Consumi, inflazione e aumento dei costi delle materie prime non frenano il successo del grissino made in Italy
Nel mercato del pane e derivati, si presume che quello dei grissini deterrà una quota del 15%, pari a 3,6 miliardi di dollari. Vitavigor conferma il trend USA
Buone notizie arrivano dagli Stati Uniti per il mercato del pane e dei suoi derivati, dove Global Market Insights stima che il business accumulerà 24 miliardi di dollari entro il 2026. Parlando della segmentazione del settore, si presume che quello dei grissini deterrà una quota del 15%, pari a 3,6 miliardi di dollari, del fortunato fatturato americano entro il periodo di previsione, grazie alla versatilità dimostrata dal prodotto.
A confermare il trend d’oltreoceano ci pensa la meneghina Vitavigor, azienda fondata da Giuseppe Bigiogera, specializzata dal 1958 nella produzione de “El Super Grissin de Milan”, realtà che racconta l’eccellenza Made in Italy protagonista del carrello della spesa degli italiani e non solo. “Solamente nello Stivale, il fatturato di Vitavigor nei primi 10 mesi del 2023 è incrementato del 32% rispetto all’anno precedente. Ma l’amore per i grissini supera le barriere nazionali, con un export che vanta, nell’anno in corso, un aumento del business pari al 28% rispetto al 2022, per un mercato verso Europa, Canada, Australia e Giappone che rappresenta oggi più del 45% del fatturato totale dell’impresa - commenta Valentina Croci, nipote del fondatore e Export DPT di Vitavigor - La nostra realtà si conferma così sinonimo di alta qualità, gusto, genuinità e tradizione, grazie all’expertise maturata nell’offrire linee di prodotto in grado di soddisfare i gusti di sempre più consumatori e alla formulazione di ricette capaci di soddisfare le mutevoli esigenze dei clienti in tutto il mondo”.
I numerosi shock nei mercati, che coinvolgono le catene del valore del grano e dei cereali a livello internazionale, non spengono dunque la passione per un simbolo della tradizione culinaria e inventiva del Belpaese. Anzi, è questo il momento per celebrare con coraggio la sua identità. L’agenzia di rating Standard & Poor’s ha affermato infatti che l’ennesima guerra in Medio Oriente minaccia di aggravare una prospettiva globale già fragile, proprio mentre le principali banche centrali continuano a combattere le pressioni innescate dalla pandemia di Covid e dalla guerra in Ucraina. La Banca Mondiale ha registrato infatti tassi di aumento dei costi superiori al 5% sia nelle economie a basso che in quelle ad alto reddito. Oltretutto, secondo dati ISTAT, il tasso d'inflazione annuale del food si attesta in Italia al 5,3% a settembre 2023, rispetto al 5,4% del mese precedente. Risulta dunque in attenuazione la dinamica tendenziale del carrello della spesa, il cui indice resta comunque quello con la variazione più elevata, con una dinamica su base annua che mantiene doppia cifra. Fare la spesa, secondo i dati dell’Osservatorio sui consumi alimentari Ismea-NielsenIQ, nel primo semestre 2023, è costato infatti agli italiani il 10% in più rispetto al primo semestre 2022, a partire dal comparto dei derivati dei cereali (+15,6%) e a trainare il trend è proprio il segmento del “pane e sostituti” (+17,8%). Si tratta, in termini assoluti, di un incremento di oltre 5 miliardi di euro, con un carrello che ogni mese risulta di conseguenza più “alleggerito” nei volumi.
“Reagire al clima d’incertezza con l’autorevolezza della tradizione è la nostra risposta al rincaro generale dei prezzi delle materie prime, stimato dalla FAO pari al 5,3%, forti del fatto che a livello internazionale e in Italia i consumatori non smettono di ricordare come l’amore per i grissini non conosca confini”, conclude Valentina Croci, nipote del fondatore e Export DPT di Vitavigor.
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