Dal "Bugiardo" al "Lussurioso": la Valpolicella di Buglioni
"Se non è un Amarone è un vino bugiardo", così un famoso sommelier commentò, dopo averlo degustato, il Valpolicella Ripasso che, proprio per quella affermazione divenne "Bugiardo". "Bugiardo" è uno dei nomi che Mariano Buglioni, imprenditore passato all'inizio degli anni 90 dal tessile al vitivinicolo, ha dato ai suoi vini. Non solo Bugiardo, quindi, ma anche Lussurioso, Imperfetto, Ruffiano e Narcisista: i vini di Buglioni della Valpolicella sono stati presentati a Milano riscuotendo un enorme successo.
L'azienda conta di 46 ettari di vigneto dove si coltivano le varietà tradizionali autoctone di Corvina, Corvinone, Rondinella, Molinara e i recenti impianti di Oseleta, Croatina e la bianca Garganega.
Le viti sono allevate con il sistema tradizionale della "pergola doppia", storicamente legato alla Valpolicella, mentre i restanti vigneti nei comuni di Sant’Ambrogio e San Pietro in Cariano sono allevati a "guyot", con una maggior densità di vigne per ettaro e una minor resa, a vantaggio della qualità delle uve.
La casa madre dell'azienda si trova a Corrubbio di San Pietro a Cariano, nel cuore della Valpolicella. La produzione è di 240mila bottiglie, di cui il 18% è consumato direttamente nelle aree della Valpolicella tra ristoranti, osterie, luoghi di incontro. Svizzera in principal modo e poi Usa e Canada sono i mercati esteri di riferimento, anche se il vino si sta imponendo anche in altri mercati di riferimento. Le uve sono di altissimo pregio grazie al terreno leggero e ricco di scheletro e alle tecniche di potatura.
In degustazione a Milano non solo il Ripasso ma anche i doc classico e Superiore "Valpio" 2016 e "Imperfetto" 2015. Il "Lussurioso" Amarone classico 2013 rappresenta poi con pienezza la morbida complessità al palato e gli intensi sentori al naso. Presentato anche il Molì 2016, rosé rifermentato in bottiglia che si propone di essere vino di riferimento dell'estate.
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