Fipe. I dehors dopo la pandemia: ripensare lo spazio pubblico
Fipe ha tenuto un incontro sugli spazi esterni dei pubblici esercizi. Diverse realtà e istituzioni si sono incontrate per ripensare il futuro dei dehors con l'obiettivo passare dal concetto di occupazione di suolo pubblico al progetto di spazio pubblico
Se l’esplosione della pandemia, due anni fa, ha portato inevitabilmente ad aumentare gli spazi esterni concessi dalle amministrazioni comunali con procedure semplificate e persino senza oneri economici per le imprese, la sfida dei prossimi mesi sarà quella di inserire questi spazi dentro un progetto di città che faccia dello spazio pubblico un modello di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Un’esigenza raccolta da Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi, che ha organizzato lo scorso 12 luglio un incontro sul tema, mettendo attorno al tavolo Comuni da nord a sud, imprese e agenzie pubbliche.
Tra i partecipanti, oltre al presidente di Fipe-Confcommercio, Lino Enrico Stoppani, Alan Fabbri, sindaco di Ferrara, Paola Bordilli, assessore alle Attività produttive del Comune di Genova, Monica Lucarelli, assessore alle Attività produttive e Pari opportunità del Comune di Roma, Teresa Armato, assessore alle Attività produttive del Comune di Napoli.
L’incontro è stato l’occasione per condividere esperienze e per assistere al confronto tra le istituzioni e i vertici territoriali di Fipe-Confcommercio di Genova con Alessandro Cavo, Ferrara con Matteo Musacci, Roma con Sergio Paolantoni e Napoli con Massimo Di Porzio.
Uno il minimo comune denominatore della giornata: passare dal concetto di occupazione di suolo pubblico al progetto di spazio pubblico. Obiettivo: trasformare gli spazi esterni di bar e ristoranti in elementi di una più generale riqualificazione delle città fondata sul decoro, sulla sicurezza, sulla socialità, sull’attrattività.
“Il punto fondamentale – spiega il presidente di Fipe-Confcommercio – è come superare la fase emergenziale senza che questo si trasformi in un ritorno al passato. Occorre fare un salto in avanti perché dalla pandemia le nostre città devono uscire migliori. Lo spazio pubblico deve essere uno strumento di rigenerazione urbana non solo in termini economici ma soprattutto in termini di qualità delle città e della vita dei cittadini. I pubblici esercizi devono essere visti come una risorsa e non come un problema. C’è bisogno di progetti condivisi, di collaborazione e non di contrapposizione.”
Il 30 settembre si chiuderà un po’ ovunque il periodo caratterizzato dalle procedure semplificate mentre il pagamento dei canoni è stato oramai ripristinato quasi dappertutto. Il seminario di Fipe ha voluto aprire un confronto su un tema caratterizzato anche da forte ideologia circa l’uso del suolo pubblico che non ha bisogno di contrapposizioni, ma di condivisione di idee e buone pratiche per far crescere sensibilità e cultura sui temi dello sviluppo sostenibile delle città.
L’Ufficio Studi di Fipe-Confcommercio ha rilevato che ad oggi solo il 17,7% dei Comuni capoluogo di Provincia ha deciso di esonerare gli esercenti dal pagamento del suolo pubblico, mentre il 20,3% ha optato per una riduzione media di un terzo del suo valore. Per il resto, nel 53,2% dei casi, il canone è stato ripristinato per intero dal 1º aprile 2022, così come sono state cancellate le procedure semplificate per le nuove concessioni.
Per dare profondità all’analisi, nel corso del convegno è stato chiamato Luca Tamini, professore di Urbanistica presso il Politecnico di Milano che ha presentato una relazione basata su esperienze concrete fatte dai comuni nei quali c'è condivisione di obiettivi con i diversi stakeholder a dimostrazione che lavorando insieme si possono ottenere soluzioni ottimali per tutti.
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