere e coriandoli, è anche un momento di fervente attività economica, con il settore dolciario che registra picchi di vendite e il turismo che invoglia migliaia di visitatori a immergersi nelle tradizioni locali.

Secondo un'indagine di CNA Agroalimentare condotta tra i suoi iscritti di tutta Italia ammonta a settecento milioni di euro il giro d’affari dei dolci di Carnevale, ormai prodotti fin dalle prime settimane di gennaio. Un mercato in costante aumento che in tre anni è cresciuto di oltre il 25%. Secoondo gli artigiani di CNA Agroalimentare il gusto e la qualità dei prodotti artigianali, infatti, fanno la differenza. Sempre più apprezzata dai consumatori insieme alla tipicità di questi autentici presidi territoriali, corollario indispensabile alla festa più colorata e allegra dell’anno.

Ma quali sono i dolci di Carnevale più apprezzati? Premesso che i fritti dominano il panorama, senza rivali sono le chiacchiere nelle loro varie denominazioni. Chiacchiere appunto in Lombardia, Piemonte, Campania, Sicilia e quasi tutto il Mezzogiorno. Frappe a Roma e nel Lazio. Cenci in Toscana. Bugie in Liguria. Ciarline in Emilia. Fiocchetti in Romagna. Crostoli in Friuli Venezia Giulia. Fritte della tradizione, al forno o “senza glutine”, magari bagnate nella cioccolata o in altre creme, valgono ben oltre la metà del mercato. Sono diventate insomma il dolce nazionale di Carnevale, come il panettone o il pandoro a Natale, la colomba a Pasqua.

Accanto al dolce simbolo del Carnevale, praticamente come i “mille campanili” ogni area del nostro Paese sfoggia, e gusta, il “suo” dolce di Carnevale. Con le chiacchiere solo le castagnole (classiche, alla crema, alla ricotta, al cioccolato, allo zabajone) hanno una diffusione sovraregionale.

Tra i prodotti localmente più diffusi si registrano tortelli, ravioli, tagliatelle dolci e torte di riso (nelle regioni settentrionali); fritole, galani, rufioli in Veneto; il bujarnik friulano; i chifelini di Trieste; berlingozzo, frati fritti e schiacciata in Toscana; i limoncini marchigiani; la Crescionda di Spoleto; il migliaccio napoletano; gli strufoli o struffoli praticamente in tutto l’ex Regno delle Due Sicilie con varianti quali la cicerchiata nelle regioni centrali e la pignolata in Sicilia; i taralli al naspro lucani; frati fritti e zeppole in Sardegna.

Ma non è tutto qui: il Carnevale è un periodo ormai stabilmente insediatosi tra i “piatti forti” del turismo fuori stagione italiano con un giro d'affari stimato da una indagine di CNA Turismo e Commercio a 1 miliardo di euro.

Ad aprire il ricco calendario di eventi carnascialeschi, giovedì primo febbraio, è stato il Carnevale dei ragazzi alla Biennale di Venezia, a chiuderlo sarà la Sfilata dei carri allegorici a Viareggio sabato 24 febbraio, con una appendice esattamente un mese dopo, domenica 24 marzo, con il Corteo dei carri fioriti a Sanremo. Tra un estremo e l’altro, inoltre, manifestazioni a Ivrea e a Cento, a Fano e a Comacchio, a Putignano e ad Acireale, per citarne solo qualcuna delle tantissime organizzate nel nostro Paese.

Otto milioni i visitatori che si sposteranno per le iniziative del periodo, tra i quali due milioni e mezzo di turisti che pernotteranno fuori casa, in strutture alberghiere ed extra-alberghiere. Quota un milione dovrebbe essere toccata dai turisti stranieri, attirati dalla possibilità di unire la visione di spettacoli unici e autentici alla visita a città e borghi d’arte. In media, i pernottamenti di turisti italiani e stranieri attirati dal magnete Carnevale saranno di due giorni pro capite. Significative – secondo CNA Turismo e Commercio – le ricadute per ristorazione, enogastronomia, artigianato.

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