Accordo strategico tra Confindustria e Intesa Sanpaolo: 10 miliardi di euro per la crescita del settore alberghiero
Confindustria Alberghi e Intesa Sanpaolo lanciano un piano da 10 miliardi per lo sviluppo di un modello turistico sempre più sostenibile e di qualità
OSPITALITÀ E TURISMO - Elisabetta Fabri, Presidente di Confindustria Alberghi, e Stefano Barrese, Responsabile della Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, hanno annunciato un importante pacchetto di iniziative dedicate al comparto alberghiero. L'accordo rappresenta la prima applicazione settoriale della collaborazione tra il primo gruppo bancario italiano e le associazioni turistiche di Confindustria - Confindustria Alberghi, Federturismo e Federterme.
Il programma si inserisce nell'ambito del più ampio accordo quadriennale sottoscritto a inizio 2025 tra il Presidente di Confindustria Emanuele Orsini e Carlo Messina, Consigliere Delegato e CEO di Intesa Sanpaolo. Il piano nazionale prevede lo stanziamento di 200 miliardi di euro fino al 2028, di cui 10 miliardi destinati specificatamente alle imprese del settore turistico. L'obiettivo è quello di rilanciare il sistema produttivo cogliendo le opportunità offerte da Transizione 5.0 e intelligenza artificiale, integrando le risorse già previste per il PNRR.
Dal 2020 a giugno 2025, la collaborazione tra Intesa Sanpaolo e Confindustria ha già garantito un sostegno finanziario superiore ai 12 miliardi di euro per accompagnare le aziende del settore turistico, prevalentemente PMI, anche durante le fasi più critiche.
Le sei aree di intervento per la competitività
Il programma si articola su sei linee strategiche attraverso soluzioni finanziarie e servizi dedicati:
- riqualificazione e aumento degli standard qualitativi delle strutture ricettive;
- investimenti in prodotti, servizi, tecnologie e infrastrutture per accelerare la transizione sostenibile, con particolare attenzione all'economia circolare e al bilanciamento energetico;
- digitalizzazione delle imprese e formazione del personale;
- sostegno alle aggregazioni nel settore turistico-ricettivo e crescita anche attraverso la finanza straordinaria;
- sviluppo di nuove soluzioni di staff housing per facilitare mobilità e attrazione dei lavoratori;
- servizi di noleggio per beni strumentali per ottimizzare efficienza energetica e ciclo di vita.
«Mettiamo a disposizione del settore 10 miliardi di euro nell'ambito dell'accordo nazionale da 200 miliardi, al fine di cogliere le opportunità e le sfide che stanno interessando il comparto», ha dichiarato Stefano Barrese. «Abbiamo inoltre previsto nuove misure a sostegno alla crescita dimensionale, anche attraverso aggregazioni, e per lo sviluppo di un modello turistico sempre più sostenibile e di qualità. Vengono inoltre avviate progettualità congiunte sul tema dell'occupazione e della formazione, cruciali per favorire la crescita del personale e l'avvicinamento dei giovani alle attività legate all'accoglienza.Come banca di riferimento dei principali settori economici italiani, con questo accordo rafforziamo ulteriormente il nostro
sostegno all’industria turistica, alla quale abbiamo erogato oltre 12 miliardi di euro dal 2020 per rafforzarne i fondamentali e renderla ancora più rilevante nell’economia del Paese».
«L'incontro di oggi conferma quanto il turismo italiano e in particolare il settore alberghiero possa crescere solo con una visione condivisa tra imprese e istituzioni», ha sottolineato Elisabetta Fabri. «L'innovazione, la sostenibilità e la formazione del capitale umano sono leve imprescindibili per rafforzare la competitività delle nostre strutture e valorizzare il patrimonio territoriale che rendiamo ogni giorno unico».
I numeri del turismo italiano e le prospettive 2025
Leopoldo Destro, Delegato del Presidente di Confindustria per la Logistica, i Trasporti e l'Industria del Turismo, ha evidenziato l'importanza economica del settore: «Con una spesa di circa 110 miliardi di euro nel 2024 e un impatto sul PIL stimato in 275 miliardi grazie a un moltiplicatore di 2,5, il turismo è una componente fondamentale del sistema produttivo italiano. È un modello di economia stellare, in cui il settore alberghiero riveste un ruolo centrale, in grado di attivare numerose filiere, dalla manifattura all'agroalimentare, dalla moda al design, creando occupazione, innovazione e sviluppo territoriale. Occorre, quindi, implementare una visione industriale coordinata tra politiche nazionali, regionali e strumenti europei con un’ottica di medio lungo termine».
Il terzo Rapporto "Turismo & Territorio" di SRM (centro studi collegato a Intesa Sanpaolo) presenta scenari incoraggianti per il 2025. Le previsioni stimano circa 476,9 milioni di presenze turistiche (+2,3% rispetto al 2024), suddivise in 212,1 milioni domestiche e 264,8 milioni straniere. Il valore aggiunto della filiera dovrebbe toccare i 106,3 miliardi di euro, pari al 106,4% dei livelli pre-pandemici, mentre il fatturato del comparto "Alberghi e Ristoranti" segna un incremento dell'1,6% sul 2024 e un +25,6% rispetto al 2019.
L'Italia leader in Europa e il ruolo delle imprese
L'Indice di Competitività Turistica Regionale (ICTR) elaborato da SRM, che analizza 98 regioni di Italia, Spagna, Francia e Germania, colloca il nostro Paese al vertice con una media di 123,4 punti rispetto al valore UE4 di 100. La Provincia Autonoma di Bolzano si posiziona al primo posto assoluto, seguita da Veneto, Toscana, Lazio, Emilia-Romagna e Lombardia, tutte tra le prime 15 destinazioni europee.
La survey SRM 2025 condotta su 1.000 imprese alberghiere rivela un settore dinamico e orientato agli investimenti: il 64% delle aziende ha investito oltre il 15% del fatturato negli ultimi tre anni, mentre il 47% prevede nuovi investimenti nel triennio 2025-2027. Le priorità riguardano efficienza e sostenibilità (riduzione consumi idrici, differenziazione rifiuti ed efficientamento energetico) e qualità dell'offerta (filiere di prossimità, formazione del personale e miglioramento dell'accessibilità).
Un nodo cruciale rimane quello delle competenze: la difficoltà nel reperire personale operativo si accompagna alla crescente richiesta di soft skills come problem solving, comunicazione, flessibilità e capacità nel lavoro di squadra.
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