"Basta demonizzare le bevande alcoliche. In Europa si faccia chiarezza"
Le istituzioni e le realtà italiane che promuovono il vino e le bevande alcoliche, alla base dello stile di vita italiano e mediterraneo, si schierano contro la reticenza dell'Europa, che non mette in chiaro la differenza tra consumo responsabile e abuso alcolico, sottintendendo di appoggiare la politica delle health warning labels introdotte di recente in Irlanda.
"Nessuno è contro il vino", così esordisce il portavoce della Commissione Europea Stefan De Keersmaecker all'interno della polemica sul tacito lasciapassare dell'Europa di fronte all'introduzione delle etichette di avvertimento sulla salute per gli alcolici così come già sulle sigarette. "Ciò di cui si occupa il Piano per battere il cancro - ha continuato De Keersmaecker - è il consumo dannoso di alcool, una preoccupazione di salute pubblica".
Nell'affermare che l'etichettatura è un argomento molto importante per l'Europa, De Keersmaecker ha detto anche che ciò su cui si sta lavorando è un'etichetta che metta i consumatori nelle condizioni di fare scelte pienamente consapevoli e che i lavori tecnici sono ancora in corso.
Ma la cosa non è piaciuta a Unione Italiana Vini, che ha espresso forte delusione per queste dichiarazioni. Ancora una volta, nessun chiarimento è stato presentato rispetto a una proposta, quella dell'Irlanda, che secondo Uiv contrasta con il principio della libera circolazione delle merci all'interno dell'UE.
“Ci pare – ha detto il segretario generale di Unione italiana vini, Paolo Castelletti – che su argomenti di tale importanza siano controproducenti le odierne dichiarazioni cerchiobottiste. Da una parte si afferma che “nessuno è contro il vino”, dall’altra si annuncia una “revisione delle etichette”, oltre a una “riduzione del consumo dannoso di alcol di almeno il 10% entro il 2025". Nel cercare di comprendere – ha aggiunto Castelletti - come un taglio lineare del 10% possa riferirsi ai soli consumi dannosi e a che tipo di revisione si faccia riferimento, chiediamo alla Commissione per quale motivo, anche nel caso irlandese, non si sia tenuto conto del voto dell’Europarlamento che a inizio 2022 aveva espunto l’ipotesi degli health warning dal Cancer Plan. Ci appelliamo infine alle istituzioni italiane, a partire dal ministero della Salute, affinché esprimano la propria posizione su un tema che non deve più originare equivoci”.
Nelle dichiarazioni di oggi, rileva inoltre UIV, il portavoce della Commissione afferma poi che è in corso un lavoro tecnico sulla revisione delle norme europee in materia di etichettatura. L’organizzazione delle imprese italiane del vino si chiede perciò quale sia il senso di far proliferare iniziative unilaterali degli Stati membri, sdoganando messaggi allarmistici senza un ampio dibattito, se l'obiettivo della Commissione dovrebbe essere quello di armonizzare a livello Ue questa materia così complessa e delicata.
Anche Federvini si esprime in merito alla necessità di fare chiarezza sulla distinzione tra consumo responsabile e abuso per le bevande alcoliche. Poco meno di un anno fa il Parlamento Europeo approvava il piano di lotta contro il cancro, distinguendo nettamente tra consumo moderato e consumo dannoso di alcol.
“È necessaria chiarezza e grande precisione – dichiara Micaela Pallini, Presidente di Federvini – non accettiamo informazioni superficiali, ambigue e basate su dati non sorretti da metodologie accettate da tutta la comunità scientifica. Il tema degli effetti dell’abuso di alcol è un argomento estremamente serio, che non può essere lasciato ad estemporanee dichiarazioni stampa di chi si improvvisa esperto del tema”.
“Chiediamo un intervento del Governo su questo – continua la Presidente Pallini - e proponiamo che il CREA, l’organo tecnico del Ministero delle Politiche Agricole, possa contribuire a fare chiarezza, insieme ad organismi internazionali come OIV, in modo da avviare una fase di ricerca che consenta di poter contare su studi aggiornati e raccomandazioni ragionevoli ed equilibrate nei confronti del corretto consumo di bevande alcoliche. Nell’ambito del dibattito sul rapporto tra alcol e salute, Federvini sottolinea con fermezza la necessità di riconoscere tale distinzione, indipendentemente dalla tipologia di bevanda alcolica. Altrimenti si rischia una deriva priva di fondamenti scientifici che potrebbe portare all’introduzione di health warning persino su farmaci contenenti alcol o sui babà napoletani”.
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