Santina Capri: dove la Costiera incontra l’Isola Azzurra
A Capri Santina è il nuovo indirizzo gastronomico che unisce l’anima della Costiera Amalfitana a un tocco internazionale

RISTORAZIONE - Tra i vicoli silenziosi dell’Isola Azzurra, in via Fuorlovado, poco distante dalla celebre piazzetta, c’è un nuovo indirizzo gastronomico che porta con sé il respiro della Costiera Amalfitana unitamente ad un tocco internazionale e moderno.
Santina Capri è il progetto nato dal cuore e dalla visione di Juri Insigne, giovane imprenditore e nipote di Pietro Tizzani, fondatore della storica Conca del Sogno a Recommone.
Con Santina, Juri compie un atto di continuità affettiva e culturale, ma anche un’evoluzione personale: «L’idea è nata da un’opportunità che mi si è presentata – racconta –. Venendo spesso a Capri ho iniziato a guardarmi intorno e quando ho trovato questo posto così bello ho capito che non potevo lasciarlo andare». Così ha preso casa sull’isola per essere presente ogni giorno e dare forma a una nuova voce della ristorazione caprese.
Dalla Conca del Sogno all’isola
Le radici sono profonde, i piatti iconici della Conca del Sogno, come gli spaghetti alla Nerano o i ravioli ripieni di ricotta e scampi, tornano a vivere qui con un linguaggio rinnovato. «Conosco a memoria i piatti della Conca, alcuni li ho pensati io stesso», spiega Juri. «Li riproponiamo con la stessa cura ma in un contesto più internazionale. La Nerano, ad esempio, è un nostro classico che vogliamo far conoscere anche al di fuori del suo territorio d’origine».
La cucina di Santina è un equilibrio raffinato tra semplicità, materia prima eccellente e creatività discreta. Ne è interprete lo chef Umberto Mazza, giovane e talentuoso cuoco di Torre del Greco, scelto su consiglio di Ciro Sicignano del Lorelei di Sorrento. «Umberto mi ha colpito subito – ricorda Juri – per la sua preparazione e la capacità di capire al volo cosa volevo: semplicità, non ostentazione. Ha tecnica da stellato ma anima mediterranea».
Photo Credits: Ornella Buzzone
Il racconto gastronomico: tra tradizione e gusto contemporaneo
La proposta culinaria di Santina è agile, viva, capace di dialogare con una clientela internazionale senza perdere autenticità. Il menù si rinnova in base al pescato del giorno e alle stagioni, ma mantiene alcuni capisaldi identitari. Come il Raviolo alla Santina, ripieno di ricotta, scampi e limone: «È il piatto che ci rappresenta di più – dice Juri –. Ha la sapidità della ricotta, la dolcezza dello scampo e quel twist agrumato che lo rende unico».
Altrettanto iconici sono gli Spaghetti alla Nerano, i Gamberetti rosa di Crapolla (presidio Slow Food) serviti appena scottati, la Tartare di Tonno, il Sautè di vongole, il Carciofo alla Giudia e l’Aragosta alla Catalana. Tutto cucinato al momento, come avviene alla Conca del Sogno.
Uno degli aspetti più sorprendenti di Santina è l’impegno nel mantenere la cucina espressa anche in un contesto tecnico limitato. «A Capri le cucine non sono ampie, lo spazio è sempre una sfida — racconta Juri — ma nonostante questo cerchiamo di preparare tutto in tempo reale, ogni salsa, ogni fondo viene fatto espresso, senza scorciatoie. È un impegno quotidiano, una scelta di qualità».
A sostenere la cucina, una carta dei vini costruita con attenzione e sensibilità che partendo dalle migliori etichette campane, tra bianchi minerali e rossi eleganti, si apre a selezioni italiane e francesi di grande finezza. Bollicine, rosé provenzali e bianchi da terroir d’altura si inseriscono in una proposta pensata per accompagnare i piatti senza mai sovrastarli.
Alcune etichette testate sul campo ci hanno mostrato in modo esemplare questa filosofia di abbinamento. Dalla Cuvée Spéciale di Champagne Cuillier, scelta per aprire il pasto con un amuse bouche intenso, al rosé La Vie en Rose di Château Roubine, che ha valorizzato la dolcezza del raviolo con scampi e limone. Tra i bianchi, il Vermentino di Gallura Superiore DOCG di Jankara ha saputo bilanciare la croccantezza del carciofo alla giudia, mentre il Bourgogne Chardonnay di Maison Pagnotta ha accompagnato con eleganza l’aragosta alla catalana in versione mare e monti. Una selezione che racconta la volontà di Santina di costruire armonia tra calice e cucina, parlando sia al pubblico locale che a quello internazionale.
L’accoglienza: professionalità ed empatia
A rendere l’esperienza completa c’è un servizio attento ma informale, guidato con maestria dal team formato da Michele e Luciano, quest’ultimo maître di sala con un passato in Costiera e una laurea in lingue. «Lavoravo già nella precedente gestione di Santina – racconta –. Il cambio di proprietà ha portato una rivoluzione: più energia, più attenzione al benessere del cliente. L’obiettivo non è solo far mangiare bene, ma regalare un’esperienza, far sorridere e rilassare».
Il mood è cambiato, lo si percepisce anche negli arredi firmati Libia Cuomo, materiali naturali, pareti tenui, luce calda, e un pavimento in terracotta artigianale con aghi di pino impressi nella ceramica, simbolo poetico del passato che si fonde con il presente.
Uno sguardo al futuro
Nell’approfondire la chiacchierata con la proprietà si comprende che Santina non è solo un ristorante ma un laboratorio di idee. Juri lo immagina come punto di partenza per un’evoluzione più ampia: «Capri è una vetrina, ma questo è un progetto urbano. Potrebbe essere un trampolino per aprire altrove, magari a New York, che è sempre stata una mia ossessione. Mi piace l’idea di mettermi in gioco, di uscire dal mio contesto e creare qualcosa di nuovo».
Per ora, però, Santina è tutta qui, a pochi passi dal mare, tra le buganvillee e i profumi agrumati di Capri. È un luogo dove la cucina del Sud si fa narrazione, dove l’accoglienza è empatia e il design accompagna senza imporsi, la promessa mantenuta di un’esperienza autentica e moderna al tempo stesso.
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