L’Abruzzo ridefinisce il perimetro del sistema vino
In un anno che non accenna a risparmiare tensioni per il tessuto produttivo vitivinicolo abruzzese il vento del cambiamento porta con sé scelte importanti
Il sistema vino abruzzese sta attraversando una fase di profondi cambiamenti che si innestano in uno scenario produttivo fiaccato dagli effetti del climate change. A fronte di una delle vendemmie più leggere degli ultimi anni con un calo del 40% determinato dal dilagare della peronospora, la quinta regione di Italia per volumi dopo Veneto, Puglia, Emilia-Romagna e Sicilia si prepara ad affrontare un periodo di forti turbolenze sui mercati ridefinendo il perimetro del suo sistema vino.
L’obiettivo degli interventi messi in campo è quello di accrescere la riconoscibilità del prodotto e del suo valore, sfruttare le potenzialità degli autoctoni, semplificare la comunicazione per una più immediata e chiara identificazione del brand territoriale esaltando al tempo stesso i differenti areali e la straordinaria biodiversità all’interno della regione.
Nel solco di questo nuovo approccio si inserisce la scelta di eliminare le otto Igt presenti in questo momento sul mercato (Colli del Sangro, Colline Frentane, Colline Pescaresi, Colline teatine, Del Vastese, Terre Aquilane, Terre di Chieti, e Colli Aprutini) sostituendole con un’unica Igt che avrà il nome di Terre d’Abruzzo finalizzata a garantire una identità comune rafforzata per tutti ma distinta per territori e micro-territori.
La segmentazione qualitativa che ha come obiettivo l’esaltazione di quelle produzioni caratterizzate da accorgimenti produttivi più stringenti e destinate anche ad affinamento per riserve produttive importanti e distintive dei diversi areali, sarà invece supportata dall’introduzione della menzione “Superiore” per le quattro denominazioni regionali, insieme alla possibilità di rivendicare, per questa tipologia come per quella Riserva, anche le appellazioni provinciali (Colline Teramane, Colline Pescaresi, Terre de L’Aquila e Terre di Chieti).
Ma il gioco del riposizionamento si muove anche sul terreno degli autoctoni e delle loro potenzialità e in questo alveo si è inserito lo scorso giugno il lancio ufficiale del marchio collettivo “Trabocco” per il mondo delle bollicine abruzzesi che prova a conquistare un suo spazio in quel segmento sparkling in forte crescita a livello nazionale ed internazionale.
Il disciplinare Abruzzo Doc consente già dal 2010 la produzione di spumanti, sia Metodo Classico che Charmat, ma è da quest’anno che si prova a cominciare a fare sul serio puntando in termini di comunicazione su uno dei simboli della costa abruzzese, mantenendo ancorato il prodotto ad un elemento che è parte integrante del paesaggio e della tradizione.
Il percorso è stato avviato nel 2018 e sotto il suo cappello il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo ha deciso di inserire gli spumanti Abruzzo DOC ottenuti con il Metodo Italiano, ovvero il Metodo Martinotti, realizzati solo da uve autoctone Passerina, Pecorino, Trebbiano abruzzese, Montonico e Cococciola, e per la tipologia rosé il Montepulciano, tutte uve dotate di un ottimo corredo acido e che i produttori possono decidere di vinificare sia in purezza che in blend. Da disciplinare sono ammessi tutti i dosaggi previsti per gli spumanti, ma le prime bottiglie entrate in commercio nella fase sperimentale appartengono alle categorie brut ed extra dry.
A sostenere questo progetto, finalizzato anche a ritenere in casa quella produzione di basi spumanti che è sempre stata prevalentemente ceduta ad altre regioni, ci sono le cooperative, storica spina dorsale del sistema vino regionale. Prima fra tutte la neonata Vin.Co, con sede e impianti di produzione a Ortona (Ch), frutto della collaborazione di altre dieci realtà del mondo cooperativo abruzzese (Michele Arcangelo Ari, Citra Vini, Coltivatori Diretti Tollo, Eredi Legonziano, San Nicola, Sannitica, San Zefferino, Sincarpa, Villamagna). L’obiettivo di Vin.Co è quello di diventare una sorta di snodo produttivo dedicato alla spumantizzazione per spingerne la diffusione sul territorio e per il territorio.
A chiudere il cerchio per rendere ancora più performante la stagione di rinnovamento è arrivata la fusione dei due consorzi di tutela. Il Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane e la Doc Controguerra si sono unite al Consorzio di Tutela Vini d’Abruzzo, una confluenza finalizzata a consolidare il mondo delle denominazioni regionali e che è stata voluta per rafforzare l’immagine, la presenza e la percezione del settore vitivinicolo abruzzese nel mondo.
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