Assobio: consumatori ed Europa chiedono Biologico e l’Italia non risponde
Assobio rileva come nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza il biologico sia stato escluso da qualsiasi tipo di finanziamento
AssoBio, Associazione nazionale delle imprese di trasformazione e distribuzione dei prodotti biologici che rappresenta in Italia oltre 100 aziende inclusi i maggiori player della GDO, rileva che alla vigilia dell’approvazione del Piano d’azione europeo per il settore del biologico, l’Italia ha presentato in UE un Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che esclude ogni forma di investimento per il settore Bio.
L’Europa ha già dettato, infatti, le linee guida da seguire che vedono il biologico come modello valido per rispondere alle attese del consumatore, coniugando sostenibilità ambientale e competitività economica ma l’Italia non ha preso in considerazione migliaia di imprese e lavoratori di un settore in costante crescita.
Assobio evidenzia che nel capitolo dedicato all’agricoltura sostenibile del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il biologico non viene mai citato, così come le strategie “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030” approvate dalla Commissione Europea.
“Una mancanza intollerabile – queste le parole del Presidente di AssoBio, Roberto Zanoni – Le strategie sulla biodiversità e quella "Dal produttore al consumatore" sono il fulcro dell'iniziativa Green Deal e puntano a un nuovo e migliore equilibrio fra natura, sistemi alimentari e biodiversità. Non aver tenuto in considerazione le proposte dei produttori e dei trasformatori biologici è estremamente grave e conferma la colpevole mancanza di conoscenza e attenzione della nostra classe politica verso un settore sempre più importante per famiglie e lavoratori.”
In quest'ultimo anno, l’emergenza pandemica ha consolidato la crescita del settore. La preoccupazione per l’attuale condizione socio-sanitaria, ha contribuito infatti a orientare le scelte dei consumatori verso criteri più salutisti e controllati, conferendo una decisa priorità al tema della sicurezza alimentare.
[caption id="attachment_68421" align="alignleft" width="395"] Roberto Zanoni[/caption]
“Sarebbe stato fondamentale – prosegue il Presidente - dare seguito alle raccomandazioni dell'Unione Europea e porre massima attenzione alla strategia “Farm to Fork”, definita dalla Commissione come il cuore del Green Deal, con la consapevolezza che vi sono legami inestricabili tra persone sane, società sana e un pianeta sano. E invece, al settore BIO è stata dedicata solo una marginale citazione nella parte relativa al recupero di terre incolte. Un risultato deludente, un insulto alle imprese ed ai lavoratori.”
Assobio aveva richiesto investimenti in ricerca e innovazione, una maggiore spinta verso la digitalizzazione e una fiscalità finalizzata ad agevolare le attività, i prodotti e i servizi che hanno un impatto positivo sull’ambiente. Ma, mentre nella linea di azione “Agricoltura sostenibile” le Commissioni di Camera e Senato hanno inserito integrazioni come lo sviluppo del biometano agricolo, il rinnovo del parco mezzi circolanti e dei macchinari, l'agricoltura di precisione, la promozione dell’impiego della biomassa forestale italiana per la produzione di energia, il biologico è stato dimenticato.
“L’Italia è leader in Europa per numero di aziende agricole e di trasformazione ed è leader anche per i terreni coltivati biologicamente – prosegue Roberto Zanoni – I consumi sono in costante crescita, il nostro Paese è il primo esportatore in Europa e il secondo al mondo ed è inaccettabile che il Governo non indichi tra le sue priorità il sostegno all’evoluzione di questo mercato. Continuiamo anche a non capire il motivo per cui la nuova legge sul bio, approvata in modo bipartisan alla Camera dei Deputati, sia ferma da alcuni anni in Senato. Proseguendo su questa linea, ci allontaneremo sempre più dalle politiche green europee, e rischieremo di non intercettare quelle risorse che vengono messe a disposizione per favorire il biologico.”
Non è in gioco soltanto il ruolo dell’Italia sui mercati internazionali, è in gioco anche il futuro dei produttori e degli imprenditori bio che, in Italia, sono molto più giovani del resto d’Europa: sono per metà laureati o diplomati, per un terzo donne, con una forte vocazione all'innovazione e alle nuove tecnologie, interessati all'internazionalizzazione, a nuovi rapporti con i consumatori e hanno bisogno di scelte politiche economiche adeguate.
“Il mercato del biologico continua a crescere, ma la politica è ferma. Stiamo perdendo una grande occasione nel contrasto al cambiamento climatico e nella tutela della biodiversità, ma anche un’opportunità concreta per l’occupazione delle donne, dei giovani e per il rilancio economico di tanti territori rurali a partire dal Mezzogiorno, in piena coerenza con le priorità trasversali indicate nel Piano”, conclude così il Presidente di Assobio, Roberto Zanoni.
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