Bar e ristoranti, la musica crea identità: i dati FIPE e SIAE
La musica nei locali pubblici genera convivialità e cultura. La ricerca FIPE evidenzia come sia elemento decisivo per sei clienti su dieci
INDAGINI E RICERCHE - Durante la Milano Music Week si è discusso del legame sempre più stretto tra musica e pubblici esercizi. L'incontro "Il valore della musica e i pubblici esercizi", organizzato da FIPE-Confcommercio, ha evidenziato come la musica nei locali rappresentino ormai una componente essenziale dell'offerta, capace di rispondere alle aspettative di clienti dalle esigenze sempre più articolate.
All'evento hanno preso parte Lino Enrico Stoppani, Presidente FIPE-Confcommercio, Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura del Comune di Milano, Matteo Fedeli, Direttore Generale di SIAE, e Andrea Pontiroli, Cofounder e Amministratore Delegato Santeria.
Il momento centrale dell'incontro è stata la presentazione della ricerca FIPE più recente, che traccia un quadro dettagliato della presenza musicale nei locali italiani e delle dinamiche attuali, dimostrando come il settore abbia recuperato le perdite subite durante il periodo pandemico.
L'analisi rivela che proporre musica negli esercizi pubblici contribuisce a creare atmosfera (44,8%), consolida l'identità del locale (36,7%), promuove la socialità (15,7%) e incoraggia la conoscenza di artisti emergenti e tendenze musicali innovative (22,2%).
Per 6 cittadini su 10 la componente musicale risulta determinante quando devono scegliere dove passare il tempo libero. L'ipotesi del "diritto al silenzio" nei locali non viene considerata positivamente: al contrario, le persone percepiscono la musica come componente fondamentale dell'esperienza condivisa e del piacere della convivialità. La musica scandisce i vari momenti della giornata: il 97,6% degli intervistati la ascolta quotidianamente, in casa, negli spostamenti, sul posto di lavoro, durante l'attività sportiva o nelle uscite serali. Viene considerata cultura al pari di arte o letteratura (49,9%), ma anche strumento attraverso cui manifestare la propria identità (35,8%), fuga dalla routine e linguaggio delle emozioni (28,9%).
Quanto alle tipologie di proposte musicali presenti nei locali, nel 2025 il 63,6% degli intervistati afferma di aver trascorso momenti fuori casa accompagnati da musica di sottofondo, mentre il 37,8% ha partecipato a eventi con musica dal vivo o registrata. La musica risulta indispensabile e fa la differenza specialmente nei cocktail bar (66%) e nei pub/birrerie (53,5%), mentre assume un ruolo meno rilevante nei bar/caffè (28,7%) e nei ristoranti (16,5%). Emerge un dato interessante: nonostante l'epoca dello streaming musicale, per una percentuale considerevole di persone i locali restano luoghi di scoperta: il 30,5% riconosce loro la capacità di introdurre nuovi artisti, tendenze, singoli e album. E 1 italiano su 4 sarebbe disponibile a sostenere un costo aggiuntivo per vivere una serata con la musica appropriata: un indicatore evidente del valore esperienziale che la dimensione musicale aggiunge all'offerta del locale.
I numeri della SIAE fotografano il fenomeno
Per capire appieno l'importanza della musica nei pubblici esercizi occorre esaminare i dati SIAE.
Nel 2024 sono 42.873 i locali (bar, ristoranti, pub, eccetera) che hanno proposto "accompagnamenti musicali", vale a dire eventi musicali dal vivo oppure con musica registrata. Oltre la metà (56,2%) sono bar, lounge/cocktail bar, seguiti da ristoranti/pizzerie (37,3%) e disco pub (6,6%). Ben 110.226 sono i locali pubblici che utilizzano musica d'ambiente come sottofondo: la maggior parte sono bar (62%) e ristoranti/pizzerie (34,3%), mentre percentuali inferiori riguardano i disco pub (3,8%).
Con 171 eventi musicali in media ogni giorno, la Lombardia si colloca al primo posto nella classifica regionale: nella regione si trova il 14,4% dei locali che organizzano accompagnamenti musicali in Italia (6.179 in valore assoluto) e il 16,6% degli eventi totali (62.529). Seguono Emilia Romagna (che concentra il 10,1% dei locali e l'11,6% degli eventi) e Veneto (rispettivamente 9,1% e 9,6%). A guidare è la provincia di Milano, dove i pubblici esercizi realizzano 16.437 eventi musicali: soltanto Roma ne organizza di più, con 21.533 eventi nel 2024. La Lombardia mantiene il primato anche per quanto riguarda la musica d'ambiente: il 19% dei locali che la utilizza come sottofondo si trova nella regione.
Nel decennio 2014-2024 l'incremento delle giornate con eventi musicali appare evidente: dopo il collasso degli anni della pandemia ha ripreso vigore e nel 2024 ha toccato la quota di circa 370 mila eventi. Ogni giorno in Italia si svolgono oltre mille eventi all'interno dei pubblici esercizi. Questi dati confermano la centralità dei pubblici esercizi non soltanto come spazi dedicati al consumo alimentare, ma come autentici hub culturali dove la musica, dal sottofondo ai concerti dal vivo, genera convivialità, innovazione e attrattività urbana e, si può dire, anche cultura.
Cambia l'offerta musicale: più live, meno sottofondo
Gli eventi musicali aumentano nei bar e nei ristoranti: +32% nei bar e +10% nei ristoranti. Di contro, si riduce l'utilizzo della musica d'ambiente (-9% nei ristoranti e -14% nei bar) che non ha ancora raggiunto i livelli precedenti alla pandemia. Nell'epoca del digitale e dello streaming, questa evoluzione racconta una trasformazione dell'offerta musicale nei locali pubblici orientata verso una maggiore qualità dell'intrattenimento sonoro. Per i locali che organizzano intrattenimenti musicali, la musica non rappresenta un elemento secondario ma diventa componente di identità e distintività dell'offerta in un contesto dove l'accessibilità alla musica è profondamente mutata.
«La musica è uno dei fattori di trasformazione delle nostre imprese nell'era post-Covid. Al centro di questa evoluzione c'è l'evidenza che i pubblici esercizi rappresentano un autentico valore pubblico, un presidio di socialità insostituibile nelle nostre città e nei nostri territori. Sono luoghi dove si fertilizza il vivaio della cultura musicale e le persone vanno per ritrovarsi, per stare insieme, per dialogare, per condividere esperienze. In questo quadro, la musica è un acceleratore di convivialità che fa bene anzitutto alle persone ma anche alle nostre città. Valorizzare e difendere questi luoghi, simbolo del modo di intendere le relazioni umane e la libertà, è un atto di civiltà, di resistenza e di coraggio, da enfatizzare nel decimo anniversario degli attentati di Parigi, che avevano come obiettivo proprio questi luoghi di aggregazione sociale», ha commentato Lino Enrico Stoppani, Presidente di FIPE-Confcommercio. «È per questo che siamo convinti sostenitori di manifestazioni come la Milano Music Week, mentre riconfermiamo il valore strategico della nostra collaborazione con SIAE nell'interesse di tutte le parti in causa: esercenti, autori e consumatori».
«Questi dati mostrano con grande chiarezza che la musica non è un semplice accessorio dell'esperienza nei pubblici esercizi – ha dichiarato Matteo Fedeli, Direttore Generale di SIAE – ma un contenuto creativo con un valore culturale ed economico ben preciso. Per questo è fondamentale che chi lavora con la musica – autori, compositori ed editori – sia riconosciuto e tutelato. SIAE e FIPE collaborano da anni proprio con questo obiettivo: garantire che l'utilizzo della musica nei locali avvenga con modalità semplici, trasparenti e sostenibili, attraverso accordi che agevolano le tariffe e semplificano le formule di abbonamento per gli esercenti. Rendere più facile accedere alle licenze significa promuovere legalità, sostenere la creatività italiana e permettere ai pubblici esercizi di offrire un'esperienza musicale di qualità nel pieno rispetto dei diritti di chi quella musica la crea».






