Crisi del Mar Rosso. L'allarme per i danni al commercio estero italiano e l'import di materie prime dall'est

Sono ormai ingenti i danni per il commercio estero accumulati a causa della crisi logistica nel Mar Rosso, con ricadute gravi su industria e imprese italiane.

29 Gen 2024 - 16:20
Crisi del Mar Rosso. L'allarme per i danni al commercio estero italiano e l'import di materie prime dall'est

Ammontano a 8,8 miliardi, 95 milioni al giorno, i danni per il commercio estero italiano accumulati tra novembre 2023 e gennaio 2024 a causa della crisi nel Mar Rosso. Lo rileva Confartigianato che ha calcolato l’impatto del calo di traffico di navi mercantili tra l’Oceano Indiano e il Mar Rosso sui flussi dell’interscambio commerciale dell’Italia con Asia, Oceania, paesi del Golfo Persico e del Sud-est dell’Africa. In particolare, negli ultimi 3 mesi, l’Italia ha perso 3,3 miliardi, pari a 35 milioni al giorno, per mancate o ritardate esportazioni e 5,5 miliardi (60 milioni al giorno) per il mancato approvvigionamento di prodotti manifatturieri.

L'allarme di Confartigianato è stato rilanciato dai media e fa il punto su una situazione che inizia a impattare in maniera davvero rilevante sull'industria e le imprese italiane. Gli effetti della crisi si manifestano con l’allungamento dei tempi di consegna delle merci, dovuto all’utilizzo di rotte che circumnavigano l’Africa, e all’aumento del costo del trasporto marittimo.

Anicav: le tensioni nel canale di Suez preoccupano l'industria dell'oro rosso.

Il mercato agroalimentare non fa eccezione e risponde all'appello dei comparti che rilevano da subito enormi problemi, come quello delle conserve di pomodoro, da sempre fortemente orientato all'export, con circa il 60% delle produzioni destinato a oltrepassare i confini nazionali. Molti tra i principali mercati di riferimento sono proprio in Asia e in Oceania: parliamo di circa 380 milioni di Euro di esportazioni (il 13,5% del totale dell’export). Per questo le tensioni nel canale di Suez rischiano di incidere molto seriamente sui flussi commerciali, in particolare a causa dell’aumento del costo dei noli.

La forte incertezza che segna lo scenario geo-politico globale ci preoccupa. – dichiara Giovanni de Angelis, Direttore Generale di ANICAV Quanto sta accadendo nel canale di Suez rischia di avere un forte impatto sull’export dei nostri prodotti. I mercati di Asia e Oceania, penso in particolare a Giappone e Australia ma anche a molti altri Paesi, rappresentano uno sbocco commerciale fondamentale. L’aumento del costo dei noli, generato dal contesto, va monitorato con grande attenzione perché potrebbe incidere sulla competitività delle nostre aziende all’estero. Tra l’altro, a causa di questa situazione e della ridotta disponibilità di navi e containers, stiamo subendo disagi anche su altre rotte con un conseguente aumento dei costi dei noli.  A questo si aggiunga anche l’impatto sugli approvvigionamenti di materia prima e semilavorati, principalmente packaging metallico, che arrivano sostanzialmente dal Far East.”

Quella del pomodoro da industria rappresenta la più importante filiera italiana dell’ortofrutta trasformata e, con un fatturato complessivo nel 2023 di 5 miliardi di euro, riveste un ruolo strategico e di traino dell’economia nazionale impiegando circa 10.000 lavoratori fissi e oltre 25.000 lavoratori stagionali, cui si aggiunge la manodopera impegnata nell’indotto.
L’Italia, terzo trasformatore mondiale di pomodoro dopo gli USA e la Cina, resta primo trasformatore di derivati destinati direttamente al consumo finale, rappresenta il 12,2% della produzione mondiale (pari a 44,2 milioni di tonnellate) e il 52% del trasformato europeo.

Caffè: prezzi della robusta ai massimi storici.

Stesse tribolazioni e problemi per il mondo del caffè, che già conosce difficoltà specifiche della filiera. Continua la corsa al rialzo per i prezzi della varietà robusta, che solo nel mese di gennaio, hanno registrato aumenti del 10%, raggiungendo nuovi massimi storici ad oltre 3.400 dollari alla tonnellata. In un contesto di offerta asiatica limitata e stock bassi nei Paesi importatori, i prezzi ricevono ulteriore supporto dalle problematiche logistiche legate alle tensioni che stanno caratterizzando il Mar Rosso. Nello specifico, gli attacchi Houthi alle navi in transito verso Suez hanno interrotto un passaggio chiave per le esportazioni di caffè dall’Asia verso l’Europa, costringendo i trasportatori a percorrere rotte più lunghe, e quindi decisamente più costose, di fatto appesantendo uno scenario di offerta di robusta già delicato.

Le ricadute sull'economia italiana.

L’escalation della crisi in Medio Oriente – sottolinea il Presidente di Confartigianato Marco Granelli penalizza il sistema del made in Italy e l’approvvigionamento di prodotti essenziali per la trasformazione della manifattura italiana, aggravando la frenata del commercio internazionale. Gli effetti della crisi del Mar Rosso, sommati alla stretta monetaria in corso e alla riattivazione delle regole europee di bilancio, potrebbero avere pesanti conseguenze sulla crescita economica italiana. È indispensabile mettere in campo tutte le misure, a cominciare dall’attuazione del Pnrr, per alimentare la fiducia e la propensione ad investire delle imprese e scongiurare il rischio di una frenata del ciclo espansivo dell’occupazione”.

Confartigianato ha calcolato anche l’impatto della crisi di Suez sulle esportazioni delle regioni italiane. Il valore più alto di prodotti trasportati via mare attraverso il Mar Rosso è quello della Lombardia, pari a 12,9 miliardi, seguita da Emilia-Romagna con 9,4 miliardi, Veneto con 5,7 miliardi, Toscana con 4,7 miliardi, Piemonte con 4,2 miliardi e Friuli-Venezia Giulia con 2 miliardi.

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