Il taglio della spesa fa crollare la produzione di cibo

La difficoltà delle famiglie si riflette sul taglio della spesa, che a catena riduce drasticamente la produzione di cibo made in Italy, con un impatto negativo sulla produzione industriale complessiva.

17 Apr 2023 - 10:47
Il taglio della spesa fa crollare la produzione di cibo
Il taglio della spesa degli italiani fa crollare anche la produzione di cibo Made in Italy, che inverte la tendenza e si riduce del -1,8%, con un impatto negativo sulla produzione industriale complessiva. È quanto afferma la Coldiretti, in riferimento ai dati Istat sulla produzione industriale a febbraio rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Una frenata preoccupante che è il risultato delle difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane, sottolinea la Coldiretti. Queste, spinte dai rincari, mettono meno prodotti nel carrello, ma non è l'unica causa del crollo. Di fatti, questi dati sono anche il segnale dei problemi della filiera produttiva, alle prese con l’esplosione dei costi dell’energia e delle materie prime. Il caro prezzi ha tagliato del 4,9% le quantità di prodotti alimentari acquistate dagli italiani, che hanno comunque speso il 7,9% in più, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat relativi al commercio al dettaglio a febbraio rispetto allo stesso mese del 2022. Una situazione che costringe gli italiani – sottolinea la Coldiretti – ad andare a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Il risultato è un impatto negativo sulla produzione industriale, che non è stata compensata dall’andamento positivo delle esportazioni. Il cibo made in Italy continua a crescere all’estero dopo aver fatto registrare nel 2022 il record di sempre, a quota 60,7 miliardi. “Occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali per assicurare una più equa distribuzione del valore per tutelare i consumatori ed il reddito degli agricoltori dalle pratiche sleali” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’esigenza di “raddoppiare da 5 a 10 miliardi le risorse destinate all’agroalimentare nel Piano nazionale di ripresa e resilienza spostando fondi da altri comparti per evitare di perdere i finanziamenti dell’Europa. Nell’ambito del Pnrr abbiamo presentato tra l’altro – conclude Prandini – progetti di filiera per investimenti dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura con più di 50 proposte e migliaia di agricoltori, allevatori, imprese di trasformazione, università e centri di ricerca coinvolti”.
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