Gdo, cresce l'interesse del mercato halal: il caso del Germoglio
Non solo carne né macellerie ad hoc: l'attenzione alle certificazioni Halal è in aumento verso prodotti da forno, ma molti supermercati ancora non si adeguano. Un business da 7 miliardi di euro
C'è un mercato sempre meno di nicchia, che potenzialmente potrebbe muovere un giro d'affari di ben 7 miliardi di euro, ma verso il quale la GDO è ancora in fase embrionale di attenzione. È il mercato dei prodotti certificati Halal, che – nonostante l'incremento della presenza di persone di fede musulmana nel nostro Paese, oggi oltre quota 2 milioni – sugli scaffali stentano a essere individuati e promossi come tali. Il pensiero corre subito alla carne e alle macellerie islamiche attive in diverse grandi città o laddove sia presente una comunità musulmana, ma in realtà la situazione è ben più articolata. Certificare halal i propri prodotti significa garantire ai consumatori l’assenza di alcol, di ingredienti derivati dal suino (pensiamo allo strutto) e di altri requisiti che riguardano anche gli additivi e i coadiuvanti tecnologici/le materie prime. Sul fronte del pane, ad esempio, il Germoglio di Lazise (VR) è uno dei pochi panifici strutturati, e dopo essersi fatto strada nel mondo dello street food arabo – in primis con il pane per i kebab – ora intende rafforzare la propria presenza nella Gdo. Ma mentre nel campo del kebab la filiera è generalmente garantita dal fatto che i grandi distributori esteri che forniscono la carne rispettano la normativa italiana, tra le più severe al mondo, nel nostro Paese non si assiste a un parallelo aumento delle forniture nella GDO. E dire che tutto il mondo legato alla ristorazione collettiva (ospedali, mense, ecc...) possono avere esigenze di questo tipo: al di là delle caratteristiche organolettiche e qualitative del prodotto, infatti, spesso coloro che seguono una dieta religiosa, in caso di dubbio, si astengono dal consumare certi alimenti. La certificazione halal permetterebbe invece di allargare l’offerta a tutti puntando sulla rinomata cultura alimentare italiana. Molte aziende hanno colto il valore aggiunto del halal e durante le ispezioni sanno che la verifica riguarda tanto il rispetto delle regole sulla sicurezza alimentare quanto quello sulle lavorazioni in sé (al Germoglio, ad esempio, si è scelto di eliminare lo strutto in tutte le produzioni). E non è un aspetto meramente simbolico o rituale: durante gli audit di certificazione, gli ispettori prelevano dei campioni per le analisi di laboratorio in cui si cerca il DNA suino. Non solo: l'attenzione è rivolta anche verso prodotti dolciari in cui si fa uso di gelatina alimentare. Da parte delle mamme musulmane c’è attenzione verso le caramelle o gli snack (anche panini, tramezzini) consumati dai bambini. Insomma, c'è un mercato che bussa alle porte della GDO chiedendo di avere a disposizione anche prodotti halal. Da parte dei consumatori di fede musulmana c'è una crescente richiesta di reperire prodotti halal di qualità nella GDO e non solo nelle catene discount. Nel primo caso l'offerta è ancora minima, ma è in crescita grazie ad alcune aziende italiane certificate che hanno fatto la scelta di inserire il logo halal in tutte le confezioni, anche quelle destinate al mercato italiano. Molto lavoro c’è ancora da fare per far capire che esistono prodotti halal di qualità accessibili a tutti i consumatori, anche non musulmani. “Da parte dei supermercati – conferma Remo Uberti del Germoglio - vorremmo un approccio simile a quello che avviene per il mondo dei celiaci, dei vegani, ecc... Anche sui volantini, ad esempio, non compare mai la dicitura halal. Ci piacerebbe portare nella GDO il pane comune, non solo quello arabo, un pane certificato halal, garantito per la qualità degli ingredienti e del processo produttivo”. A supporto delle istanze di aziende come il Germoglio ci sono i dati dell'Ente Italiano per la Certificazione Islamica, che conferma come in questo ambito il potenziale sia ancora tutto da sviluppare: “Negli ultimi anni è emerso un aumento di interesse nella popolazione islamica verso prodotti italiani certificati halal – spiega Halal Italia – mentre fino a qualche anno fa la domanda riguardava soprattutto le carni o prodotti a base carne secondo ricette etniche, per la maggior parte importati dall’estero e venduti nelle macellerie islamiche. Oggi, le nuove generazioni di musulmani si orientano volentieri verso prodotti di qualità e gusto italiano”.