Italia prima per stress in Europa: la ricerca Bain & Company fotografa il benessere dei consumatori

Lo studio su 9000 consumatori rivela che gli italiani vivono il maggior stress in Europa ma sono anche i più impegnati nel proprio benessere

31 Lug 2025 - 13:25
Italia prima per stress in Europa: la ricerca Bain & Company fotografa il benessere dei consumatori
Marco Caldarelli, Senior Partner Bain & Company

INDAGINI E RICERCHE - Il Consumer Lab di Bain & Company ha condotto un'ampia indagine sul benessere emotivo dei consumatori europei, coinvolgendo 9.000 persone nel Vecchio Continente, di cui 1.500 in Italia. I risultati delineano un quadro complesso: mentre l'umore generale degli europei rimane sostanzialmente stabile, emergono significative differenze tra generazioni, fasce di reddito e singoli Paesi.

Il dato medio relativo al benessere emotivo registra una lieve flessione rispetto all'anno precedente, tuttavia le nuove generazioni (Gen Z e Millennials) insieme ai cittadini con redditi più elevati evidenziano segnali di miglioramento. Se il termometro dell'umore presenta variazioni contenute, quello dello stress mostra invece oscillazioni decisamente più pronunciate.

Italia in vetta alla classifica dello stress europeo

L'analisi rivela una situazione particolarmente critica per il nostro Paese. Marco Caldarelli, Senior Partner di Bain & Company, spiega: «In Europa, circa un terzo della popolazione vive livelli elevati di stress, ma l'Italia è il Paese con la pressione emotiva più alta: un "net stress level" del 9% la pone in cima alla classifica, seguita dalla Polonia. All'opposto, la Germania è il Paese più "rilassato". Ma non è tutto negativo: l'Italia è anche il Paese dove più cittadini si impegnano attivamente per stare bene».

Questo dato trova un contrappeso positivo nell'approccio proattivo degli italiani verso il proprio benessere: il 77% degli intervistati dichiara che la salute rappresenta una priorità concreta, mentre il 41% afferma di monitorare costantemente il proprio stato di benessere, registrando la percentuale più elevata tra tutti i Paesi europei analizzati.

Le categorie più vulnerabili allo stress

Lo studio evidenzia disparità emotive significative all'interno della popolazione europea. I livelli di stress risultano particolarmente elevati tra i giovani appartenenti alla Gen Z, tra le donne (con un incremento del +16%) e tra le fasce di reddito più contenute (+13%). Al contrario, le persone più anziane, economicamente benestanti o di sesso maschile riportano livelli di stress considerevolmente inferiori.

La ricerca mostra che solamente il 10% degli europei si percepisce come "per nulla stressato", mentre il 13% si definisce "molto" o "estremamente" stressato, delineando una popolazione europea alle prese con crescenti pressioni emotive.

Le preoccupazioni degli italiani: priorità alla sfera privata

Il profilo emotivo degli italiani emerge chiaramente dall'analisi delle principali fonti di preoccupazione. L'identità nazionale si caratterizza per un forte orientamento verso gli ambiti personali e familiari, con le finanze personali, la salute della famiglia e la propria salute che rappresentano le fonti primarie di stress (28%).

Questioni più ampie come la politica nazionale o internazionale e la criminalità, pur mantenendo un certo impatto, risultano decisamente secondarie nelle preoccupazioni quotidiane. Caldarelli osserva: «Questo orientamento sottolinea una sensibilità marcata verso le sfere private più che sistemiche, un tratto distintivo nel panorama europeo».

Concezione tradizionale ma proattiva della salute

La salute occupa una posizione centrale per il 95% degli europei, anche se il 23% ammette di incontrare difficoltà nel mantenere comportamenti coerenti con questo obiettivo. L'Italia si distingue nuovamente per l'impegno attivo, pur mostrando una concezione più tradizionale del benessere.

I dati italiani evidenziano una forte attenzione alla salute fisica (73%) e mentale (67%), mentre risulta meno sviluppata la consapevolezza riguardo al sonno (50%), alla socialità (39%) e al tempo trascorso nella natura (30%). Emerge quindi la mancanza di un approccio olistico che integri corpo, relazioni, ambiente e dimensione spirituale.

Stress come catalizzatore di cambiamento

Il burnout e lo stress si confermano oggi come i principali fattori scatenanti per una trasformazione dello stile di vita. In Italia, il 20% degli intervistati riconosce che lo stress li ha spinti a ridefinire i propri obiettivi di salute, concentrandosi su aspetti come la perdita di peso (30%), il miglioramento del sonno o il potenziamento della forza fisica.

A livello europeo, si osserva una generale adozione di comportamenti più salutari: oltre la metà della popolazione sta riducendo il consumo di zuccheri, grassi e cibi processati, diminuendo contemporaneamente l'utilizzo di alcol e bibite zuccherate.

Opportunità per le aziende nel mercato del benessere

Marco Caldarelli conclude l'analisi con una riflessione strategica per il mondo imprenditoriale: «L'Italia si trova in bilico: è il Paese con il maggiore stress, ma anche quello con più voglia di fare per stare meglio. Le aziende del largo consumo devono leggere lo stress crescente non come un campanello d'allarme sociale, ma come un'opportunità per ripensare il loro ruolo: da semplici fornitori a facilitatori di benessere. In un'Italia sempre più stressata ma anche proattiva, i brand che sapranno intercettare questo bisogno di equilibrio, salute e autenticità saranno quelli che costruiranno relazioni più profonde e durature con i consumatori».

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