Filiera Italia: per dare valore al Made in Italy servono accordi anche sul fronte lavoro
Luigi Scordamaglia, numero uno di Filiera Italia, la nuova associazione che rappresenta il meglio del settore agroalimentare del Made in Italy - oltre 50 marchi distintivi dell’italianità insieme all’eccellenza agricola rappresentata da Coldiretti - è intervenuto a margine dell’incontro “Il futuro della contrattazione collettiva” che si è tenuto al Parlamento del CNEL.
“Il settore agroalimentare italiano, settore all’avanguardia e in controtendenza positiva rispetto al contesto di stagnazione economica, deve saper innovare costantemente anche il proprio modello di contrattazione” ha detto Scordamaglia. Per il numero uno dell’associazione “oggi è prioritario aumentare la produttività, unica via per aumentare la competitività delle aziende italiane su mercati sempre più complessi e creare quindi valore anche per i dipendenti”.
E a tal fine, per il settore agroalimentare riunito sotto Filiera Italia “serve sempre più premialità specifica, formazione e riconoscimento di professionalità soprattutto a livello aziendale”.
“Servono politiche attive di formazione e sviluppo di professionalità per creare il ponte tra domanda e offerta di lavoro qualificato di cui il nostro Paese e il settore ha bisogno”.
Da qui ai prossimi 5 anni, infatti, la sola industria alimentare nazionale avrà bisogno di circa 45.000 nuovi lavoratori. Formazione quindi in un percorso sempre più condiviso con le organizzazioni sindacali, perché, secondo Scordamaglia “è sempre più sulla professionalità e il contributo del singolo che poggia il successo delle nostre imprese e l’automazione in corso non riduce, ma anzi aumenta questa incidenza”.
“E se il lavoro etico e sostenibile è un prerequisito indispensabile ed inderogabile per il nostro Made in Italy - continuano da Filiera Italia - questo dipende sempre di più da accordi e valori condivisi lungo tutta la filiera”.
Una visione nuova che accomuna molte delle aziende leader di settore aderenti a Filiera Italia, che hanno cominciato a inserire questi parametri nei contratti di filiera.
“Agricoltura ed industria insieme sono due componenti essenziali e reciprocamente imprescindibili - ha concluso Scordamaglia - che anche in tema di standard lavorativi dovranno lavorare insieme e con nuovi modelli di integrazione per dare sempre più valore al Made in Italy”.