Carne coltivata: la Commissione Europea interviene sulla legge italiana
Prosegue il dialogo in Europa sulla questione della carne coltivata. È stato comunicato all'Italia il parere della Commissione Europea.
Da questa mattina i maggiori siti di stampa italiani hanno riportato la notizia che la Commissione europea avrebbe chiuso in anticipo rispetto ai tempi previsti la procedura Tris relativa alla legge italiana che vieta la produzione e l'immissione sul mercato di alimenti e mangimi cosiddetti sintetici, prodotti a partire da colture cellulari o tessuti derivanti da animali, nonché il divieto della denominazione di carne per i prodotti contenenti proteine di origine vegetale (prodotti come hamburger o salsicce vegetali, di soia, ecc).
L'Italia avrebbe violato la norma contenuta nell'articolo 6 della direttiva UE 2015/1535, che obbliga gli stati dell'Unione a sottoporre agli altri membri un disegno di legge considerato non in linea con il mercato unico europeo, tramite la procedura Tris, prima che venga approvato.
La legge italiana sulla carne sintetica, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 1° dicembre e consultabile qui. A causa della notifica alla Commissione europea, in attesa del suo pronunciamento risultava sospesa fino all'inizio di marzo.
Secondo la norma, quindi, l'Italia avrebbe dovuto attendere il parere della Commissione europea e degli stati membri per adottare la legge.
Il ministro Lollobrigida sul parere della Commissione europea
Nel frattempo, sul sito del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste è comparsa una nota stampa che riporta una dichiarazione del ministro Francesco Lollobrigida:
"La Commissione europea ha chiuso la procedura Tris, avviata a seguito della notifica della legge sulla carne coltivata. La chiusura comporta che sia stata definitivamente accertata, da parte della Commissione europea, la compatibilità della legge con i principi del diritto della UE in tema di mercato interno. Diversamente, la Commissione avrebbe proceduto con un parere circostanziato, a prescindere dalle modalità di notifica. Non ci sarà pertanto nessuna procedura di infrazione, né richiesta all'Italia di abrogare la legge. La Commissione chiede solo di essere informata sull'applicazione della legge da parte dei giudici nazionali. Come per tutti i provvedimenti che entrano in vigore in Italia, spetta ai giudici nazionali, in sede di applicazione, l'ulteriore vaglio di compatibilità con il diritto unionale".
Restiamo in attesa di poter consultare il comunicato stampa ufficiale della Commissione Europea e l'evoluzione della situazione per fornire ulteriori dettagli.