UIV: negli USA stabile l'import di vini italiani ma consumi in calo

Il mercato vinicolo USA resta una sfida per l'Italia, ma segnali di ripresa nel primo trimestre. Consumi in calo, ma speranza nella promozione e nei fondi Ocm

3 Maggio 2024 - 10:27
UIV: negli USA stabile l'import di vini italiani ma consumi in calo

Il mercato vinicolo negli Stati Uniti presenta un quadro sfaccettato, con più sfumature negative che positive, specialmente per le esportazioni italiane che hanno registrato un valore vicino ai 2 miliardi di euro nel 2023. Se da un lato si osserva un lieve aumento delle importazioni trimestrali dall'Europa (+1,1% in volumi), dall'altro si evidenzia un persistente declino nei consumi nei settori off e on trade del paese. Secondo i dati dell'Osservatorio Uiv basati su SipSource, che analizza le vendite in tre quarti dei punti vendita statunitensi, il mese di marzo ha segnato un ulteriore calo del 13%, aggravando il quadro trimestrale che vede un declino dei consumi di vino italiano del 9,5%, rispetto allo scorso anno.

Una tendenza, quella italiana, che fa il paio con gli acquisti complessivi di vino nel primo mercato al mondo, in contrazione di oltre il 10%. In un contesto di calo tendenziale che persiste dallo scorso maggio, pagano dazio tutte le tipologie di prodotto tricolore, a partire dai bianchi (-11,5%), oltre che dai rossi (-8%) e dagli spumanti (-6%). Tra le principali denominazioni, cali in doppia cifra per Barolo fino al Chianti Docg e al Pinot Grigio. Giù anche Prosecco (-4,5%), mentre risultano stabili i consumi di Asti Docg, in leggera crescita il Chianti Classico e in ascesa a due cifre il Brunello di Montalcino.
Avvio di anno complicato sulle tavole ma stabile alle dogane, che segnalano nel primo trimestre una mini-ripresa degli ordini con i volumi a +1,1% (80 milioni di litri) e i valori a +2,6% (508 milioni di dollari) dopo un 2023 chiuso a -13%. Nel periodo, gli spumanti calano a volume del 4,6%, mentre i vini in bottiglia segnano un +0,6%. Il dato complessivo registra una regressione a marzo rispetto al primo bimestre, che si era chiuso con un attivo di quasi il 3% di bottiglie dirette negli Usa.

“La speranza – ha detto il segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti - è che si possa arrestare un avvitamento figlio di un mix di fattori congiunturali e strutturali, e il refill di ordini di inizio anno può essere un buon segno a patto che i consumi sostengano gli ordini. Un fattore determinante per il medio-lungo periodo – ha aggiunto – è quello della promozione, con i fondi Ocm che restano strategici per un mercato ancora ad alto potenziale come gli Stati Uniti. Il ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare è in fase di presentazione del nuovo bando con grande anticipo rispetto agli anni passati e questo di per sé è un’ottima notizia per le imprese del vino”. 

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