Stati Generali: l'agroalimentare al centro con Federalimentare, Filiera Italia e Copagri
"Progettiamo il Rilancio", giovedì 18 giugno giornata dedicata all'agroalimentare e al turismo. Agli Stati Generali con il Governo presenti anche Federalimentare, Filiera Italia e Copagri.
Da sabato 13 giugno si susseguono gli incontri del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, con rappresentanti delle Istituzioni e delle Parti sociali, per un confronto sui progetti di rilancio del Paese, in programma a Villa Pamphilj.
"Progettiamo il Rilancio" rappresentano gli Stati Generali dei diversi settori in Italia. Ieri, giovedì 18 giugno, si sono svolti gli incontri dedicati all'agroalimentare e al turismo.
In mattinata, a partire dalle ore 9, il governo ha incontrato le principali associazioni, federazioni e consorzi che rappresentano l'agroalimentare italiano. Fra questi, anche Federalimentare, Filiera Italia e Copagri, che hanno espresso le loro perplessità e si sono confrontate direttamente con il Governo.
"Che questo settore rappresenti una parte rilevante dell'interesse nazionale è indubbio, e così il suo essere determinante in molti degli snodi che dovremo affrontare, dal rilancio economico al futuro verde come lo stesso Masterplan restituisce." ha dichiarato la ministra Teresa Bellanova a proposito del settore agroalimentare.
"È l'avvio di un percorso importante e necessario perché il Paese ha bisogno di una strategia lungo cui orientare tutti i segmenti e che avrà nel confronto parlamentare uno degli epicentri di discussione e costruzione."
Federalimentare a Conte: "Il rilancio del settore alimentare è nelle mani dell'Horeca"
"Voglio lanciare una sfida al Governo: il settore alimentare è legato a doppio filo al canale Horeca e solo se il Governo riuscirà a tenere in piedi nei prossimi mesi il settore della ristorazione, potremo sperare il prossimo anno nel rilancio dell'alimentare che, voglio ricordare, rappresenta il secondo settore manifatturiero e produce l'8% del PIL italiano" così Ivano Vacondio è intervenuto agli Stati Generali convocati dal premier Conte. "Dal canale Horeca, fortemente toccato dall'emergenza e che continua a pagare lo scotto anche in questi mesi, dipende tutta la filiera agroalimentare e quindi, indirettamente, i consumatori italiani e stranieri: siamo produttori d'eccellenza a cui nessuno, soprattutto all'estero, vuole rinunciare, perciò è essenziale che questo settore, il cui fatturato in Italia è di circa 30,5 miliardi di cui 18,5 legati alle spese alimentari del turismo nazionale e 12 miliardi a quello estero, torni a lavorare a pieno regime". Con un focus sull'export, poi, Vacondio ha ricordato che non dobbiamo fare passi indietro proprio ora sui nuovi mercati che sono sempre strategici per il Made in Italy e più che mai nell'era post Covid. "Come per il Canada, anche il Mercosur deve trovare la sua strada" ha detto. Infine, Vacondio ha posto l'attenzione sulla proposta governativa della rivalutazione dei beni d'impresa. Una proposta che, secondo il presidente di Federalimentare, deve essere modificata perché così com'è il beneficio della disposizione diventerebbe esecutivo solo dopo 3 anni: "Non possiamo correre il rischio che rimanga sulla carta e che non venga attuato: le nostre aziende hanno bisogno di interventi ora" ha concluso il Presidente Vacondio.Filiera Italia: “Progetti esecutivi sull'ammodernamento delle filiere basati su sostenibilità, internazionalizzazione e digitale”
“Un riconoscimento importante alla centralità della filiera agroalimentare italiana" così ha detto Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, intervenuto questa mattina agli Stati Generali voluti dal Presidente Conte. Una filiera che nel suo complesso dà lavoro a 3,6 milioni di persone e vale, dalla produzione agricola alla ristorazione, 538 miliardi di fatturato con 120 miliardi di valore aggiunto, cifra che fa dell'Italia la prima in Europa per 'creazione di qualità'. “Un comparto che oggi più che mai diventa strategico all'ammodernamento del Paese - prosegue Scordamaglia - e in questo senso non appare casuale che 1 punto su 4 del Piano di rilancio del Paese siano collegati direttamente o indirettamente alla nostra filiera e ai nostri territori”. Un settore che non è stato immune dalla crisi, e il segno meno che per la prima volta si presenta davanti al nostro export lo testimonia, ma che contiene già al suo interno l’antidoto alla malattia. “Se saremo bravi a raccogliere quei trend che sono emersi già nella fase acuta della pandemia - dice il consigliere delegato - e che si legano in maniera indissolubile con la valorizzazione del nostro territorio in relazione alla nostra produzione avremo più chance per riprenderci”. Nel suo intervento, poi, Scordamaglia individua i punti concreti su cui oggi è necessario agire per dare una risposta decisa al bisogno di ripresa del Paese. “Il settore agroalimentare può fare molto, Filiera Italia, in linea con la sua missione, da tempo insieme a Coldiretti si sta concentrando su 3 punti”. Sostenibilità competitiva innanzitutto, con il rinnovamento delle filiere strategiche, un processo insito nel nostro DNA produttivo che promette di convertirsi in posti di lavoro e spinta propulsiva all’economia, una transizione in linea con il New Green Deal europeo. “Strumento utile - dice Scordamaglia - ma che deve essere vigilato perché guai se dovesse rivelarsi contro il nostro settore, le nostre eccellenze”. Imprescindibile il tema dell’internazionalizzazione che con il Patto per l'export diventa priorità, non solo del comparto, ma di tutto il Paese. “Stiamo lavorando - sottolinea il consigliere delegato - per offrire un sistema integrato che possa renderci più efficienti superando gli ormai noti colli di bottiglia e dando una risposta concreta alla necessità di copertura dell'ultimo miglio, anche nei paesi più lontani dove la domanda di Made in Italy era e tornerà ad essere in costante crescita”. E infine la distribuzione “Non vogliamo sostituirci alle catene, ma vogliamo concentrarci sulla necessità di spingere su nuovi canali digitali capaci di tutelare e comprendere la nostra distintività”. Uscendo dal settore e leggendo l’attualità economica e politica, Filiera Italia individua 4 priorità: taglio del cuneo fiscale “dobbiamo ridare ossigeno a imprese e famiglie - afferma Scordamaglia - altrimenti quella che già si presenta come una delle più pesanti crisi di consumo degli ultimi 10 anni ci travolgerà”; bisogno di avere le stesse regole per tutti “la situazione dei macelli in Germania - proseguono da Filiera - con condizioni di lavoro non replicabili qui da noi e penetrazione del covid al 90% deve esserci da monito considerando anche che tali industrie vengono poi a fare dumping con i loro prodotti in Italia”; investimenti concreti sul digitale “automazione, controlli a distanza, precision farming: si prosegua nel solco non dell'industria, ma della filiera 4.0” e infine via a un grande piano di sburocratizzazione “le regole sono importanti ma ancora di più lo è adeguare il quadro normativo a questo straordinario momento di cambiamento”. E conclude Scordamaglia “Se lasciassimo invariata attuale burocrazia e regole gran parte delle risorse del Recovery fund pur assegnata all’Italia non verrebbe comunque spesa, aggiungendo al danno la beffa”.Copagri: Stati Generali, linee strategiche e Masterplan sono rilevanti per la competitività in agricoltura
“Guardiamo con interesse ai contenuti del ‘masterplan’ del Governo, del quale condividiamo le linee strategiche, che devono partire necessariamente dalla semplificazione, dal rilancio delle infrastrutture e dagli incentivi per gli investimenti, tutte aree di intervento delle quali abbiamo più volte evidenziato la rilevanza per la competitività dell’agricoltura. Attendiamo di conoscere se e come questi aspetti si integreranno con i contenuti del cosiddetto ‘Piano Colao’, nel quale nonostante non figurino approfondimenti sull’agricoltura sono presenti molti aspetti che riguardano indirettamente il primario”. Lo ha sottolineato il presidente della Copagri Franco Verrascina intervenendo agli Stati Generali in corso a Villa Pamphilj, organizzati dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dedicati al tema “Progettiamo il Rilancio”. “In tema di competitività dell’agricoltura, oltre a proseguire sulla strada degli interventi da attuare nel breve-medio periodo per dare ossigeno ai produttori, bisogna ragionare sul lungo periodo, puntando a una vera e propria ristrutturazione del settore. Nel percorrere tale strada, chiediamo all’Esecutivo di dare priorità: alla sempre più improcrastinabile e auspicata semplificazione burocratica; alla rinegoziazione del debito, con particolare riferimento a mutui e altri finanziamenti; alle agevolazioni contributive, estendendo a tutti i datori di lavoro agricolo quelle riconosciute nelle zone particolarmente svantaggiate o montane; al credito agricolo, rafforzando il positivo strumento della cambiale agraria; agli incentivi ambientali, estendendo il ‘Bonus verde’ a tutto il 2021 e il ‘Superbonus’ agli agriturismi; alla promozione dell’agroalimentare e al sostegno alle filiere, partendo dai settori più colpiti, ovvero il florovivaismo, la zootecnia da carne e da latte, gli agriturismi, il suinicolo, il bovino da carne e da latte, e l’ortofrutticolo”, ha spiegato Verrascina. Ad ascoltare le richieste delle organizzazioni agricole, oltre al Premier, erano presenti i ministri delle Politiche Agricole Teresa Bellanova, dello sviluppo Economico Stefano Patuanelli e dei rapporti con il Parlamento Federico D’Incà. “Il primario del Paese non può permettersi di perdere l’opportunità di rilancio rappresentata dall’odierno confronto; voglio ricordare, infatti, che l’agroalimentare nazionale, che nel 2019 ha esportato prodotti per un valore di circa 45 miliardi di euro, vale quasi il 14% del PIL, pari a circa 219 miliardi di euro, e che in ragione di tali rilevanti cifre la sua salvaguardia e valorizzazione devono essere posti come prioritari nell’ambito dell’azione di governo”, ha fatto notare il presidente della Copagri. “Tale significativo apporto all’economia del Paese rischia di essere minato dalle ripercussioni dell’emergenza Coronavirus, che non ha fatto altro che aggravare la situazione del primario e che nel 2020 produrrà sull’agroalimentare un calo stimato del 10% in valore, pari a circa 24 miliardi di euro, a causa del blocco delle esportazioni, della chiusura pressoché totale del canale HoReCa e dei cambiamenti nelle abitudini di consumo”, ha concluso Verrascina. Immagini messe a disposizione con licenza CC-BY-NC-SA 3.0 IT: governo.it
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