Consumi di vino: bianchi e rosati in aggregato superano i rossi anche a livello globale

La preferenza dei consumatori per i vini bianchi e rosati si consolida globalmente secondo i dati dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino

19 Dic 2023 - 12:40
Consumi di vino: bianchi e rosati in aggregato superano i rossi anche a livello globale

Per la prima volta nella storia il consumo in aggregato di vini bianchi e rosati ha superato quello di vini rossi anche a livello globale. È quanto emerge dai dati diffusi dall’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV) che confermano il consolidamento di un trend inizialmente emergente in alcuni segmenti e aree geografiche ma che oggi sembra essere trasversale e a tutti i livelli, un cambiamento radicale se si guarda a quelle che erano le abitudini dei bevitori di vent’anni fa e rispetto al quale le imprese vitivinicole di tutto il mondo devono fare inevitabilmente i conti. 

Da inizio secolo ad oggi i vini bianchi avrebbero infatti registrato un incremento del 10% mentre per i rosati la crescita si sarebbe attestata intorno al 17%, una tendenza che ha visto protagonisti paesi come Stati Uniti, Germania e Regno Unito dove è stato il segmento sparkling a fare da traino riuscendo tra l’altro a compensare nei volumi anche la progressiva contrazione dei consumi di vino nei paesi dall’antica tradizione enoica come Francia e Spagna.

A fare da contraltare all’ascesa di bianchi e rosati la parabola discendente dei vini rossi, più che significativa, con un declino del 15% che si è consumato dapprima in Francia, quello che un tempo era il più grande mercato al mondo e ha visto diminuire le vendite quasi della metà dagli anni 2000 ad oggi, per estendersi successivamente anche ad altri Paesi.

Secondo le stime OIV il consumo di vino globale nel 2021 sarebbe rappresentato dal 43% di vino bianco, mentre la fetta dei vini rossi si attesterebbe al 47%, anche in questo caso quasi dimezzato rispetto al ventennio precedente.

Sarebbero gli Stati Uniti a detenere il primato per consumi di vino bianco nel mondo con un incremento addirittura del 65% dal 2000 al 2021, a seguire Russia, Australia e Regno Unito, gli altri tre Paesi protagonisti del nuovo trend, mentre sarebbe l’Italia l’unica eccezione con un consumo di bianchi che sarebbe rimasto stabile. 

Diverso il discorso per i vini rosati anch’essi in ascesa: Secondo l’Observatoire Mondiale du Rosé, che analizza dati di 45 mercati globali, su dieci bottiglie vendute una sarebbe di rosato. La Francia, con un terzo del consumo globale si attesterebbe come il più grande mercato ma anche come il principale produttore (35% dei volumi) seguita da Spagna, Stati Uniti (dove la tendenza sarebbe però negli ultimi anni ridimensionata), e Italia dove invece crescerebbe l’interesse da parte dei produttori. Altri paesi come Sudafrica, Germania, Cile, Nuova Zelanda, Ungheria, Romania e Bulgaria confermerebbero il trend con un incremento del 50% nella produzione di rosati negli ultimi dieci anni.

Va detto però che, sempre secondo l’analisi dell’OIV, a fronte di una produzione in crescita i consumi globali di vino rosato resterebbero sostanzialmente stabili, con 19,5 milioni di ettolitri nel 2021, dato in flessione rispetto ai 20 milioni del 2019, annata dei record. Sarebbe la Francia in testa con il 34% del totale mondiale dei consumi, seguita da Germania e USA.

Oltre le classifiche e la valutazione dell’andamento della produzione e dei consumi da Paese a Paese il dato incontrovertibile che emerge dall’analisi dell’OIV è l’evoluzione delle preferenze dei consumatori in una direzione che vede nel ridimensionamento della gradazione alcolica dei vini un driver, condizione che lascerebbe intravedere per il futuro uno spazio sempre maggiore per la diffusione di bianchi, rosati e bollicine come opzione più vicina ad uno stile di vita improntato alla moderazione e al benessere.

Un approccio, quello della moderazione, che unitamente ad una maggiore attenzione a temi come la sostenibilità, sembra sempre più caratterizzare le nuove generazioni creando un nuovo spazio tra i segmenti di mercato che andrebbe opportunamente presidiato considerato il progressivo interesse che si sta manifestando anche verso altre categorie, comprese quelle no alcool, destinate secondo gli analisti ad una crescita importante nei prossimi anni.

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