Chef campani riuniti per una speciale cena a 10 mani! È "SINE Ambasciata Campana - Volume 2"

L’appuntamento è per il 22 Novembre alle 19.30 a "casa" di chef Di Pinto, per una serata con gli chef campani De Martino, Guarino, Iavarone e Scarallo.

14 Nov 2023 - 14:13
Chef campani riuniti per una speciale cena a 10 mani! È "SINE Ambasciata Campana - Volume 2"

Dopo il grande successo dello scorso anno, va in scena la seconda edizione di SINE Ambasciata Campana, un’occasione per riunire chef sparsi per l’Italia, originari di Napoli e dintorni, e dare lustro a un meraviglioso territorio, alla cucina della terra delle Sirene.

Umberto De Martino, Vincenzo Guarino, Domenico Iavarone e Lino Scarallo chiamati a raccolta dallo chef Roberto Di Pinto, artefice e regista di SINE by Di Pinto, per una speciale cena a dieci mani che omaggia le loro origini con twist contemporanei i sapori della Costiera Amalfitana e non solo, portando il ricco sapere di un sontuoso patrimonio culinario.

L’appuntamento è per il 22 Novembre alle 19:30 e si aprirà con l’aperitivo di benvenuto di Champagne Henriot. Il menu della serata sarà accompagnato dai vini di Marisa Cuomo e prevede le seguenti portate:

Gambary-Orange 
(Umberto De Martino - Florian Maison)

Risotto limone, scampi e liquirizia
(Domenico Iavarone)

Mescafrancesca alla Partenope con aglio candito
(Lino Scarallo - Palazzo Petrucci)

Scorfano all’acqua pazza
(Roberto Di Pinto - SINE)

Predessert

Guardo il mondo dall’Oblò
(Vincenzo Guarino - La Tavola Rossa)

Il costo della serata è di 180euro, abbinamenti vini incluso.
Info e prenotazioni:  info@sinerestaurant.com / +39 0236594613

Umberto De Martino.

Nato a Sorrento nel 1974 in una famiglia numerosa in cui la cucina è tradizione e passione di famiglia, sia grazie al papà Giuseppe che è uno chef noto della penisola, sia grazie alla mamma Carmela.

La tavola è così fin dall’infanzia un luogo di ritrovo e di amore e ha fortemente influenzato la sua visione gastronomica, molto legata alle sue origini e alla territorialità come vero valore aggiunto. Muove i primi veri passi con lo chef Mario Zini del ristorante La Scala di Amburgo, grazie al quale comprende che essere “chef” non significa soltanto preparare pietanze ma è innanzitutto colui che sceglie e seleziona la materia prima. Si forma e si aggiorna quindi con corsi di sommelier, sulle tipologie di olio, formaggio, vino, caffè e su tutto quello che fa parte del concetto di gastronomia. Stages in diverse parti d’Italia: La Ciau del Tornavento di Maurilio Garola (Treiso); Cascinale Nuovo (Isola d’Asti) e Pisterna (Acqui Terme), entrambi di Walter Ferretto; Torre del Saracino di Gennaro Esposito (Vico Equense); Il Buco di Giuseppe Aversa (Sorrento). Prende poi le redini della cucina di Castello Malvezzi fino a marzo 2015 quando decide di rilevare insieme alla compagna Monia il Florian Maison a San Paolo d’Argon (BG). Nel novembre 2017 viene premiato con la stella Michelin, riconoscimento che non ne intacca l’identità e l’approccio nei confronti del cliente. Stagionalità, qualità, riconoscibilità del gusto della materia prima, questo i principi del suo processo creativo volto a trasformare il gusto in una foto-ricordo, un’esperienza impressa nella memoria del commensale.

Vincenzo Guarino.

Classe 1977, Vincenzo Guarino nasce a Vico Equense, Napoli, e fin da bambino, attraverso gli amorevoli insegnamenti della nonna, si avvicina alla cucina mediterranea.  Frequenta l’Istituto Professionale Statale per i servizi alberghieri e la ristorazione di Roccaraso e dopo il diploma prende parte a stage tenuti a Losanna, Zurigo, Napoli e Milano. Già dall’inizio della sua carriera lavora in diversi ristoranti stellati, sia in Italia che all’estero, al fianco di Chef come Gualtiero Marchesi a Capri, Peter Wiss a Gstaad e Nazzareno Menghini a Roma. Nel 2008 diventa Executive Chef presso il Relais Chateaux & Bellevue Syrene di Sorrento e nel 2009 riceve, per la prima volta, la prestigiosa stella Michelin presso il ristorante I Salotti, all’interno dell’Hotel Patriarca di Chiusi, Siena. Stella riconfermata al ristorante L’Accanto, all’interno del Grand Hotel Angiolieri di Vico Equense, al Ristorante Il Pievano al Castello di Spaltenna e al ristorante L’Aria, all’interno del Mandarin Oriental sul lago di Como. La sua filosofia di cucina è legato indissolubilmente alle radici, alle tradizione e al suo percorso, alle sue esperienze, alla voglia di creare e sperimentare. Oggi si dedica a La Tavola Rossa, un nuovo meraviglioso progetto all’interno del Castello di Postignano, uno dei borghi più belli d’Italia, con un concept innovativo completamente a sorpresa che abbraccia i sapori mediterranei.

Domenico Iavarone.

Originario di Casavatore, in provincia di Napoli. Trasparente, solare, estroverso, muove i primi passi professionali a 15 anni in piccole realtà del territorio per poi entrare a contatto con chef di realtà ben più rinomate come Gennaro Esposito e Oliver Glowig, esperienze che lo hanno formato e lo hanno fatto innamorare e appassionare all’alta gastronomia. Amante delle materie prime “povere” e legate alla memoria, non ama stravolgere l’identità di un ingrediente ma grazie a qualità, tecnica e creatività vuole rendere protagonista del piatto ogni suo singolo elemento, ognuno con il suo sapore caratteristico e in perfetta armonia ed equilibrio con tutti gli altri componenti. Premiato con la stella Michelin al ristorante Josè, è prossimo a dedicarsi a un nuovo importante progetto.

Lino Scarallo.

Uno scugnizzo napoletano che finge di fare lo Chef. Geniale, pirotecnico, con una vulcanica energia creativa che gli consente libertà sconosciute. Figlio della vera Napoli, cresce tra profumi e colori di un mondo che rischia di scomparire. Comincia a conoscere i sapori a casa e per strada, si iscrive quindi all'Istituto alberghiero e durante l'estate le prime esperienze di lavoro in Sardegna, in Austria e in Belgio.
A 21 anni apre  “La cantina del nonno”, un ristorantino a Panza, nell'isola di Ischia dove oltre a stare in cucina prende le comande in sala. La svolta nella vita gastronomica di Lino avviene però a 23 anni quando diventa Chef del ristorante “La maschera” ad Avellino. Qui prende forma quella che sarà l'identità della sua cucina. Nel 2006 l'incontro magico con Edoardo Trotta. Un imprenditore che sogna di riportare la grande cucina a Napoli. Da questo "matrimonio" nasce "Palazzo Petrucci". È uno straordinario successo. Dopo poco più di un anno arriva anche la stella Michelin. Il ristorante vive il pieno centro storico di Napoli con tutti i suoi colori e la sua vivacità. Poi a gennaio 2016 il trasferimento sulla baia di Posillipo di fronte al Vesuvio, Capri e lo storico Palazzo Donn'Anna. In uno scenario da sogno.
"La mia cucina è la narrazione di una storia del Mediterraneo, dei suoi profumi, i suoi sapori, i suoi colori, la sua essenza, letta da un napoletano irriverente”.

Roberto Di Pinto.

Napoletano, ha scelto di frequentare la scuola alberghiera alla metà degli anni Novanta affascinato da quello che leggeva nella rivista “Gran Gourmet”. Le esperienze lavorative cominciano a 16 anni. Ha iniziato come garzone nella pasticceria Scaturchio di Napoli per poi cominciare a conoscere la preparazione dei classici dolci partenopei come sfogliatelle, babà e pastiere. Entra nel mondo Starwood, rinomata catena alberghiera con la quale gira mezzo mondo, a partire dai ristoranti stellati “Fiore” e “Conservatory” di Londra per poi tornare in Italia a Firenze al Grand Hotel. Tappa importante a Milano con il Diana Majestic ma soprattutto con Nobu prima di approdare a Parigi nel 2000 con Beltramelli, allievo di Marchesi e di Ferran Adrià. Grazie a lui abbraccia nuove tecniche legate alla cucina molecolare, quella sognata da piccolo guardando le grandi riviste. Prima sous-chef e poi la grande occasione come Chef Executive al Bulgari, a cavallo tra i due ruoli l’incontro che ha cambiato la sua sua visione di cucina, uno stage da Gennaro Esposito nella Torre del Saracino, colui che gli ha fatto riscoprire il valore e la meraviglia della cucina di casa. Diverse eventi tra cui l’Ambasciata italiana a Lagos in Nigeria e soprattutto “Epicurea” con grandissimi chef come Yannick Alleno a Parigi, Dominique Crenn a San Francisco e Thompson a Bangkok, passando anche nelle loro cucine per arricchire la sua vision curiosa ed aperta. Ora si sta dedicando al progetto SINE, il ristorante dove raccontare la cucina delle radici e dei sogni e alla nuova apertura nelle langhe, L’Orangerie by Di Pinto, all’interno del Relais Le Due Matote. 

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