I Millennials veri estimatori del turismo enogastronomico
Se fino a poco tempo fa l'identikit del turista enogastronomico italiano tipo era un soggetto di media età ad alto reddito, oggi sono i Millennials, ovvero i nati tra il 1981 e il 1998, a farla da padrone.
Amano Food Trucks e locali gourmet, cibi etnici e hanno voglia di scoperte enogastronomiche. Si tratta di una fetta di viaggiatori in forte crescita nell’ultimo anno, che si sposta soprattutto in Italia, e che si allinea al trend dei coetanei internazionali che da qualche anno già intraprendono viaggi alla scoperta delle ricchezze gastronomiche del paese.
A tracciare l'identikit del Millenial amante del food è una ricerca di Roberta Garibaldi, docente di Marketing e di Economia della gestione delle imprese turistiche all'Università di Bergamo e ambasciatrice per l'Italia della World Food Travel Association.
Suo è stato l'intervento che ha chiuso il Food&Wine Tourism Forum, organizzato a Grinzane Cavour (Cuneo) nell'ambito del programma europeo Alcotra.
Secondo la ricerca il turista Millennial è principalmente single/non sposato, più acculturato, ma con un attuale reddito disponibile più basso.
Per il 66% c'è interesse per locali alla moda e di tendenza (+22% rispetto alla generazione dei 'boomers'), per il 79% conoscere la cucina etnica, mentre mangiare al ristorange gourmet piace al 60% dei Millennials. Ma è lo street food il loro vero interesse poiché ben l'82% rivolge la sua attenzione al cibo di strada venduto dai food trucks.
Anche nel turismo enogastronomico i Millenilas cercano molto il contatto con le perosne: si può rilevare infatti il desiderio di recarsi in locali molto frequentati per incontrare e conoscere persone (62%) o anche partecipare a un corso di cucina.
“Sempre più in viaggio e con sempre maggior capacità di spesa, i Millennials vivono il viaggio non solamente come una gratificazione, ma anche come un mezzo per crescere sia lavorativamente sia culturalmente” commenta Garibaldi. “Osservare e analizzare questo segmento, che si pone con tale vivacità sul mercato, e le sue esigenze potrebbe aiutare a prevedere le future tendenze del turismo enogastronomico” conclude Roberta Garibaldi
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