54esima edizione di Vinitaly: tra bilanci e prospettive
4400 aziende, 19 nazioni rappresentate e 700 top buyer. Dopo due anni di stop forzato riapre le porte Vinitaly, alla sua 54esima edizione, con focus su bilanci e prospettive del mercato vitivinicolo italiano.
[mp3j track="https://horecanews.it/wp-content/uploads/2022/04/54esima-edizione-di-Vinitaly-tra-bilanci-e-prospettive.mp3" Title="Ascolta la notizia in formato audio"]
La 54esima edizione di Vinitaly arriva dopo due anni di fermo a causa della pandemia, con 4.400 aziende provenienti da 19 nazioni e 700 top buyer in rappresentanza 50 Paesi, tra l’entusiasmo di esponenti delle istituzioni, produttori e visitatori che sono tornati ad affollare i padiglioni di Veronafiere, pur nel rispetto delle normative di sicurezza sanitaria che ancora tengono banco.
Tempo di bilanci, ma soprattutto di sguardi rivolti al futuro e alle prospettive, da costruire, da immaginare, cosa certo non facile in un periodo in cui i percorsi si fanno sempre più accidentati a causa della crisi internazionale determinata dalla guerra tra Russia e Ucraina, e degli strascichi di una emergenza sanitaria che ha lasciato il segno non solo nelle mutate abitudini di consumo, ma anche e soprattutto nei rincari di materie prime ed energia, oggi al centro di un’ondata speculativa, nota dolente per le aziende vitivinicole.
Nel ridisegnare le sfide del Made in Italy enoico le parti a confronto nei numerosi tavoli di approfondimento che scandiscono il ricco programma di Vinitaly partono però da un dato importante e significativo: il record storico per l’Italia del vino, che ha raggiunto nel 2021 un fatturato di 13 miliardi di euro, forte di una crescita delle esportazioni a due cifre (+12%) e di un incremento dei consumi interni, numeri che le valgono il primato a livello internazionale anche rispetto ai competitor di sempre, Francia e Spagna, con una produzione che ha sfiorato i 48,2 milioni di ettolitri.
Un comparto che occupa 1,3 milioni di persone impegnate su più fronti, non solo in vigna e in cantina ma anche nelle attività di distribuzione e commercializzazione, per non parlare del variegato mondo dei servizi, che fa da sfondo e da volano per la crescita: dalla ricerca e formazione alla comunicazione, dai programmi software per la gestione dei processi all’editoria e alla pubblicità, dai trasporti alle assicurazioni, e poi tutto l’indotto che supporta le aziende vitivinicole per il confezionamento dei propri prodotti, dall’industria vetraria a quella dei tappi, da quella degli accessori a quella degli imballaggi.
Un settore, quello vitivinicolo, che sta anche diventando sempre più strategico per il Belpaese come punta di diamante per la promozione dei territori e Vinitaly ne rappresenta una importantissima vetrina in termini di visibilità: non è un caso che la Regione Abruzzo, tra le prime in Italia a dotarsi di una legge organica sul turismo, abbia scelto questo appuntamento per presentare la nuova disciplina in tema di attività enoturistiche.
Un esempio che sarà probabilmente presto colto anche dagli altri governatori, perché i numeri del turismo che mette al centro vino e prodotti dei territori sono in crescita, e la motivazione enogastronomica del viaggio è sempre maggiore, ma anche la competizione a livello internazionale è alta, per questo bisogna prendere coscienza del fatto che i margini di miglioramento sono ampi.
L’enoturismo è sempre più importante per le cantine, per far conoscere tutto quello che c’è dentro una bottiglia di vino e per creare collegamenti con le ricchezze del territorio, artistiche, culturali e paesaggistiche, ed è quindi fondamentale che si sappia cogliere questa opportunità avendo ben chiari i progetti per il futuro, partendo dal dato che il turista del vino non è più quello di vent’anni fa, oggi ha aspettative nuove, soprattutto in termini esperienziali.
E del tutto nuovo è anche l’approccio ai consumi, altro aspetto centrale per confrontarsi sul mercato, specie quello internazionale: i cambiamenti sono tanti, in primis quello generazionale, con mercati chiave per l’Italia come quello statunitense che vedono Millenials e Generazione Z abbandonare il segmento del consumo abituale di vino, con i solo Boomers rimasti a presidiarlo.
Nuove sensibilità come quella legata al rispetto per l’ambiente e alla sostenibilità, unitamente alla ricerca di uno stile di vita sano e orientato al benessere, avranno effetti con i quali il mondo enoico sta già facendo i conti.
Diventerà essenziale il presidio dei territori e la creazione di un dialogo costante e continuo con i pubblici di riferimento e in questo le fiere diventeranno sempre più strategiche, soprattutto per le piccole imprese. Per questi motivi gli Stati Uniti saranno la prossima realtà in cui Vinitaly si radicherà con una sua società, sulla scia delle esperienze della Cina e del Brasile, approcciando così più da vicino, per non dire dall’interno, un mercato che pesa per oltre 1,7 miliardi nella bilancia delle esportazioni di vino del nostro paese.
Dalle giornate di confronto della 54esima edizione della più importante fiera del vino italiano emergono dunque luci ed ombre per un tessuto produttivo che ha resisto all’onda d’urto della pandemia e si trova ad affrontare nuove turbolenze e crescenti criticità, ma vede nella capacità di reazione dell’anno appena trascorso una sorta di garanzia, senza per questo tirarsi indietro rispetto alla necessità di rimboccarsi le maniche e fare rete per mantenere alta la competitività dell’Italia del vino.
Compila il mio modulo online.