In 10 anni chiusi oltre 21mila bar. Serve ripensare il modello di business

In 10 anni chiusi 21mila bar. Nel 2025 il saldo negativo raggiunge i 706 locali. Fipe: necessario ripensare il business per salvare un presidio di socialità.

21 Ottobre 2025 - 10:13
In 10 anni chiusi oltre 21mila bar. Serve ripensare il modello di business

ASSOCIAZIONI, ENTI E CONSORZI - Oltre 21mila bar hanno abbassato le saracinesche negli ultimi dieci anni. Una tendenza che non accenna ad arrestarsi. Solo nei primi sei mesi del 2025, il bilancio tra nuove aperture e cessazioni ha registrato un saldo negativo di 706 attività. I dati rivelano la vulnerabilità di un settore dove appena il 53% delle imprese riesce a superare il quinto anno di vita.

Eppure il bar rappresenta ancora un caposaldo nella vita sociale degli italiani, un elemento caratterizzante del tessuto urbano e della qualità dell'esistenza quotidiana. Ma tenere insieme redditività economica e alti livelli di servizio diventa ogni giorno più complicato per un settore che annovera quasi 128mila realtà imprenditoriali, impiega 400mila lavoratori (285.000 dei quali dipendenti, con il 58,9% di presenza femminile) e genera consumi per oltre 20 miliardi di euro.

Questi dati sono stati al centro dell'incontro "Il futuro del bar italiano", organizzato oggi da FIPE-Confcommercio durante Host 2025, la manifestazione internazionale dedicata all'ospitalità e alla ristorazione che si svolge a Milano. Particolarmente significativo il dialogo tra Lino Enrico Stoppani, Presidente di FIPE, e Andrea Illy, Presidente di Illycaffè.

Le cifre relative al ricambio delle attività, anche considerando alcune variazioni di carattere amministrativo, testimoniano le difficoltà che da tempo affliggono il bar italiano nella ricerca di un equilibrio finanziario tra entrate e uscite, a fronte di un servizio che rimane incomparabile per vicinanza al cliente e accessibilità. Si configura quindi come una problematica "di sistema", poiché il bar non costituisce soltanto un'entità commerciale ma un punto di riferimento per la socialità e l'identità dell'Italian lifestyle.

"I dati sulla situazione dei bar italiani dimostrano quanto sia indispensabile ripensare il modello di business del comparto", ha affermato Lino Enrico Stoppani, Presidente di FIPE-Confcommercio. "Con il cambiamento delle abitudini di consumo, la sfida di oggi è quella di trovare un nuovo punto di equilibrio per la sostenibilità economica delle attività: un imperativo urgente e necessario per continuare a garantire la funzione del bar quale presidio di socialità nonché elemento centrale anche per la qualificazione dell'offerta turistica. La tradizione italiana del bar è infatti un unicum nel panorama mondiale, che consente ai visitatori di vivere una esperienza autentica, che racchiude la cultura del nostro Paese".

"Di tutte le attività commerciali al dettaglio, i bar sono quella che annoverano di gran lunga il più elevato numero di punti vendita e di contatti con il pubblico, paragonabile a quello dei media. Sono inoltre luoghi di cultura sociale e alimentare. Oltre ai servizi irrinunciabili che offrono, i bar sono un potentissimo strumento promozionale dell'Italia nel mondo e rappresentano un patrimonio da valorizzare. Accolgo dunque con entusiasmo la proposta del Presidente Lino Stoppani di un progetto di un'importante filiera", ha dichiarato Andrea Illy, Chairman di Illycaffè.

L'importanza di queste attività rimane fondamentale nella vita di tutti i giorni, considerando le loro molteplici funzioni. Il bar riesce infatti a rispondere a tutte le occasioni di consumo: dalla colazione - che continua a rappresentare un elemento di forza dell'offerta - fino al pranzo, con i lunch bar, per arrivare al dopocena grazie all'offerta dei cocktail bar.

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