Il Friuli Grave di Piera 1899: la magia dei vini che nascono dai sassi

Piera Martellozzo fa ha scelto il Friuli Grave come territorio di elezione per la produzione dei suoi vini, dando vita alla linea Terre Magre di Piera 1899

8 Sett 2023 - 12:35
Il Friuli Grave di Piera 1899: la magia dei vini che nascono dai sassi

Tra le province di Pordenone e Udine, a ridosso dell’arco prealpino e a cavallo del fiume Tagliamento si estende un territorio estremamente affascinante plasmato nel corso dei millenni da grandi alluvioni che hanno portato a depositarsi a valle un enorme quantitativo di materiale calcareo dolomitico strappato alla montagna dalla violenza delle acque, oggi elemento distintivo del paesaggio.

Siamo in quello che viene definito Friuli Grave, luogo di grande biodiversità, dove la catena montuosa a nord con le sue vette che toccano i 2200 metri ripara l’areale dai venti più freddi mentre il mare Adriatico a sud esercita una influenza mitigatrice sul clima rendendolo particolarmente adatto alla coltivazione della vite.

Questa alta pianura formata da un terreno che è più grossolano nella parte settentrionale e si fa più minuto man mano che i fiumi proseguono il loro corso, è un areale difficile, eterogeneo, con tante differenze di carattere orografico, forti venti e sbalzi termici, un mosaico i cui tasselli hanno caratteristiche che variano di metro in metro.

Si va dai suoli misti con ciottoli calcarei e suoli argillosi, ai cosiddetti “magredi”, terreni stepposi, poveri di sostanze, prevalentemente composti da ghiaia e sassi, quelli che nella lingua friulana vengono indicati come claps, tra i quali l’acqua scompare a monte per riaffiorare più a valle nella zona delle risorgive.

La bellezza e le potenzialità di questo territorio dall’atmosfera lunare poco più di 20 anni fa rapirono Piera Martellozzo, giovane e intraprendente discendente di una dinastia di viticoltori padovani alla quarta generazione, chiamata nel 1992 a subentrare alla guida dell’azienda familiare che di li a pochi anni avrebbe preso il suo nome riportando anche l’anno di fondazione e divenendo Piera 1899

Fortemente motivata a dare una sua interpretazione in chiave enoica dell’anima delle Grave, disattendendo il consiglio del padre di non acquistare mai una campagna in cui avesse ravvisato la presenza di un solo sasso, comprese da subito come in quel quadro complesso e articolato si celasse un segreto che attendeva solo di essere scoperto, una chiave per aprire la porta su un tesoro nascosto. 

Nonostante le riserve idriche ridotte e il clima molto variabile i bianchi ciottoli avrebbero infatti rappresentato una componente strategica per la conduzione del vigneto, attirando i raggi del sole e assorbendone il calore, proteggendo le piante e favorendo una forte escursione termica tra il giorno e la notte, condizione che avrebbe favorito la concentrazione nelle uve di precursori aromatici. Poi si sa, dove la natura non è generosa i vitigni più tenaci vanno a cercare in profondità risorse e componenti minerali, elementi che si ritroveranno anche nel calice.

Piera Martellozzo

Piera da “scopritrice di territori” ha saputo vedere ricchezza dove si poteva immaginare solo povertà e da “autrice di vini” a tirar fuori l’anima dei luoghi in cui la roccia dolomitica ridotta in sassi è accarezzata dalla brezza marina.

Da queste premesse ha dato vita alla linea Terre Magre, espressione fortemente identitaria di questo angolo del Friuli, vini di ghiaia, monovarietali (Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Chardonnay, Merlot, Pinot Grigio, Pinot Nero, Ribolla Gialla, Sauvignon, Refoscolo dal Peduncolo Rosso, Traminer Aromatico), le cui etichette parlanti ne descrivono gli elementi, l’orlo superiore a rappresentare le montagne, le fascette più strette a disegnare i fiumi Meduna e Cellina, la parte liscia che è espressione del mare e le piccole imperfezioni che rappresentano i sassi.

Una linea storica che si è arricchita quest’anno con l’introduzione di un Pinot Grigio speciale, “l’Altro”, un’edizione limitata di circa 6.000 bottiglie alla quale Piera tiene in particolar modo, risultato di un processo produttivo che si distingue nettamente dal già presente Pinot Grigio Terre Magre Doc Friuli perché nasce da uve raccolte a fine settembre e prodotto in un ambiente differente, quello della macerazione, che permette l’estrazione di tutti quegli elementi naturali tipici delle Grave di cui la buccia si è arricchita nel corso dei mesi, conservando integralmente un patrimonio aromatico e polifenolico reso più complesso e concentrato dalle basse rese in vigna. 

Tutte condizioni confermate dai profumi intensi e dal colore cipolla dorata tendente all’orange con cui si presenta. Al naso note fruttate di pompelmo rosa e gelsomino, frutta secca, tra cui noci e nocciola, un vino elegante, sapido, e vellutato.  

L’ultimo tassello, ma solo in ordine temporale, figlio di un percorso ricco di sfide, dalla valorizzazione dei vitigni autoctoni alla mappatura dei suoli, dalla spinta alla internazionalizzazione alla ricerca di soluzioni tecnologiche innovative per la produzione, dalla reinterpretazione delle varietà internazionali in una chiave di lettura territoriale alla costruzione di un modello di viticoltura sostenibile, uno sforzo che ha sempre messo al centro la valorizzazione dell’identità del terroir delle Grave, la ricerca di un’espressione sempre più alta della sua essenza, grazie alla partecipazione attiva e creativa di una squadra di 27 professionalità tra uomini e donne che si muovono in sinergia e contribuiscono, ciascuno per la sua parte, a mantenere vivo il sogno di Piera 1899.

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