In Spagna la ricerca recluta diecimila volontari per dimostrare gli effetti del vino sulla salute
In Spagna parte uno studio su 10.000 over 50 per valutare gli effetti del vino rosso sulla salute all’interno di una dieta mediterranea
VINI E DINTORNI - In un’epoca in cui il vino rischia di diventare un bersaglio simbolico nella battaglia contro l’alcol una voce autorevole sceglie la via dei dati, della medicina e dell’evidenza.
A Pamplona, in Spagna, l’Università di Navarra ha avviato una ricerca di portata storica, 10.000 volontari, tra i 50 e i 75 anni, saranno seguiti per quattro anni con l’obiettivo di capire se un bicchiere di vino rosso al giorno, all’interno di uno stile alimentare sano, possa avere effetti positivi sulla salute.
Il progetto UNATI (University of Navarra Alumni Trialist Initiative) non è una provocazione né un’operazione di marketing ma una risposta metodica a un dibattito globale sempre più polarizzato.
Il mondo scientifico è spaccato, le autorità sanitarie internazionali spingono verso il consumo zero, mentre il vino, parte integrante della dieta mediterranea, continua a essere celebrato in molte culture come alimento funzionale.
In questo contesto la ricerca dell’Università di Navarra punta a colmare un vuoto di certezze con uno studio randomizzato su larga scala. Il protocollo è semplice, con due gruppi di partecipanti, entrambi seguiti con lo stesso regime alimentare mediterraneo caratterizzato da consumo regolare di frutta, verdura, cereali integrali, olio extravergine d’oliva, e stile di vita attivo.
L’unica discriminante sarà il consumo di vino, con uno dei due gruppi che ne assumerà una dose giornaliera controllata, l’altro che seguirà una dieta completamente priva di alcol. L’intero studio sarà condotto sotto supervisione medica, con supporto psicologico e nutrizionale continuo, le visite in presenza si svolgeranno nella città di Soria, dove verranno analizzati anche parametri come la qualità del sonno e il benessere mentale.
Il finanziamento di 2,4 milioni di euro da parte dell’European Research Council è un segnale inequivocabile sulla qualità di una ricerca che non sarà condizionata da interessi industriali, mantenendo lo status di sperimentazione pubblica, indipendente, destinata a influenzare le future linee guida sanitarie a livello internazionale.
I partecipanti non riceveranno compensi economici, ma avranno accesso gratuito a servizi di monitoraggio sanitario, consulenze nutrizionali, incontri online e strumenti digitali per seguire i progressi.
La ricerca si propone di osservare in modo sistematico come il vino, consumato con moderazione e in un contesto equilibrato, possa interagire con i meccanismi fisiologici legati a longevità, benessere psicofisico e prevenzione delle malattie croniche. Il modello di riferimento è infatti quello delle Blue Zone, le aree del pianeta con la più alta concentrazione di centenari, dove il vino, in piccole quantità, è spesso presente nella dieta quotidiana.
Diversi studi precedenti avevano già indicato una possibile relazione positiva tra consumo moderato di vino e riduzione di stress, ansia, sindrome metabolica. Ma mancava finora una sperimentazione clinica su vasta scala, capace di offrire risposte affidabili e utili per la pratica medica.
Le prime evidenze non saranno disponibili prima del 2029. Ma il valore del progetto sta proprio nella sua lungimiranza mettendo il vino sul banco della scienza, dove ideologie e pregiudizi devono lasciare spazio all’osservazione rigorosa dei fatti.

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