Cibo a domicilio in Italia: tutti i dati di YouGov per saperne di più
YouGov ha indagato i comportamenti, le abitudini, i gusti e le preferenze degli italiani quando si parla di cibo a domicilio.
Le app e i servizi di food delivery spopolano ormai da anni in Italia e YouGov si è interrogata su questa tematica per approfondire l’argomento, indagando i comportamenti, le abitudini, i gusti e le preferenze degli italiani quando si parla di cibo a domicilio.
Quando, dove e con chi si ordina cibo a domicilio.
Il 21% degli italiani utilizza i servizi di food delivery mensilmente, in particolare i giovani 18-34 anni (29%) con una predilezione per il weekend, momento in cui questi servizi vengono usati da quasi la metà degli italiani, specialmente nel Sud Italia (56% vs 48% del totale popolazione).
La consegna a domicilio viene preferita come soluzione quando ci si riunisce in casa con gli amici, specialmente nel caso dei giovani tra i 18 e i 34 anni (57% vs 47% del totale), o quando si è soli in casa (39%). I più adulti, con un età compresa tra i 35 e i 54 anni, sono quelli che invece più si affidano a questo servizio quando lavorano in ufficio (10% vs 7% del totale popolazione).
Più della metà degli italiani opta inoltra per la consegna a domicilio fino al portone (63%) o al piano (38%).
Le tre principali app che si occupano di food delivery in Italia sono ampiamente utilizzate e tra loro primeggia Just Eat (51% a totale popolazione che arriva al 60% considerando nello specifico gli italiani tra i 18 e i 34 anni), seguita da Glovo (41%) e Deliveroo (37%).
Gli utenti di ciascuna app si dichiarano estremamente soddisfatti del servizio offerto (il livello di soddisfazione di ciascuna app si attesta infatti intorno al 90%), ed è forse per questo che ben l’82% di loro non sente la necessità di iscriversi alle versioni premium a pagamento disponibili per alcune di queste app.
Cosa ordinano gli italiani?
Il cibo più ordinato per le consegne a domicilio è sicuramente la pizza, scelta da 7 italiani su 10 (70%). La vittoria della pizza in effetti non stupisce: qui un approfondimento sempre condotto da YouGov su comportamenti, abitudini, gusti e preferenze degli italiani dell’alimento più conosciuto e consumato in ogni parte del mondo.
Nell’elenco dei cibi più ordinati a domicilio, seguono con forte distacco dalla prima posizione alimenti da fast food come sandwich, patatine fritte, pollo fritto, frullati, bibite gassate (29% e specialmente tra i giovani 18-34 anni dove arriva al 38%), hamburger ordinati da ristoranti/steak house (28% e specialmente tra i giovani 18-34 anni dove arriva al 35%), panini (26% e e specialmente tra chi abita al sud e nelle isole dove raggiunge rispettivamente il 35% e 40%) e sushi (21%, significativamente meno ordinato dagli over 55 dove raggiunge il 12%).
Il metodo di pagamento preferito dai giovani 18-34 anni è quello elettronico: carte di credito (59% vs 47% del totale) e/o Apple pay (18% vs 8% del totale). Anche Paypal è un canale utilizzato da più di un terzo degli italiani, specialmente da quelli con un età compresa tra i 35 e i 44 anni (39% vs 34% del totale) ma decisamente meno dagli abitanti delle isole italiane (25%). I contanti sono ancora un metodo di pagamento ampiamente diffuso (40%) e in particolare tra gli italiani over 55 anni (47%).
Cibo a domicilio: punti di forza e di debolezza di questo servizio a portata di click
Per concludere, quindi, perchè i servizi e le app di food delivery sono così utilizzate e apprezzate degli italiani? In generale i punti di forza maggiormente riconosciuti loro da chi li utilizza sono la comodità del servizio (61%), la possibilità di scegliere l’orario di consegna (40%) e di pagare online (35%), ma anche la rapidità dei tempi di consegna (29%) e la possibilità di monitorare lo stato dell’ordine (27%).
Tra i principali punti di debolezza di questi servizi, invece, dagli italiani vengono elencati il cibo che si raffredda nel tragitto (36%), i ritardi nelle consegne che possono accadere (24%), ma anche il prezzo del servizio di consegna spesso troppo alto (19%), gli errori nei prodotti consegnati (16%), l’impatto ambientale degli imballaggi monouso (15%) e la difficoltà talvolta di mettersi in contatto con il corriere (13%).
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