Agricoltura: l'Italia ha tre mesi per evitare la restituzione di 52 milioni di euro all'UE

L'Italia rischia di perdere 52 milioni di euro UE per i fondi mutualistici agricoli. Scadenza 31 dicembre: servono interventi urgenti o addio risorse.

29 Sett 2025 - 08:41
Agricoltura: l'Italia ha tre mesi per evitare la restituzione di 52 milioni di euro all'UE

ATTUALITÀ - Il settore agricolo italiano si trova di fronte a una scadenza drammatica che potrebbe costare caro al Paese. Entro il 31 dicembre 2025, l'Italia dovrà dimostrare di aver utilizzato oltre 50 milioni di euro destinati dall'Unione Europea alla creazione dei fondi mutualistici e degli strumenti di stabilizzazione del reddito, oppure sarà costretta a restituire l'intera somma a Bruxelles.

Gli strumenti in questione, operativi dal 2019, rappresentano una rete di protezione fondamentale per gli agricoltori aggregati, permettendo loro di ricevere indennizzi in caso di eventi calamitosi. Tuttavia, la regola del disimpegno automatico prevista per i fondi strutturali europei minaccia di vanificare completamente questo investimento strategico.

L'allarme di Fedagripesca: un fallimento annunciato

Raffaele Drei, presidente di Fedagripesca Confcooperative, ha lanciato l'allarme sulla situazione: secondo le sue dichiarazioni, "il rischio di perdere definitivamente queste risorse è pressoché imminente". La cifra esatta che potrebbe sfumare è di 52.876 milioni di euro, fondi allocati nell'ambito del Programma di Sviluppo Rurale (PSRN), lo strumento attraverso cui l'Italia implementa la Politica Agricola Comune.

"Restituire le risorse inutilizzate a Bruxelles – prosegue Drei – segnerebbe di fatto il fallimento di un'esperienza virtuosa, quella dei fondi, che a partire dal 2019 hanno anticipato in molti casi gli indennizzi ai produttori, senza ricevere i contributi previsti". Il meccanismo di funzionamento previsto stabilisce che gli agricoltori contribuiscano direttamente con il 30% della quota di adesione, mentre il restante 70% dovrebbe essere garantito dalle risorse pubbliche.

Un cortocircuito burocratico minaccia l'innovazione

La denuncia di Drei evidenzia come "un cortocircuito burocratico rischia di compromettere uno degli strumenti più innovativi e virtuosi della PAC, presentato più volte come futuribile e che intendeva introdurre un ulteriore strumento di gestione del rischio, andando a colmare le lacune del mercato assicurativo".

Il presidente di Fedagripesca Confcooperative ha quindi lanciato un appello urgente: "È indispensabile che tutti gli attori istituzionali si attivino tempestivamente per scongiurare questo scenario". La gravità della situazione appare ancora più evidente considerando le carenze del sistema assicurativo agricolo tradizionale, che non riesce più a coprire numerosi rischi climatici e fitosanitari.

Le lacune del sistema assicurativo tradizionale

La crisi assicurativa nel settore agricolo aggrava ulteriormente il quadro. Come spiega Drei, le compagnie assicurative "hanno progressivamente ridotto l'offerta, mentre il sostegno pubblico, come il fondo Agricat, interviene solo su una quota limitata dei danni". In questo scenario complesso, i fondi di mutualità rappresentano "una risposta virtuosa e complementare attraverso la loro rete di sicurezza concreta".

Tuttavia, tutto questo patrimonio di innovazione "rischia però di naufragare, se non arrivano risorse", conclude amaramente il presidente di Fedagripesca Confcooperative, sottolineando come il tempo a disposizione per evitare questa débâcle finanziaria si stia rapidamente esaurendo.

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