Festa della donna: la caramella al limone di Trenitalia che non piace
“In occasione della Festa della Donna, il prossimo 8 marzo sui treni Frecciarossa e Frecciarossa 1000 se sei una cliente e viaggi in Executive o se acquisti un Menù Easy Gourmet o usufruisci del servizio Bar o Ristorante, riceverai in omaggio una caramella gelèe Caffarel al limone. Offerta valida l’8 marzo 2019, salvo esaurimento scorte”.
Questo post, pubblicato sui canali dell'azienda Trenitalia e prontamente rimosso, ha scatenato innumerevoli polemiche nel giro di poche ore.
Non è stata in sé l'esiguità del regalo offerto a stupire, elemento del tutto opinabile, ma ciò che più ha sconvolto gli utenti virtuali è stato il destinatario di questo messaggio: solo donne di un livello economico alto.
Le donne che viaggiano sul Frecciarossa in 2° classe, quelle che prendono il Frecciabianca o Intercity e regionali rimarranno a bocca asciutta.
Sui social la bufera è scoppiata nel giro di poco, non risparmiando l'azienda da veri e propri attacchi diretti oltre che da una sferzante ironia.
In molti scherzano sull'offerta 'risicata', mentre altri sottolineano i disagi dello sciopero nazionale dell'8 marzo, che nulla ha a che fare con la manovra di marketing aziendale ma che senza dubbio contribuisce a inasprire gli animi (c'era da aspettarselo).
In un momento storico in cui la condizione femminile viene scossa dal vento nuovo del cambiamento e, ancora, in un periodo in cui la tecnologia permette a chiunque di esprimere la propria opinione, anche nascondendosi dietro l'anonimato di un account virtuale, probabilmente le manovre di marketing non possono più essere semplici e pure manovre di marketing.
Le aziende, soprattutto quelle più grandi e strutturate, dovrebbero mettere a fuoco obiettivi sociali e creare una brand identity forte, che sia quanto più inclusiva e positiva possibile nei confronti dei propri consumatori/fruitori. Non si può in alcun modo ignorare (neanche e soprattutto ingenuamente) che ogni azione pubblica oggi viene esaminata al microscopio e che gli utenti presenti sui social (che non sempre e non in tutto rappresentano i clienti) facilmente si trasformano in un'orda virtuale che tutto deforma e distrugge. Qualche volta a giusta ragione.
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